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Le imprese del futuro: collettive e legate al territorio, sono imprese generative

“Diventare imprese generative” è il convegno organizzato a Firenze da Confcommercio Toscana con il gruppo regionale Terziario Donna volto ad approfondire il tema del fare impresa nel contesto sociale, ambientale e culturale

Riflettere su nuovi modelli d’impresa e di società che possano essere generativi . Questo l’obiettivo del convegno “Diventare imprese generative”, organizzato a Firenze da Confcommercio Toscana con il gruppo regionale Terziario Donna (che rappresenta le imprenditrici dei settori commercio, turismo e servizi) dedicato ai nuovi modelli di impresa in grado di incidere positivamente non solo sull’economia, ma anche sul contesto sociale, ambientale e culturale del territorio

Le imprese generative

“Le imprese generative sono quelle che hanno una visione, le cui azioni imprenditoriali non sono solamente rivolte al massimo profitto ma pensano a chi verrà dopo di noi”, così ha spiegato la presidente di Terziario Donna Confcommercio Toscana Donatella Moica.

Ci sono molte imprese del terziario, ad esempio, collegate con città e quartieri, collegate al contesto in cui operano, capaci ovvero di interagire, e di farli positivamente, con il tessuto sociale del luogo. Come ha evidenziato il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni: “Oggi le aziende sono sempre meno proprietà di una persona e sempre più della collettività. L’impresa che può andare avanti è quella che vive in osmosi col territorio”.

Per una crescita virtuosa

Le imprese stanno cercando modelli virtuosi a cui ispirare la crescita, che siano sostenibili e che tengano conto anche degli equilibri sociali e ambientali. I numeri ci dicono che in Italia 5,6 milioni di individui vivono in povertà, che 1 giovane su 5 non lavora e non studia, che il tasso di natalità delle imprese è sempre più basso, che l’età media degli imprenditori è sempre più alta, e che solo il 26% delle imprese è a condizione femminile. Per questo è quantomai necessario pensare a nuovi modelli di sviluppo”, ha aggiunto il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli.

Ma come fare davvero ad avviare modelli di sviluppo etico e sociale? Lo spiega Valeria Di Bartolomeo, presidente del Gruppo Terziario Donna Confcommercio Pisa: Il rapporto tra l’impresa e il tessuto sociale in cui opera può cambiare e diventare più trasparente, tanto per fare un esempio: se spieghiamo al nostro cliente perché limiteremo l’uso dell’aria condizionata in un negozio o il lavaggio degli asciugamani in un hotel lo renderemo partecipe di un progetto che lo riguarda direttamente. Ecco perché è importante interrogarsi e mettere in campo azioni concrete su un modello di società che possa essere generativo e appunto generare valore per le nostre imprese e le nostre comunità”.

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