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L’olio è 5.0, il satellite veglia dall’alto sulla salute degli uliveti

Nell’azienda agricola La Crocetta nei dintorni di San Casciano dei Bagni l’imprenditore Alberto Leotti si avvale delle più moderne tecnologie per monitorare le coltivazioni e programmare gli interventi contro la mosca olearia

L’azienda agricola La Crocetta

Dimenticate la macina in pietra spinta dal mulo, i vecchi attrezzi del contadino ormai pezzi da museo. Oggi gli strumenti a disposizione del moderno agricoltore sono smartphone e satellite. Un Grande Fratello degno del 1984 di Orwell che veglia sui campi e consiglia interventi e trattamenti via cellulare. Uno scenario solo in apparenza avveniristico che è da tempo realtà nell’azienda agricola La Crocetta nei dintorni di San Casciano dei Bagni dove l’agricoltura è 5.0 a tutti gli effetti. A sorvegliare sulle tremila piante di olivo della tenuta i satelliti che dall’alto monitorano le coltivazioni e suggeriscono come e quando intervenire. Un’agricoltura di precisione che l’imprenditore Alberto Leotti ha abbracciato senza esitazioni per monitorare gli oltre 350 ettari della proprietà di famiglia.

I fratelli Antonio e Alberto Leotti

Leotti cinque anni fa ha scelto di lasciare Roma e di tornare nel Senese. Qui, dopo 25 anni di lavoro nel mondo del cinema e della televisione, ha preso in mano la gestione dell’azienda puntando sull’apporto della tecnologia per migliorare e incrementare la produzione di olive e al tempo stesso sfruttare al meglio le condizioni ambientali favorevoli.

Nell’agricoltura vedi i risultati subito, non è come nel cinema che lo sai dopo due anni quello che succede – racconta Leotti -. Mia madre viene da San Casciano dei Bagni e io fin da piccolo frequentavo la campagna. Dopo 25 anni a Roma sentivo che il mio percorso si era concluso, non avevo più stimoli. Quattro anni fa ho fatto questa scelta di valorizzare questo patrimonio di famiglia che è sempre stato ben mantenuto ma non c’ha mai puntato nessuno seriamente. Ho deciso con i miei fratelli di lavorare sull’olio e sull’olivo perché è una zona deputata a questo tipo di agricoltura. Oggi produco un blend, il blend della Dop usando quattro, cinque tipi di olive“.

I primi risultati già si vedono: il prodotto ottenuto è di alta qualità come testimonia il premio Dubai per l’Expo conquistato dall’olio di famiglia: il Nebbio. La tecnologia aiuta in questo l’opera dell’agricoltore e offre infine possibilità di crescita e miglioramento.

Grazie alla start up Agricolus tutto il mio uliveto viene costantemente monitorato dall’alto – prosegue Leotti che è anche vice presidente del Consorzio Terre di Siena – . Ogni 5 giorni il satellite passa a controllare e via smartphone ricevo una serie di immagini con indicazioni e suggerimenti per intervenire sulla base di algoritmi e parametri stabiliti . Così il satellite mi dice di cosa ha bisogno ogni singolo appezzamento del terreno: dall’azoto, al potassio al fosforo”. Un aiuto hi-tech prezioso soprattutto in periodi difficili come l’annata 2021. “Con circa 200 quintali di olive l’anno scorso, che è stata un’annata ottima per la zona del Senese ho avuto una produzione di circa 20 quintali. Quest’anno la resa si annuncia molto più bassa, del 10-12%. A metterci ko è il clima, tra gelate primaverili e siccità ma anche perché questo è un anno di scarica. Forse se non ci fossero state le tecnologie probabilmente non potremmo produrre nemmeno un litro“.

Ma solo il satellite non basta. Il nemico giurato per eccellenza è la mosca olearia: all’azienda agricola La Crocetta è stato messo a punto un piano integrato d’intervento per batterla. Leotti ha scelto di aderire a uno dei Progetti integrati di filiera agroalimentare (Pif) dell’Università di Pisa: capofila del programma è la cooperativa Olivicoltori del Cetona a cui conferisce le olive. Anche in questo caso le informazioni arrivano via smartphone con il monitoraggio settimanale dello stato delle piante. L’imprenditore, da qualche mese, ha anche installato delle innovative trappole con feromone e bioinsetticida e come contromisura naturale sparge con un trattore irroratore del caolino: “forma un patina dura e così l’insetto non riesce a bucare l’oliva. Inoltre è d’aiuto anche contro la siccità”.

Leotti ha le idee chiare sui risultati che intende conseguire ma soprattutto vuole svecchiare l’immagine di un’agricoltura da spot del Mulino Bianco: “Oggi questo mondo è altamente tecnologico e soprattutto va avanti. Basta con questa retrotopia. Bisogna guardare al futuro, all’innovazione. Ad esempio io non uso più le latte per l’olio e lo conservo sotto azoto. Lo imbottiglio a richiesta e in questo modo è sempre perfetto, come appena franto“.

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