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La lezione di don Ciotti ai giovani: “La cultura fa paura alle mafie”

L’incontro del presidente di Libera con gli studenti delle scuole al Palacongressi di Firenze in occasione dell’apertura del Piano metropolitano della legalità

don-ciotti

Il primo testo anti mafia del Paese è la Costituzione italiana: la cultura fa paura alla mafie, così come la scuola. Le mafie ingrassano nell’indifferenza, nell’egoismo, nell’ignoranza, vogliono solo sudditi compiacenti“. Il presidente dell’associazione Libera don Luigi Ciotti, ha incontrato gli studenti delle scuole di Firenze al Palacongressi, in occasione dell’apertura del Piano metropolitano della legalità di Firenze e provincia; un progetto promosso dalla Città metropolitana, dall’Ufficio scolastico provinciale di Firenze con la rete dei Comuni metropolitani.

Il presidente di Libera ha messo in guardia i ragazzi dai rischi delle infiltrazioni mafiose: “Oggi la presenza criminale più forte non è al Sud Italia, ma al Centro-Nord: le mafie sono più forti di prima, se ne parla di meno e si va nella direzione generale di una normalizzazione. È necessario uno scatto“.

Dove arriva una tragedia – ha aggiunto – come un terremoto o il Covid i mafiosi annusano, hanno denaro per corrompere. Oggi la mafia è molto concentrata col mondo dei professionisti, è ben presente nei salotti buoni. Parliamo di massoneria deviata, la massoneria c’è, eccome se c’è in tutto questo. E la presenza mafiosa non è solo in Italia, ma è globalizzata in tutte le sue forme. Oggi l’Europa è più preoccupata della distribuzione del denaro del Pnrr che nel capire come poter contrastare le mafie che si avventeranno su tali risorse”.

La legge sui beni confiscati alle mafieè stata una delle più belle risposte. Metà di questi beni non sono usati, molti sono abbandonati, si potrebbe fare di più. Tuttavia la confisca è uno schiaffo a chi ha scelto il male ed è una bonifica sociale e culturale” ha aggiunto don Luigi Ciotti.

I mafiosi – ha aggiunto – sono disposti anche ad accettare il carcere ma non che gli vengano tolti i poteri ovvero i soldi, le terre. Per loro bonificare quei territori è uno schiaffo. Non sopportano di vedere giovani associazioni che si allargano, non sopportano di vedere giovani che vanno sulle loro terre confiscate a lavorare“. Riguardo alla lotta alle mafie e alle illegalità, ha continuato, il compito non è solo della magistratura, delle forze di polizia a cui va stima e gratitudine per il loro lavoro: “è un compito di ciascuno di noi“.

E ai ragazzi ha detto: “c’è bisogno di voi. C’è bisogno – ha esortato – di ragazzi appassionati, curiosi, sensibili, impegnati. Sono importanti la conoscenza, la consapevolezza, la responsabilità. Ai ragazzi dico che bisogna voler bene ai loro professori, a chi fa percorsi sulla cittadinanza, sulla legalità. Il mio sogno è la città educativa. Non deve essere tutto sulle spalle della famiglia o della scuola: è tutta una città che deve sentire sulla propria pelle la necessità di portare un contributo. Ricordiamo che non c’è legalità senza uguaglianza“.

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