Attualità/

I 30 anni della strage di via d’Amelio, la Toscana non dimentica

L’omaggio di Palazzo Vecchio, il ricordo del governatore Giani e del presidente del Consiglio Mazzeo sui social

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Sono trascorsi 30 anni dalla strage di via D’Amelio. Da quella domenica pomeriggio in cui l’esplosione di una Fiat 126, innescata a distanza, scatenò l’inferno. In quell’attentato terroristico-mafioso persero la vita il giudice del pool antimafia Paolo Borsellino e i cinque membri della scorta, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Solo 57 giorni prima c’era stata la strage di Capaci, in cui ad essere uccisi erano stati Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sempre per mano della mafia.

La lapide a Palazzo Vecchio che ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Un’immensa ferita “civile e umana” che Firenze ha ricordato di prima mattina in Palazzo Vecchio, con l’apposizione di una corona di alloro alla lapide che rende omaggio ai due giudici Borsellino e Falcone vittime delle stragi, “testimoni di quella coscienza civile e condivisa che lotterà sempre e senza arrendersi contro violenza, soprusi e ingiustizie” sottolineano da Palazzo Vecchio.

Alla vigilia delle cerimonie per il trentennale il Consiglio comunale di Firenze ha ricordato solennemente Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, Claudio Traina e Vincenzo Fabio Li Muli. Presente in aula Francesco Nannucci responsabile della sezione fiorentina della DIA. A Palermo sul palco delle celebrazioni ufficiali a rappresentare Palazzo Vecchio il capogruppo Draghi e il consigliere Asciuti.

Il presidente del consiglio comunale Luca Milani citando le parole di Borsellino si è augurato che la lotta alla mafia diventi quel movimento culturale che “abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità” come la descrisse il magistrato.

Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha scelto di ricordare Borsellino sui social. “Trent’anni da quel terribile 19 luglio 1992. Un giorno buio per l’Italia che subì la violenta strage mafiosa di Via d’Amelio dove persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Per non dimenticare mai“. Un monito e un impegno a non abbassare mai la guardia.

Anche il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo ha affidato il suo ricordo ai social: “Borsellino è stato un esempio di lotta alla mafia e dovremmo far nostra la frase che il giudice Antonino Caponnetto disse durante l’orazione funebre al funerale di Borsellino “Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto dovrà diventare e diventerà la lotta di ciascuno di noi”. Quelle parole per me sono da quando ero un quindicenne, che scoprì al tg della strage di via d’Amelio, un impegno da portare avanti”.

 

 

I più popolari su intoscana