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Legalità, Toscana e Campania alleate contro mafie e camorra

Le due regioni impegnate nella gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata a cominciare dalle tenute di Suvignano e La Balzana

L’accordo sottoscritto dai presidenti di Campania e Toscana

Toscana e Campania firmano un’intesa, di quattro anni, per la promozione della cultura della legalità e per la restituzione alla collettività dei beni confiscati alla criminalità organizzata. In particolare l’obiettivo è migliorare la gestione dei beni, a vantaggio dello sviluppo dei territori e con finalità pure inclusive e di integrazione sociale.

L’intesa è stata firmata dal presidente della Regione Eugenio Giani e dal governatore campano Vincenzo De Luca. Il patto, è stato spiegato nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati, passa dalle tenute di Suvignano nel senese e La Balzana in provincia di Caserta: due modelli di beni strappati a mafie e camorra e diventati simboli del riscatto dello Stato.

Questo esempio di accordo tra Toscana e Campania può diventare un modello per tante regioni. Noi dobbiamo dare l’esempio, far sì che agricoltura e agriturismo riescano ad esprimersi col senso dell’utilità sociale nei beni confiscati alla criminalità organizzata. Se tra Regioni ci aiutiamo, ci diamo consigli, si può creare un valore aggiunto” ha sottolineato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. “L’aiutarsi reciprocamente è anche un segnale forte di uno Stato autorevole“, ha aggiunto Giani.

Si tratta di un accordo più tecnico, tra ‘Ente Terre’ e ‘Agrorinasce’, ovvero le due società pubbliche che gestiscono le tenute di Suvignano e Balzana: la collaborazione prevederà l’elaborazione di studi e ricerche sullo sviluppo agroalimentare e l’economia circolare.

Le due Regioni scambieranno dati, informazioni, organizzeranno azioni future per migliorare la gestione dei beni, di sperimentazioni e innovazioni produttive e ambientali.

La rinascita della tenuta di Suvignano

La tenuta di Suvignano sulle colline del senese, a cavallo tra Monteroni d’Arbia e Murlo, è un po’ il simbolo dei beni confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata, che anche in Toscana sciacqua i propri denari e fa affari. E’ il bene più importante requisito nella regione e tra i più grandi in Italia: il più esteso del Nord Italia.

I beni confiscati alla criminalità in Toscana

Sono 199 i beni confiscati alla criminalità organizzata che la Anbsc (l’azienda nazionale che li ha amministra) ha destinato alla Toscana. E’ l’ultimo dato disponibile negli archivi Open Regio, al netto della tenuta di Suvignano. Si tratta di 21 aziende e 178 immobili.

La Regione però ricorda che, siccome si tratta di unità catastali (pertinenze comprese), alla fine la consistenza reale degli immobili è minore. A volte scatole vuote prive di valore autentico oppure non utilizzabili.  Dei beni già destinati, 138 immobili sono stati trasferiti al patrimonio degli enti territoriali (26 Comuni), 27 sono stati mantenuti al patrimonio dello Stato e 13 messi in vendita. La provincia che ne conta di più è Arezzo (45), seguita da Pistoia (35) e Firenze (18).

 

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