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Il primo panettone contadino è toscano, parola di Coldiretti

I sigilli-testimonial della cultura agricola toscana salgono a 22 con il prodotto realizzato da un agricoltore custode per i mercati di Campagna Amica

Il panettone contadino di Campagna Amica

E’ Made in Tuscany il primo panettone contadino. Campagna Amica, la rete della filiera corta di Coldiretti, l’ha scelto per rappresentare la biodiversità del territorio toscano. Una realtà che si punta a rilanciare attraverso il recupero e la riscoperta di specie vegetali e animali desuete o quasi scomparse e con produzioni agricole a rischio abbandono causa spopolamento delle campagne.

Ma cosa rende speciale il panettone contadino rispetto ad altri prodotti da forno? Viene realizzato con metodo tradizionale, cotto nel forno a legna e usando esclusivamente ingredienti Made in Toscana di aziende agricole del Pistoiese. Il panettone contadino viene realizzato da Fabio Bizzarri dell’azienda agricola bio “Il Sottobosco”. Un volto noto per Coldiretti: è uno dei contadini eroici toscani che da sempre punta a valorizzare prodotti legati al territorio e alla tradizione contadina. Porta avanti questo suo discorso attraverso novità come nel caso del dolce natalizio.

Il panettone del Sottobosco è fatto – spiega Bizzarri, produttore della rete Coldiretti-Campagna Amica che si è specializzato anche nella panificazione – con burro di allevamenti della montagna, con farina delle colline del Montalbano pistoiese, e poi ha altre peculiarità: usiamo lievito madre al sacco, quindi non in polvere, che viene lasciato lievitare per 24 ore ed è cotto in forno a legna. Tutti gli ingredienti sono agricoli e provengono da aziende del territorio. Al posto dei canditi ci sono i nostri frutti di bosco”.

Fabio Bizzarri e il panettone contadino che ha ricevuto il sigillo di Campagna Amica

A Bizzarri e al suo panettone il plauso di Campagna Amica per aver contribuito a recuperare, valorizzare e fare conoscere ai consumatori i “sigilli di Campagna Amica”, ovvero i prodotti della biodiversità agricola che nel corso dei decenni sono stati strappati all’estinzione o indissolubilmente legati a territori specifici. In Italia nel secolo scorso, sottolinea la Coldiretti, si contavano 8.000 varietà di frutta, mentre oggi si arriva a poco meno di 2.000 e di queste ben 1.500 sono considerate a rischio di scomparsa, ma la perdita di biodiversità riguarda l’intero sistema agricolo, dagli ortaggi ai cereali, dagli ulivi fino ai vigneti.

In Toscana sono 22 i “Sigilli” inseriti nel censimento nazionale e a loro volta censiti tra i prodotti agricoli tradizionali toscani, 26 i contadini custodi che li producono garantendone la sopravvivenza attraverso la vendita diretta. Si tratta del carciofo Sanminiatese, varietà selezionata dai contadini due secoli fa, della ciliegia di Lari, del fagiolino Zolfino, del Marrone di Caprese Michelangelo, del Mucco Pisano, della patata bianca del Melo, del pecorino a latte crudo abbucciato, del pecorino di latte crudo di Pistoia, del pecorino delle Balze Volterrane, della pesca Regina di Londa, del pomodoro grinzoso Sanminiatese, del pomodoro Pisanello, del raviggiolo di latte vaccino del Mugello, del suino di Cinta Senese, della vacca Calvana, dello Zafferano delle Colline Fiorentine (Zima di Firenze), della zucchina Mora Pisana a cui si sono aggiunti l’aglione della Valdichiana, il fagiolo di venanzio, la piatella pisana, il fagiolo piattello, il pomodoro perina a punta della Valtiberina, del fico di Carmignano e del testarolo.

I sigilli – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – sono i prodotti agricoli ed animali testimonial della nostra tradizione agricola. I sigilli valorizzano, insieme al prodotto, l’imprenditore agricolo, a cui va il merito di aver continuato a conservare semi antichi, piante centenarie e razze autoctone legate da secoli alla storia del nostro paese. I nostri mercati di Campagna Amica, 42 quelli che settimanalmente si alternano nelle piazze di città e borghi, di cui 4 coperti, e ai centinaia di punti vendita disseminati in tutta la regione, sono il canale privilegiato per trovarli ma anche il canale commerciale attraverso il quale sono tornati protagonisti delle nostre terre, delle nostre stalle e delle nostre tavole”.

La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole Made in Italy – conclude il presidente di Coldiretti Toscana, FilippiInvestire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni e affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.

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