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Indro Montanelli, vent’anni dopo la morte. Il ricordo di Mattarella

Il suo paese d’origine, Fucecchio, ha ricordato e celebrato il giornalista morto nel luglio 2001. All’omaggio della città natale si aggiungono le parole del presidente della Repubblica

Indro Montanelli

Nel ventennale della morte di Indro Montanelli, Fucecchio (Firenze), suo paese natale, ieri l’ha ricordato. Quello della Toscana non è stato l’unico pensiero rivolto al giornalista. I membri della Fondazione Montanelli Bassi, tra cui il sindaco Alessio Spinelli e il presidente della Fondazione Alberto Malvolti, hanno reso omaggio a Indro Montanelli – morto alle 17,30 del 22 luglio 2001 nella clinica Madonnina di Milano – recandosi nel cimitero comunale dove, all’interno della cappella gentilizia, sono custodite le sue ceneri. Ad omaggiarlo è arrivato anche Marco Travaglio, cresciuto all’interno delle redazioni dirette da Montanelli, prima a Il Giornale e poi a La Voce. E sempre ieri sera Travaglio ha presentato proprio a Fucecchio il libro dedicato a Montanelli, intitolato Indro. Il Novecento. Racconti e immagini di una vita straordinaria (Rizzoli).

Marco Travaglio di fronte alle ceneri di Montanelli

Un carattere “toscano”

“Rifiutava con cocciutaggine qualsiasi omologazione, rivendicandolo al suo carattere di toscano”

A ricordare Montanelli è stato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Il ricordo di Indro Montanelli, a vent’anni dalla morte, suscita ancora intensa partecipazione, non soltanto in coloro che lo hanno conosciuto più da vicino, ma anche nei tanti che ne hanno apprezzato le qualità di cronista, di narratore, di divulgatore storico, di polemista che non rinunciava ai toni forti anche a rischio di disorientare i propri ammiratori ha detto il presidente della Repubblica. “Il giornalismo di Indro Montanelli ha attraversato gran parte del Novecento. Rifiutava con cocciutaggine qualsiasi omologazione, rivendicandolo al suo carattere di toscano. Intellettuale dalle inesauribili energie, maestro di scrittura, giornalista intransigente nella difesa della autonomia professionale, è stato per decenni – conclude il presidente – una personalità di rilievo nella cultura italiana e nel dibattito pubblico”.

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