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Il borgo colorato alle porte di Peccioli dove l’arte contemporanea è di casa

Ghizzano, a dispetto delle origini romane, è diventato il centro della contemporaneità attraverso una serie di opere site specific

Ghizzano

Ha origini romane e longobarde come dimostrano i reperti archeologici rinvenuti nello scavo di Santa Mustiola ma Ghizzano è oggi un centro della contemporaneità. A una decina di chilometri da Peccioli, adagiato su un’altura tra le sorgenti dei torrenti Roglio e Melogio, è un borgo colorato dove ad ogni passo ci si imbatte in un’opera site specific realizzata da un’artista internazionale.

Da due poderi all’arte contemporanea

Il primo documento in cui Ghizzano è menzionato risale al 988 dopo Cristo: si ricorda nell’atto la presenza di due poderi. Dal X al XIII secolo il borgo fu di proprietà della diocesi di Volterra, mentre ad amministrare erano i conti Pannocchieschi.

Ghizzano, un borgo conteso nei secoli

Oggetto di contesa tra Lega Ghibellina pisana e Guelfi fiorentini insieme a Peccioli, Lajatico e Legoli per la strategica posizione di confine. Nel 1364, il castello di Ghizzano tornò in mano ai pisani. A questo periodo risale l’ascesa sociale dei Venerosi dei conti di Strido. La famiglia si stabilì nella rocca, trasformandola in residenza.

Le prime notizie sulla chiesa dei Santi Germano e Prospero si fanno risalire al 1406, mentre l’Oratorio della Santissima Annunziata fu edificato a fine Ottocento.

Il borgo amato dagli artisti contemporanei

Oggi il paese è centro di contemporaneità. Tanti gli artisti del nostro tempo che hanno scelto di realizzare opere specifiche per il borgo pisano. David Tremlett è un artista ben noto per il lessico minimal: ha visto la via di Mezzo come una tela. Il suo intervento è il più iconico perché ha trasformato una strada tutto sommato anonima in un’opera d’arte.

Oggi, grazie alla serie di wall drawings sulle facciate delle case e ai colori brillanti degli acrilici trasmette subito un’idea di borgo colorato. Il suo intervento sulla policromia di colori nelle case gioca sui contrasti: verde da un lato e marrone dall’altro. Una scelta voluta per enfatizzare il confine tra la
dimensione naturale e quella urbana.

Alicja Kwade, SolidSky, Ghizzano ©Fondazione PeccioliPer

Alicja Kwade ha realizzato la scultura SolidSky: utilizzando la pietra sudamericana Azul Macaubas dalle venature azzurre, quasi blu. La scultura si compone di un grande blocco cubico scavato all’interno e una grande sfera dalla superficie perfettamente liscia. Un gioco di pieni e vuoti, di compiutezza e imperfezione.

Ghizzano

Patrick Tuttofuoco si è ispirato a Benozzo Gozzoli per il suo Elevatio corpus. Si tratta di quattro opere che si rifanno ai ritratti di San Michele, San Sebastiano e San Giovanni: gli stessi santi dell’affresco di  Gozzoli nel Tabernacolo trasferito a Legoli nel 1479, quando la peste colpi Pisa. I santi sono realizzati in neon, marmo e ferro. Più recente una nuova opera dal titolo emblematico: Endless Susnset. Alicja Kwade ha realizzato la scultura “Solidsky“.

Il giardino sonoro

Tra gli interventi realizzati negli ultimi dieci anni il Giardino sonoro è uno dei più sorprendenti. Nell’Ottocento era un antico pomaio, poi trasformato un secolo dopo in giardino all’italiana. I proprietari, la famiglia Venerosi Pesciolini, gli hanno regalato una nuova vita e un’altra trasformazione attraverso ”Le Metamorfosi di Ovidio”. Un ritorno alle origini stesse del giardino all’italiana dove il binomio arte-natura era abituale.

Dalla visita del giardino, solo su prenotazione, si scoprono giochi di geometrie e simmetrie che avrebbero fatto la gioia degli artisti classici del tardo Rinascimento. Lo spazio verde esprime al meglio l’ideale di bellezza tanto caro a quel preciso periodo storico.

Il giardino sonoro di Ghizzano – © FB Giardino sonoro di Ghizzano

A colpire è inoltre la presenza delle tre piante sacre della tradizione ebrea, cristiana e musulmana: il cipresso, l’ulivo e il cedro del Libano. Suggestiva la leggenda che attribuisce alle tre piante una vera e propria sacralità. Sarebbe stato Seth, terzo figlio di Adamo dopo Caino e Abele, a mettere tre semi nella bocca del padre morto e da questi germogliarono cipresso, ulivo e cedro.

Due i percorsi espositivi all’interno del giardino: l’itinerario scultoreoVerde Armonico – Garden” e “Verde Armonico – Room” allestito nella Limonia per consentire di esporre, soprattutto in estate, lo spazio dedicato alla pittura.

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