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La tecnologia salva la vita: il caschetto del volontario del 118 in diretta col medico

Sperimentato per la prima volta in Italia dalla Centrale Operativa di Pistoia-Empoli per sei mesi REC-VISIO 118 è stato utilizzato in oltre 400 interventi dai volontari della Misericordia

Un team di ricercatori dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione (TeCIP) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e la ditta TIME srl hanno ideato e realizzato REC-VISIO 118, un sistema di teleassistenza che collega le centrali operative del 118 agli operatori delle ambulanze.
REC-VISIO 118 tramite una telecamera montata su un casco indossato da un volontario permette agli ‘occhi’ di un medico di collegarsi direttamente con l’ambulanza e di fornire così un aiuto che può essere decisivo in casi di emergenza grave come nel caso di un infarto, un ictus o una crisi respiratoria.

L’idea nasce dai risultati di un Progetto di R&S cofinanziato dalla Regione Toscana, Bando POR RSI, denominato REC-VISIO, sviluppato dalla Scuola Sant’Anna sotto il coordinamento di Piero Castoldi, docente di Telecomunicazioni del Laboratorio INRETE dell’Istituto TeCIP, e dall’azienda TIME srl.

“La storia del progetto è lunga, – ci ha raccontato Pietro Castoldi – l’idea era di fare qualcosa di ‘indossabile’, all’inizio non era neanche un casco ma una fascia. La tecnologia è stata pensata in origine per gli arbitri di calcio in campo. Non era una moviola, era un sistema per vedere se l’arbitro era attento alla partita e non si distraeva, quindi per la valutazione degli arbitri. Ma il successo nel mondo calcistico fu limitato, non ebbe la penetrazione sperata. Quindi insieme all’azienda con cui abbiamo sperimentato il progetto che è la TIME srl. di Capannori ci venne in mente di utilizzarlo, già in epoca pre-Covid, per aiutare i volontari del 118.”

Come funziona il Rec-Visio?

La tecnologia consiste un una telecamera collegata con una centrale operativa del 118 tramite tecnologia 4G, in futuro anche 5G, un sistema cloud che raccoglie e combina i flussi audio e video e la possibilità di avere audio bidirezionale. Il video non è bidirezionale perchè il medico non manda la sua immagine ai volontari, non ce n’è bisogno.

Potrebbero esserci tante altre applicazioni per aiutare non vedenti e ipovedenti, per esempio

Sì, infatti la prima cosa che abbiamo fatto è stato quello di testare la tecnologia sul campo. Nell’estate 2019 è stata provata dal 118 di Pistoia con successo per circa 400 interventi. Ci stiamo muovendo anche verso altre applicazioni, per esempio l’assistenza domiciliare. Diciamo che una obiezione che ci viene fatta è: ‘non basta un cellulare per fare tutte queste cose?’. Sì, si possono fare anche col cellulare, ma c’è un fatto di semplicità e di praticità. Intanto il volontario ha le mani libere, non deve cercare un’app, accenderla, posizionare il cellulare, c’è un bottone da premere sul caschetto e il volontario si collega subito, non c’è da regolare niente. E’ tutto molto semplice. Sul caschetto c’è un sensore inerziale che se tu muovi la testa stabilizza il video, non fa vedere i movimenti del capo, è una tecnologia fatta apposta per questo tipo di utilizzo. La cosa più importante è avere le mani libere in situazione di emergenza e poter usare un sistema già pronto all’utilizzo. La telecamera è di ottima qualità, è l’elemento più costoso e poi un microfono ambientale sofisticato.

Quali sono i prossimi passi?



Al momento l’azienda che ne ha lo sfruttamento commerciale ha già dei preordini di alcune centrali del 118. Nella seconda metà di settembre faremo anche un webinar di diffusione della tecnologia, per spiegare a cosa può servire. Stiamo pensando anche all’utilizzo in altri ambiti.

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