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L’Università di Pisa garantisce l’assistenza sanitaria ai fuorisede

Sono 15mila gli studenti residenti in un’altra regione che beneficeranno del servizio, grazie all’accordo tra Ateneo e Asl

Medico di base

A partire dal prossimo anno accademico, gli studenti dell’Università di Pisa residenti fuori regione e senza domicilio sanitario in Toscana avranno garantita l’assistenza sanitaria primaria.
La novità è possibile grazie al progetto che coinvolge l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e i medici di medicina generale della zona pisana. L’accordo, che sarà attivato in via sperimentale con previsione di rinnovo, è stato presentato oggi.

Sono 15mila gli studenti da fuori Toscana a Pisa

“Questa convenzione è pensata per gli oltre 15.000 studenti del nostro ateneo che arrivano a Pisa da fuori regione, molti dei quali non fanno richiesta di ‘domicilio sanitario’, col risultato di essere privi, sul nostro territorio, di un medico che li possa assistere – ha commentato il rettore Paolo Maria Mancarella – da oggi, potranno contare su un servizio di assistenza sanitaria primaria appositamente dedicato a loro. Un’iniziativa che nasce dal profondo senso di responsabilità che abbiamo nei confronti delle nostre studentesse e dei nostri studenti, ma anche dall’esigenza di evitare il ricorso alla guardia medica e al pronto soccorso”.

Il progetto vede già la disponibilità di circa 20 medici di medicina generale convenzionati nella zona pisana che hanno risposto positivamente al bando dell’Usl Toscana Nord Ovest. Avranno il compito di effettuare le visite agli studenti, sia ambulatoriali che domiciliari, e di rendicontare periodicamente all’Usl le prestazioni effettuate per il calcolo dei compensi.

Una quota di 15 euro per il servizio

Da parte sua, l’ateneo pisano raccoglierà le adesioni, chiedendo una quota per il servizio di 15 euro, la somma servirà come primo fondo per il pagamento delle prestazioni mediche. Per le visite gli studenti non dovranno pagare alcuna somma, limitandosi a convalidare l’effettiva effettuazione della prestazione.

“Un’iniziativa molto importante per garantire diritto alla salute e diritto allo studio – ha commentato l’assessora rwgionale all’Università e alla Ricerca Alessandra Nardinioggi si aggiunge un altro tassello importante, mai come in questi mesi abbiamo avuto conferma di quanto sia importante tenere insieme e garantire diritto alla salute, all’assistenza sanitaria, e diritto allo studio, scolastico e universitario, come in questo caso”. 

“Dal censimento realizzato in vista dell’attivazione di questo servizio – ha concluso il professor Rossano Massai, prorettore per gli Studenti e il Dsu – è emerso un gradimento assai ampio e quasi generalizzato, con il 95% degli iscritti fuori sede interessato ad aderire, anche con il pagamento di una quota modesta, e con il 64% di chi oggi usufruisce della domiciliazione sanitaria interessato ad abbandonarla per passare alla nuova forma di assistenza. Sono studenti residenti in tutte le regioni italiane, con netta prevalenza per quelle del Sud, dalla Sicilia alla Puglia, dalla Calabria alla Sardegna e alla Campania”.

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