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Stelle decapitate e “smarriti” che vagano senza meta: l’arte di Franco Ionda a Palazzo Pitti

Fino al 12 dicembre 36 opere che trasmettono il disorientamento dell’attuale momento storico senza perdere la speranza nel futuro

“Guardate! Hanno di nuovo decapitato le stelle e insanguinato il cielo come un mattatoio” è questo verso di Vladimir Majakivskij dalla poesia “La Nuvola in calzoni” che ha ispirato l’artista Franco Ionda che esporrà le sue opere a Palazzo Pitti nell’Andito degli Angioini fino al 12 dicembre.

La mostra “Smarriti” contiene 36 opere: stelle decapitate dalla forma irregolare, chiodi stretti e lunghi, sagome nere che vagano senza meta, “sbandati” che vogliono ricordare con una potente metafora il dramma dei migranti, dei prigionieri, dei reduci di guerra, delle madri nei territori di confino.

Gli astri caduti e spezzati partecipano alle tragedie dell’umanità dialogando con le immagini dei migranti e delle madri profughe prelevate dai mass media, ma soprattutto con una serie di silhouettes nere, messaggio universale che va oltre i singoli eventi storici: schiere di uomini costretti a vagare senza meta, marines degradati a soldatini, teste “vuote” di generali allo sbando. Sono loro i veri protagonisti della mostra, gli Smarriti del titolo.

Ambigua, 2020

Tuttavia nell’arte di Ionda il caos, il disequilibrio, l’oscurità non sono mai privi di speranza: in Ambigua, la grande tavola site-specific realizzata proprio per gli spazi dell’Andito degli Angiolini, la figura del lanciatore è infatti colta nell’atto di rilanciare le stelle in cielo, proprio con l’intenzione che esse possano tornare a illuminare la notte.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: A Palazzo Pitti arriva l’universo di immagini di Franco Ionda, artista che reagisce alla perdita di riferimenti di oggi tramite un fitto repertorio di forme, di rimandi letterari, di invenzioni, che servono a scuotere gli animi, senza dimenticare la centralità dell’uomo e la sacralità della vita. Le opere di Ionda ci ricordano infatti come l’umanità intera abbia ormai abbandonato la stanzialità, e si trovi nel mezzo di un cammino quasi dantesco, senza diritta via, tra le stelle e i chiodi, e – con l’ultimo verso della Divina Commedia – mossa da nient’altro che l’amore”.

Chi è Franco Ionda

Franco Ionda è nato nel 1946 a Firenze, dove tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del Novecento frequenta l’Accademia di Belle Arti. Dopo un breve periodo figurativo, approda a un linguaggio astratto, lirico-espressionista, che successivamente si concentra su strutture geometriche in metallo e superfici lavorate con diverse tecniche e materiali.

Dagli anni Ottanta in poi Ionda espone le sue opere in numerose mostre in Italia e all’estero (Stati Uniti, Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Finlandia, Russia, Argentina, India, Corea del Sud e Francia). In occasione dell’VIII Mostra Internazionale di Architettura del 2002, viene presentato un concept abitativo dedicato all’artista (Buonasera Signor Ionda). Al 2015 risale la donazione del suo autoritratto alle Gallerie degli Uffizi.

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