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Leonardo, boom di ascolti su Rai Uno per la fiction sul genio Da Vinci, tra ricostruzioni storiche e fiction

Iniziata il 23 marzo, grande attesa per la serata finale, su Rai Uno, il prossimo 13 aprile. Dalla regia al cast, la serie tv che celebra il grande artista e inventore toscano, ha un carattere internazionale. Ma il sapere artigianale della sartoria pratese porta nella serie tv un pezzetto di Toscana

Serie Tv Leonardo - © Foto ufficio stampa Rai

Dopo il successo de I Medici, la tv pubblica dedica una serie a Leonardo

In onda su Rai Uno dal 23 di marzo, la nuova serie tv Leonardo, che celebra la figura del grande Leonardo di Ser Piero Da Vinci, artista, architetto e inventore nei più diversi campi dello scibile umano, sta realizzando un boom di ascolti, fin dalla prima serata, quando ha totalizzato il 28,2 percento di share. Grande attesa per la serata finale della fiction tv, che si terrà il 13 aprile, in prima serata.

La serie, che si pone nel solco dell’altra grande fiction Rai, I Medici, pur andando a valorizzare un genio del Rinascimento, che ebbe in natali nel 1452 ad Anchiano, frazione città toscana di Vinci, non “parla” toscano: non è infatti stata girata nei luoghi originali ma negli studi di Formello – dove è stata interamente ricostruita la Firenze del Rinascimento – e in Lombardia, è diretta da Dan Percival e Alexis Sweet, e si avvale di un cast di attori internazionali – che recitano in inglese per essere poi doppiati in italiano – composto da Aidan Turner nel ruolo di Leonardo, Matilda De Angelis (attrice sulla cresta dell’onda in questo momento, sempre più richiesta dalle produzioni italiane e estere), Carlos Cuevas, Alessandro Sperduti, James D’Arcy, Robin Renucci, Flavio Parenti, Miriam Dalmazio, Antonio De Matteo, Freddie Highmore, con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Giannini nel ruolo di Andrea del Verrocchio.

Nella serie tv si racconta un Leonardo inedito, tra personaggi realmente esistiti e di fantasia

La serie Leonardo, prodotta, come I Medici, da Lux Vide con Rai Fiction, insieme a Big Light Productions, in associazione con France Télévisions, RTVE e Alfresco Pictures, co-prodotta e distribuita nel mondo da Sony Pictures Television, va a svelare, in otto episodi (divisi in quattro serate), gli aspetti più insoliti e misteriosi del carattere del grande artista, i suoi travagli interiori, i suoi amori proibiti. La donna misteriosa che ha ispirato il suo capolavoro perduto, la Leda col cigno, viene qui individuata in Caterina Da Cremona (Matilda De Angelis), personaggio immaginario, di cui forse si trova qualche aggancio con la reale vita di Leonardo in una donna menzionata in alcuni carteggi.
La serie ha infatti avuto inizio con Leonardo poco più che ventenne, quando lavora come apprendista nella bottega di Andrea Del Verrocchio a Firenze, dove incontra la giovane Caterina Da Cremona, che posa per lui come modella. Da qui si dipana una storia, declinata in diversi generi, dalla fiction storica romanzata alla fiction crime che, pur andando a rappresentare alcuni fatti e vicende realmente accadute, lascia molto spazio all’invenzione, nella quale, ad esempio, il personaggio di Stefano Giraldi – giovane investigatore che deve indagare sul crimine commesso da Leonardo per conto del Podestà, interpretato da Freddie Highmore – risulta essere di pura fantasia. C’è insomma molto spazio alla fiction in questa serie, ai quei “falsi storici” che servono ai registi a rendere accattivante una storia già universalmente conosciuta, ma che ha però il pregio di mostrare un Leonardo inedito, dal carattere difficile a causa delle difficoltà familiari, abbandonato alla nascita, probabilmente cresciuto in modo solitario, come figlio non riconosciuto di un notaio, quasi certamente omosessuale in un periodo storico nel quale permanevano la proibizione e condanna di questo orientamento sessuale. E in ogni episodio si mostrano le sue invenzioni, dalle macchine da guerra alle grandi sculture in bronzo, mettendo in luce la relazione tra vita e opera d’arte.

I costumi della serie Leonardo sono stati creati a Manifatture Digitali Cinema Prato

E la Toscana fa irruzione nella serie grazie alla manualità dei sarti e dei costumisti: la maggior parte degli abiti di scena della serie Leonardo sono stati realizzati a Prato, nei laboratori sartoriali di Manifatture Digitali Cinema, nel corso del laboratorio “Bottega di Alta Specializzazione Costumi Rinascimento 2 – I Tempi di Leonardo” guidata dal Costume Designer Alessandro Lai. E’ qui che sono stati foggiati 60 costumi di scena, con i tessuti provenienti dalle aziende pratesi, con altrettanti accessori, per un totale di quasi 270 pezzi.

Leonardo, un grande personaggio del Rinascimento italiano, che ha affascinato registi italiani e internazionali, del piccolo e grande schermo

La figura di Leonardo Da Vinci è già stata celebrata al cinema e alla tv, con una serie di film e sceneggiati, tra cui il memorabile, La vita di Leonardo, andato in onda nel 1971 su Rai Uno, per la regia di Renato Castellani, che vedeva protagonista l’attore francese Philippe Leroy e oggi visibile su Rai Play.
Anche Luca Argentero, attore di talento e sex symbol del cinema italiano, ha vestito i panni del grande genio toscano in Io, Leonardo, fiction prodotta e trasmessa su Sky Arte,  una docu-fiction fedele alla storia e di qualità. Una ricostruzione del tutto favolistica invece (fino ai limiti dell’irrispettoso e del macchiettistico) è invece stata quella fatta dal film Da Vinci’s Demons, interpretata da Tom Riley. Il codice da Vinci, romanzo di Dan Brown, è diventato un film – anche questo dai toni fantastici e thriller – diretto da Ron Howard, per la trilogia – composta anche da Angeli e Demoni e Inferno – e che vedeva protagonista il professor Robert Langdom, interpretato da Tom Hanks.
Per la commedia, indimenticabile l’interpretazione di Paolo Bonacelli di Leonardo, nel film di Roberto Benigni e Massimo Troisi, Non ci resta che piangere (1984), al quale è affidata una delle scene più esilaranti, proprio nel finale del film, quando chiama i due protagonisti, una delle migliori coppie comiche di sempre, catapultati dai giorni nostri al Rinascimento, “Ingegneri!… Treno!”, per mostrare loro come fosse riuscito ad inventare una locomotiva a vapore.

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