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Maltempo in Toscana, chiesta la calamità nazionale

Una vittima ad Arezzo e agricoltura in ginocchio, con produzioni dimezzate o distrutte. Sopralluoghi nelle zone più colpite, richiesto lo stato di emergenza e di calamità

Intervento dei vigili del fuoco ad Arezzo - © Vigili del Fuoco, Twitter @emergenzavvf

Era stato annunciato. Eppure, nonostante le allerte e le conseguenti precauzioni prese da ogni Comune della Toscana, il territorio regionale è stato ugualmente martoriato dai temporali. Non solo danni, per la Toscana, ma anche una vittima ad Arezzo. Carlo Tanganelli (72 anni anni), dopo essere rimasto intrappolato nell’auto bloccata dall’acquaè morto annegato nel tentativo di portarsi in salvo. Per questo il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali. L’amministrazione ha inoltre deciso di annullare “La Traviata” prevista per domenica sera.

Il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha invece firmato l’emergenza regionale per i danni causati dal maltempo, che ha lasciato il segno più evidente del suo passaggio soprattutto nell’aretino e sull’Amiata. Verranno inoltre richieste sia l’emergenza nazionale sia quella di calamità nazionale per i danni all’agricoltura.

Ad annunciare il provvedimento, in una domenica su cui ancora pendeva l’allerta metereologica, sono stati gli assessori regionali all’ambiente, Federica Fratoni, e alla presidenza, Vittorio Bugli. Oltre ai due assessori, nella sede della Sala operativa unificata permanente di protezione civile, in via Val di Pesa, c’erano anche Giovanni Massini (direttore della direzione Difesa del suolo e protezione civile), Bernardo Mazzanti (dirigente del settore Protezione civile) e Bernardo Gozzini (direttore del Lamma). Con loro anche i rappresentanti di prefetture, province e comuni, collegati in videoconferenza.

«La criticità registrata è dovuta ai temporali intensi che si sono verificati in poco tempo» ha detto l’assessore Fratoni. «C’è stato un ottimo presidio del territorio, un grande coordinamento con i sindaci e i vigili del fuoco». Il tutto mentre c’erano ancora 157 interventi dei vigli del fuoco attivi, di cui 129 solo ad Arezzo. «Questo evento è stato gestito in ogni sua sfaccettatura, la macchina ha marciato fluidamente. Rinnoviamo l’invito, in caso di eventi come questi, a comportamenti cautelativi: evitare quindi scantinati, garage, sottopassi».

Dalle prime ore di sabato pomeriggio, su tutto il territorio regionale si sono abbattuti temporali violenti e persistenti. «Gli eventi più significativi sono stati nella zona di Arezzo, dove c’è stato anche un morto, con cumulati rilevanti» ha detto il dirigente della Protezione civile, Bernardo Mazzanti. «Criticità anche nel Grossetano e nella zona dell’Amiata. I temporali hanno proseguito anche nelle ore notturne, con fenomeni anche sulla costa e allagamenti di scantinati e sottopassi. C’è stata un’ottima collaborazione tra Regione, comuni, vigili del fuoco e volontariato».

Ssopralluoghi nelle zone maggiormente colpite sono avvenute in mattinata. Gli assessori regionali Federica Fratoni e Vincenzo Ceccarelli si sono recati in località Bagnoro, nel comune di Arezzo. L’assessore Vittorio Bugli ha invece raggiunto alcune delle località nei comuni di Gambassi Terme e Certaldo, insieme al direttore della Protezione civile regionale Bernardo Mazzanti e ai sindaci di Gambassi, Paolo Campinoti, e di Certaldo, Giacomo Cucini. Nei prossimi giorni anche i tecnici regionali faranno un censimento dei danni e verificheranno le situazioni idrogeologiche più critiche.

«Ci metteremo subito al lavoro per rivedere l’assetto idraulico di queste zone dell’aretino e definire e programmare interventi dimensionati a certe tipologie di eventi» ha detto l’assessore all’ambiente Fratoni al termine del sopralluogo ad Arezzo. Sei ore di evento estremo con un tempo di ritorno superiore ai 50 anni, come ha spiegato Fratoni, di fronte al quale non hanno retto né il reticolo idraulico minore né il drenaggio della rete fognaria. «Concentreremo adesso i nostri sforzi sul reticolo minore a valle di Arezzo – ha specificato l’assessore all’ambiente – che non è a un livello adeguato e bisogna invece progettare gli interventi immediati per la riduzione del rischio idraulico».

Intanto, dichiarato lo stato d’emergenza regionale, il presidente Rossi chiederà lo stato d’emergenza nazionale a fronte del quale poter chiedere i fondi per il risarcimento dei danni. «Danni ingenti – ha detto l’assessore Ceccarelli – e per questo il pensiero di tutti noi va a come poter ristorare cittadini e attività produttive . Adesso dobbiamo guardare avanti e programmarci per creare tutte le condizioni per le quali, in futuro, anche in presenza di eventi di tale entità, i danni possano essere evitati o quantomeno limitati. Accanto a questo dovranno essere accertate le eventuali responsabilità».

«La giunta regionale – ha aggiunto Fratoni – approverà subito una delibera per le spese dei soccorsi, poi si passerà alla fase per la quale ci auguriamo arrivi la dichiarazione dello stato d’emergenza nazionale. Si attiveranno in ogni caso i soliti strumenti come il microcredito, o quelli più adatti a seconda delle tipologie di aziende. L’invito alla Provincia è di presidiare le attività dei Comuni per il censimento danni. Terminata la fase emergenziale faremo un tavolo tecnico idraulico e idrogeologico su Arezzo per attivare la pianificazione delle opere necessarie e degli interventi».

Verranno immediatamente attivate le somme urgenze sul Valtina a monte dell’attraversamento dove il fiume è esondato, sul Sellina a Gaville, nella zona di Rassina a Castel Focognano, sul fosso Grosso in corrispondenza dell’attività produttiva che ha subito i danni maggiori nella zona. Intanto, i sopralluoghi proseguono.

La mattinata di sopralluoghi degli assessori Fratoni e Ceccarelli è cominciata dalla visita ad alcune importanti aziende produttive e agricole che hanno registrato ingenti danni a causa dell’allagamento dei magazzini. Quindi insieme ai tecnici della Regione e del Genio civile, accompagnati dalla vicepresidente De Robertis gli assessori hanno fatto tappa a Bagnoro, frazione del comune di Arezzo, dove la situazione del corso d’acqua del Valtina è sotto osservazione da tempo e dove nel 2015 sono state risagomate e consolidate le sponde del torrente con un finanziamento regionale, intervento che ha prodotto i suoi effetti evitando la rottura e la tracimazione. Adesso si dovrà intervenire ulteriormente, dicono i tecnici, con lavori importanti già individuati ma resi particolarmente critici dalla presenza di abitazioni che insistono sul corso d’acqua. Si è poi proseguito per Gaville/Santa Firmina dove ha esondato il Sellina da alcuni attraversamenti già oggetto di ordinanza di demolizione del Genio civile, con danni alle abitazioni e alle coltivazioni. Da qui, ci si è spostati in località via Romana/San Lazzaro, dove il sopralluogo ha riguardato l’attraversamento sulla Due Mari, un attraversamento del tutto insufficiente ma impossibile da adeguare perché i lavori aggraverebbero il rischio idraulico del tratto a valle dell’abitato di Arezzo. Si è constatato che via Padre Teodosio è stata completamente allagata dalle acque esondate del Valtina e del Sellina. Nella frazione di Rigutino, le piogge abbondanti hanno avuto effetti molto pesanti sul versante sud (Val di Chiana) influendo sul reticolo minore che, insinuato in modo capillare nel tessuto urbano, è esondato a causa delle interferenze provocate dalle presenze antropiche che incidono sul defluire del corso d’acqua. Sono esondati il rio Grosso e il rio Rigutino con danni ingenti alle abitazioni e alle attività economiche.

«Si è trattato – hanno spiegato gli esperti del Lamma – di precipitazioni temporalesche forti e persistenti. In buona parte del territorio regionale i cumulati sono stati superiori ai 50-70 millimetri, ma in alcune zone (Arezzo, Chianti, Monte Amiata) hanno raggiunto valori intorno ai 200 mm., con picchi sopra gli 80 mm l’ora». Sempre dal Lamma fanno sapere che nei prossimi giorni sono previste condizioni di tempo prevalentemente stabile, con qualche possibile rovescio sugli Appennini e sul Monte Amiata. La tendenza, fortunatamente, è quella che indica un miglioramento complessivo delle condizioni meteo.

L’allarme, ora, arriva anche da Confagricoltura. «Non c’è altro da fare che avere il riconoscimento di stato di calamità naturale in maniera tale che almeno i danni più gravi possano essere riparati o vedremo decine di aziende chiudere» commenta Angiolino Mancini, presidente Confagricoltura Arezzo, che prova a spiegare la dimensione dei disastri che il maltempo ha inflitto sulle imprese agricole di tutta la provincia. «Stiamo già provvedendo a raccogliere la documentazione per la richiesta ma già ora, nonostante i dati non siano ancora definitivi, siamo in grado di stimare una perdita nelle nostre produzioni superiore in media al 50 per cento, anche se i nostri associati ci dicono che per la grandine sono andati distrutti completamente molti frutteti e le coltivazioni di girasole e mais».

«È auspicabile – aggiunge Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana – che la politica, sia a livello locale che regionale che nazionale, dia subito un segnale di concreta attenzione al mondo agricolo di Arezzo e della Toscana già oberato da pesi e costi impropri. Se sulla testa dei nostri agricoltori verrà messo anche il costo dei danni provocati dal maltempo, è ovvio che molti saranno costretti a chiudere. Per questo motivo chiediamo che sia immediatamente riconosciuto lo stato di calamità in maniera tale da permettere a ogni azienda di iniziare subito con le opere sia di messa in sicurezza che di ripristino che sono propedeutiche per far ripartire la coltivazione e la produzione».

Secondo Coldiretti le perdite ammontano a milioni di euro. Serre distrutte, frutta, verdura e cereali flagellati sono solo alcuni degli effetti delle tempeste di grandine, pioggia e vento che nelle ultime ore hanno investito la Toscana «Quello che è successo nell’aretino è drammatico, le altre province toscane sono state colpite ma non con particolari danni» spiega il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi. «Questo tipo di eventi sono oramai sempre e troppo ricorrenti. L’emergenza di questi giorni porta a lavorare tutti per trovare le condizioni affinché le risorse siano spese per coprire i costi troppo alti delle assicurazioni e qui mi rivolgo alle istituzioni e alla politica a tutti i livelli perché possano intervenire in merito, investendo risorse pubbliche sia per favorire l’abbattimento di questi premi che per rivedere la percentuale della franchigia che è davvero altissima».

Dal canto suo, Cna esprime la sua vicinanza ad Abbadia e all’Amiata. «Tutta la Cna, con le sue imprese, dirigenti e dipendenti, sono vicini alle aziende, alle piccole attività, ai commercianti ed a tutti i cittadini del monte Amiata e di Abbadia San Salvatore in particolare, che fra sabato e domenica hanno subìto danni ingenti a causa del maltempo», si legge in una nota. Il presidente provinciale Fabio Petri si è attivato con la Regione Toscana ed insieme a tutta la Cna sostiene la richiesta di calamità nazionale, dopo che è già stata firmata l’emergenza regionale. «Vicinanza anche ai colleghi dell’aretino e più in generale a tutte le attività produttive che in questi giorni sono stati flagellati dal maltempo», prosegue l’associazione.

Intanto, sulla base delle previsioni meteo, la Soup ha prorogato il codice giallo per rischio idrogeologico e idraulico fino alle 18 di domani, martedì 30 luglio. Lunedì e martedì la pressione sarà in graduale aumento, con tendenza al ritorno verso condizioni stabili e soleggiate. Saranno tuttavia possibili isolati temporali pomeridiani nelle zone interne e sui rilievi. Le zone interessate sono le province di Arezzo, Firenze, Grosseto, Pisa e Siena. Dettagli e consigli sui comportamenti da adottare si trovano all’interno della sezione “Allerta meteo” del sito della Regione Toscana, all’indirizzo www.regione.toscana.it/allertameteo.

 

 

 

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