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Il Teatro della Toscana non si ferma: no alla cassa integrazione, continueranno le attività “interne”

L'assessore alla cultura del comune Tommaso Sacchi e il direttore artistico Stefano Accorsi hanno presentato le misure per dare manforte ai teatri della Toscana

Giorgetti, Accorsi, Sacchi, Sereni, Chelli, Fossi - © Filippo Manzini

La Fondazione Teatro della Toscana che riunisce il teatro della Pergola, il teatro Era di Pontedera, il teatro Studio di Scandicci e la scuola di formazione Oltrarno ha presentato in una conferenza stampa presieduta dall’assessore alla cultura del comune di Firenze Tommaso Sacchi, dal direttore artistico Stefano Accorsi e dal Direttore Generale Marco Giorgetti le principali decisioni prese dopo l’ultimo Dpcm del governo che chiude i teatri, i cinema e le sale da concerto fino al 26 novembre.

L’assessore Sacchi ha fatto luce su alcuni dei punti fondamentali della strategia della fondazione. Per prima cosa ci ha tenuto a specificare che nessuno sarà più in cassa integrazione, tutti i lavoratori riceveranno cioè il regolare stipendio. In secondo luogo le attività del teatro non si fermeranno, continueranno le prove degli spettacoli, le scuole come anche l’attività legata al laboratorio dei costumi della Pergola un’eccellenza nazionale e molte altre. L’assessore Sacchi ha anche spiegato che intende dare subito un aiuto a tutti i teatri di Firenze privati e pubblici. Per fare questo utilizzerà 100mila dei 300mila euro stanziati per il bando “Inverno fiorentino” che prevedeva attività culturali che adesso non possono più essere realizzate in presenza e saranno in parte dirottate sul digitale. Sacchi ha anche aggiunto un appello alle istituzioni dello Stato per rendere disponibili il prima possibile i 5 miliardi che dovrebbero andare ad aiutare il mondo dei lavoratori della cultura e che fanno parte del così detto Fondo Extra-Fus.

Il Direttore Giorgetti ha anche dichiarato che appena si potrà il teatro della Pergola riaprirà con lo spettacolo The Dubliners della compagnia de “I Nuovi” che sarebbe dovuto andare in scena martedì 27 ottobre e lo spettacolo di Stefano Accorsi inaugurerà il teatro Era di Pontedera. Il teatro Studio di Scandicci diventerà invece un laboratorio aperto per i giovani attori che lo useranno per fare le prove per un nuovo spettacolo da loro prodotto.

“Ero molto emozionato stasera all’idea di vedere lo spettacolo de ‘I Nuovi’ perchè era la riapertura ufficiale del teatro della Pergola dopo tanti mesi di chiusura, mesi difficili. – ha dichiarato Stefano Accorsi – Era un bellissimo segnale, riaprire con il futuro, con i ragazzi più giovani. Poi ovviamente c’è stato il Dpcm che ci ha obbligati a rimandare questa grande emozione. In questi giorni c’è stato un botta e risposta abbastanza importante tra il Ministro della cultura che ci rappresenta e tutto il mondo della cultura e dello spettacolo. Io da uomo di comunicazione credo che il dialogo sia qualcosa di fondamentale soprattutto in un periodo di crisi. Davanti alla chiusura dei teatri qualcuno ha detto che i teatri sono il “vaccino dell’anima” e secondo me questa è una frase bellissima. Ci siamo tutti rimasti molto male, siamo rimasti colpiti da questo provvedimento e abbiamo regimo chiedendo: perchè? Secondo noi non è giusto. Ci siamo sentiti dire che noi non prendiamo in considerazione la gravità di quello che sta succedendo. Io rispondo dicendo che proprio noi che per primi abbiamo chiuso e che non riapriamo, noi che ci siamo fatti anche portavoce del ‘mettete sempre la mascherina, restate a casa, vi facciamo compagnia noi con Firenze Tv’, in molti modi, noi che abbiamo speso tanti soldi per mettere in sicurezza i nostri luoghi d’incontro come teatri o cinema, non possiamo sentirci dire questa cosa. Io non ci sto ad essere trattato come irresponsabile. Se si va avanti senza dialogare i toni non potranno che accendersi, per questo io credo che si debba dialogare perché questo non è il momento di litigare, è il momento di trovare delle soluzioni insieme e di andare avanti, tutti uniti“. Per Accorsi “adesso la priorità sono i lavoratori, facciamo qualcosa per i lavoratori dello spettacolo che hanno sofferto anche più di altre categorie perché i teatri sono stati i primi a chiudere e come vediamo saranno gli ultimi a riaprire, difficile dire quando. Quindi incontriamoci, parliamo di questo, al di là che chiudere un teatro dal punto di vista etico è una cosa forte – ha concluso Accorsi – ma adesso la priorità sono i lavoratori e la protezione delle persone”.

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