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L’abbraccio della Toscana agli orfani ucraini giunti a Fosciandora

La Garfagnana ha accolto il gruppo di minori in fuga dalla guerra, a distanza di un mese dal loro arrivo l’incontro con il presidente Giani

Il presidente Giani visita i 34 orfani ucraini accolti a Fosciandora - © Paolo Lo Debole

Ad un mese esatto dal loro arrivo in Italia si sono pienamente ambientati a Fosciandora, piccolo borgo toscano immerso nel verde della Garfagnana, i 34 minori orfani ucraini. Sono bambini e ragazzi di età compresa i tra i 9 mesi e i 18 anni e sono accompagnati da 10 educatrici.

Il presidente Giani ha visitato la struttura che li ospita, di proprietà dell’Ordine della Madre di Dio di Fosciandora, mentre  l’accoglienza è gestita dalle Misericordie della Toscana. Insieme al presidente Giani erano presenti tra gli altri, il senatore Andrea Marcucci, l’assessore Stefano Baccelli, il presidente delle Misericordie della Toscana Alberto Corsinovi, il sindaco di Fosciandora Moreno Lunardi e il consigliere regionale Mario Puppa.

Il presidente Giani visita i 34 orfani ucraini accolti a Fosciandora – © Paolo Lo Debole

Una piccola ma emozionante cerimonia, durante la quale i bambini hanno intonato canzoni in ucraino, è  stata l’occasione per la consegna ai piccoli in età  scolare di 29 computer donati dalla Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia e dall’azienda Kedrion.

La bellezza è che a questi bambini rimanga sempre in mente l’accoglienza della Toscana – ha detto il presidente Giani – ho avuto una bellissima relazione umana, una bellissima e intensa capacità di rapporto con quelle che saranno le nuove generazioni dell’Europa, appunto questi bambini ucraini. Mi sento orgoglioso sia del modo in cui li stiamo accogliendo, sia di quella che complessivamente è la disponibilità della Toscana per i circa 10 mila ucraini che stanno in questi giorni trovando il modo di vivere più serenamente proprio attraverso quelli che sono i nostri valori: la Toscana della solidarietà“.

Il presidente Giani visita i 34 orfani ucraini accolti a Fosciandora – © Paolo Lo Debole
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