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Professor Lopalco: “In Italia abbiamo solo trovato il coronavirus prima degli altri”

Intervista all’epidemiologo e docente dell’Università di Pisa: “Il problema sarà dover curare tante persone in un breve periodo di tempo”

Mentre il numero dei malati di Covid-19 in Italia ha superato le 1800 persone c’è però una prima buona notizia nei numeri di oggi. I guariti sono 149, 66 in più in un solo giorno, e soprattutto l’aumento dei malati ha rallentato la sua corsa: ieri era aumentato del 50% e oggi si è fermato al +16%. “Un dato confortante” ha sottolineato il commissario Angelo Borrelli ma che certo non è sufficiente per tirare il fiato. I prossimi giorni saranno cruciali per capire se le misure di restrizione adottate finora sono riuscite ad arginare il contagio. Abbiamo chiesto al professor Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore di Igiene e Medicina preventiva all’Università di Pisa, di aiutarci a capire meglio le dinamiche dell’epidemia.

Professor Lopalco, qual è la pericolosità di questo nuovo Coronavirus?
È un virus respiratorio che nella stragrande maggioranza di casi dà una sindrome simile a quella influenzale ma in una certa percentuale di casi, che può variare dal 20% al 30%, può dare delle forme più gravi che possono anche complicarsi e quindi richiedere la terapia intensiva.
Il problema è proprio questo, essendo un virus nuovo trova la popolazione scoperta dal punto di vista immunitario e quindi questa percentuale di casi più complicati va applicata a un numero molto alto di persone che possono ammalarsi. Anche se solo il 5% dei malati ha bisogno di essere curato in terapia intensiva se spalmiamo questo 5% su buona parte della popolazione e concentrato nel tempo può mettere in crisi il sistema sanitario.

Nel caso dei focolai del Nord Italia come mai il coronavirus si è diffuso così velocemente?
Nel Nord Italia abbiamo scoperto per caso che c’era questo virus, il primo caso ad essere stato individuato è stato fortuito perché era una persona che non era tornata dalla Cina. A questo punto abbiamo cercato e così tutti insieme sono venuti fuori questi casi, quindi il primo impatto è stato un picco di diagnosi: sono persone che magari l’inizio dei sintomi l’avevano avuto tre, quattro, cinque giorni o anche una settimana prima.
Quello che bisogna vedere è la curva dell’inizio dei sintomi per capire l’entità della velocità di trasmissione, sicuramente oggi abbiamo tanti casi e questo dimostra che il virus si diffonde molto velocemente.
Il virus ha cominciato a circolare nel periodo dell’influenza e i primi casi quasi sicuramente sono stati scambiati per influenza, per questo motivo non ci sono state le procedure particolari per cercare di contenerlo.

Come mai noi abbiamo un numero di casi più alto di paesi vicini europei come la Francia o la Germania? Forse perché abbiamo fatto più tamponi?
Non sono tamponi è che noi ce ne siamo accorti prima e quindi abbiamo cominciato a cercarlo prima, nel momento in cui in Germania inizieranno a cercarlo attivamente avranno più o meno lo stesso numero dei nostri casi, non vedo altre possibile spiegazioni.
Che non ci saranno altri focolai e il virus non circolerà più è molto improbabile, usciranno fuori focolai in tutto il mondo, ogni giorno escono le notizie che un nuovo paese ha scoperto focolai.

Uno studio italiano inviato all’Oms ipotizza che l’epidemia in Cina sia iniziata a ottobre, possibile che anche in Italia il Coronavirus girasse anche in precedenza rispetto al primo caso scoperteo e che questo sia il motivo per cui non è mai stato trovato il paziente zero?
È molto probabile – dico probabile perché non abbiamo le prove ma guardando l’andamento, questa esplosione improvvisa di casi –  che il virus stesse circolando in Italia in maniera sotterranea senza far troppa notizia già da fine dicembre, non lo escludo.

È una buona notizia? È possibile che un po’ di persone l’abbiano già avuto e superato con successo senza saperlo?
Questo già lo sappiamo ed è una buona notizia per tutti, la maggior parte delle persone supera l’infezione si superano senza problemi, il tasso di letalità di questo virus non è altissimo, il problema di questa epidemia non è tanto il numero dei morti ma che dovremo curare tantissime persone in un breve periodo di tempo.

L’Italia adesso non fa più tamponi agli asintomatici, seguendo le direttive dell’Oms, eravamo l’unico paese a farlo, secondo lei era una misura necessaria?
Nella prima fase dell’esplosione epidemica sì, era necessario cercare di capire quanto fosse diffuso il contagio, tanti tamponi agli asintomatici sono stati fatti perché erano stati a contatto con casi positivi e bisognava vedere se si erano infettati. Ovviamente lo si fa quando i numeri sono ancora gestibili, quando diventano troppi bisogna dare la priorità ai casi sintomatici come si fa adesso.

L’arrivo della primavera e l’aumento delle temperature potrebbe aiutarci a contenere il virus?
Non tanto l’aumento delle temperature quanto l’arrivo dell’estate con le vacanze, la chiusura delle scuole e il rallentamento delle attività produttive sicuramente porterà una diminuzione dei contagi come avviene sempre per le malattie cosiddette invernali, che non sono legate tanto al freddo quanto al fatto che si sta al chiuso con i riscaldamenti accesi, uno attaccato all’altro.

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