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L’ascesa dell’olio Dop Chianti Classico e le nuove frontiere dell’export

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 fotografa la performance del consorzio chiantigiano che sta lavorando a una campagna di promozione con i produttori di vino

Gli uliveti del Chianti Classico Dop

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 fotografa la performance dell’olio Dop Chianti Classico. La categoria degli oli di oliva conta 49 denominazioni e rappresenta l’1% sia del valore alla produzione che dell’export del comparto Cibo IG.

La produzione certificata dell’Olio Dop Chianti Classico tra il 2019 e il 2020 registra un +13,8% (milioni di euro) con una differenza per il valore alla produzione del +34,7%. Mentre il valore al consumo in percentuale è in lieve calo (-1,4%), il valore all’export (milioni di euro) segna un +19%.

In generale cala la quantità certificata per il secondo anno di fila. Il dato è condizionato dal crollo del Terra di Bari Dop, mentre si registrano risultati alterni per le altre denominazioni: sembra crescere il ruolo delle Igp regionali registrate negli ultimi anni.

Il Rapporto Ismea-Qualivita 2021 sugli oli di oliva Dop Igp

Significativo il risultato del Consorzio dell’olio Dop Chianti Classico che ha compiuto passi in avanti e ottenuto importanti riconoscimenti in tempi recenti. E’ dell’anno scorso il premio per il miglior olio DOP al mondo al Japan Olive Oil Prize di Tokyo: a imporsi il “Ruggente” dell’azienda biologica Castel Ruggero Pellegrini.

Alla guida del Consorzio di tutela c’è il presidente Gianni Pruneti. “Il Chianti Classico DOP è un prodotto di altissima qualità, riconosciuto dai cultori dell’olio – sottolinea Pruneti a Qualivita – Ha enormi potenzialità di crescita, come dimostrato dal continuo aumento sia del valore che delle aziende produttrici, e stiamo lavorando perché sia sempre più presente nell’Horeca e nella vendita diretta: sono i nostri canali di riferimento, dove viene riconosciuto a pieno titolo il valore aggiunto della DOP“.

Per l’export il Chianti Classico DOP oltre a guardare allo storico mercato nordamericano non dimentica anche l’Inghilterra, la Germania e il Giappone. “La sfida che abbiamo davanti è impegnarci su tutti i mercati per comunicare sempre meglio l’unicità del nostro olio e la sua riconoscibilità, forti anche del simbolo del Gallo Nero che identifica questa terra già dal Medioevo” conclude.

Il Consorzio dell’olio extravergine di oliva Dop Chianti Classico ha ottenuto il riconoscimento nel 2001, anche se ha cominciato a muovere i primi passi nel 1975 come organizzazione volontaria.

La Denominazione di Origine Protetta (Dop) dell’olio extravergine d’oliva del “Chianti Classico è riferita all’olio prodotto nlle province di Firenze e Siena, un territorio di circa 70mila ettari, nello stesso areale di produzione del vino Docg Chianti Classico. La zona è identificata geograficamente fin dal 1200 e prove della coltivazione dell’olivo si hanno già in epoca rinascimentale.

Le varietà ammesse per le olive sono “Frantoio”, “Moraiolo”, “Leccino”, “Correggiolo” per almeno 80% da sole o congiuntamente, mentre il restante 20% può essere riferito ad altre varietà. Possiede “sapori fruttati e preziosi, con sentori di carciofo crudo ed erba fresca, e regala una gradevole sensazione di piccante in gola”.

Il Consorzio conta oltre 300 soci che operano nei comuni di Castellina in Chianti, Gaiole in Chianti, Greve in Chianti, Radda in Chianti e, in parte, dai comuni di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa.

La promozione dell’olio Dop Chianti Classico va di pari passo con quella del vino Chianti Classico Docg. I rispettivi consorzi hanno stanziato 1,6 milioni di euro per progetti di comunicazione e promozione nell’ambito di una campagna di informazione e promozione sul sistema delle indicazioni geografiche europee del programma denominato “Magical Experience of European Taste” – Meet.

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