Cultura/

La Versilia esulta per la vittora di Alfonso Cuaròn agli Oscar 2019

Il regista messicano, dal 2014 cittadino onorario di Pietrasanta, ha vinto con il film ‘Roma’ tre statuette

Film Roma

Anche la Toscana festeggia per i risultati della notte degli Oscar, che si è svolta a Los Angeles lunedì 25 febbraio. Il regista messicano Alfonso Cuaròn, vincitore di ben tre statuette con il film Roma, è infatti, dal 2014, cittadino onorario di Pietrasanta, in provincia di Lucca. Le statuette vinte sono state per il Miglior film straniero, Migliore regia e Migliore fotografia. I tre Premi Oscar sono l’apice di un palmarès di tutto rispetto: il film ha già vinto il Festival di Venezia 2018, si è aggiudicato 2 Golden Globes, 4 premi ai BAFTA, 4 ai Critics Choice Award.

Nel film siamo a Città del Messico negli anni ’70, che il regista ripercorre con un nostalgico bianco e nero, ma con un racconto che non fa sconti e mostra le contraddizioni di una città dove convivono forti tensioni sociali, la ricca borghesia dei “gringos’ di discendenza spagnola – epigoni di chi ha depredato il paese secoli prima – e la popolazione indigena.

Proprio la cameriera e baby sitter di casa, Cléo, è espressione dell’autenticità indigena, che come una terra fertile, innocente e generosa, dona senza chiedere niente in cambio. Dà amore ai bambini della casa dove lavora come se fossero suoi figli, accudisce, pulisce – anche gli escrementi dei cani che, immancabili e in primo piano, riportano lo spettatore alla dimensione di sporcizia e povertà che si trova alla porta delle case padronali – perfino i suoi spasimanti si approfittano di lei. Ma in questo percorso a senso unico, di profusione di amore non ricambiato, Cléo diventa l’emblema del femminismo ontologico del cinema di Cuaròn, che lascia, alla fine del film, nella grande casa, la ricca borghese abbandonata dal marito, sua mamma, la cameriera, ad indicare che se la vita va avanti è solo grazie a loro. Gli uomini sono fuori, in città o altrove, a combattersi tra loro, a fuggire, a tradire, ad essere violenti, a non essere capaci di amare.

Il film è un capolavoro per la dimensione umana che rappresenta, per la storia del Messico che fotografa, per essere il diario intimo di un regista di grande talento e per una fotografia e un racconto per immagini indimenticabili.

Il film, prodotto da Netflix, è stato distribuito in sala per un tempo limitato, per poi essere disponibile per gli spettatori sulla piattaforma in streaming. A tale proposito non sono mancate le polemiche, sul ruolo delle nuove piattaforme online nella produzione cinematografica e sulla fruizione dei film, che vede sempre di più l’esclusione delle sale: quasi un braccio di ferro tra la vecchia e la nuova guardia tra i professionisti del cinema. Ma se è vero che va salvaguardata l’autenticità del bel cinema sul grande schermo, è innegabile che le nuove piattaforme, Netflix in primis, stanno dando un forte impulso alla produzione di film, al quale sarebbe inutile, assurdo, e forse anche discriminatorio rinunciare.

L’intera Versilia ha esultato per la vittoria di Alfonso Cuaròn, cittadino di Pietrasanta, agli Oscar, e chi non ha ancora visto il film, lo acclama: per questo il cinema Borsalino di Camaiore lo ripropone mercoledì 27 (alle 21.15) e Apuania Cineservice lo proietterà al cinema comunale di Pietrasanta dal 1° al 3 marzo.

I più popolari su intoscana