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Max Larocca e la “lezione” di Dino Campana: imparare a riconoscere le ombre dentro di noi

Nel 2022 si sono celebrati 90 anni dalla morte del poeta toscano di Marradi, con il cantautore Max Larocca ripercorriamo la storia dei Canti Orfici e del loro tormentato percorso artistico

Max Larocca

Dino Campana è nato  a Marradi, sull’appennino tosco-romagnolo, nel 1885. È stato uno straordinario poeta visionario.

Sin dall’adolescenza è affetto da disturbi nervosi che lo accompagneranno per tutta la vita, nel 1914 pubblica “Canti Orfici”, il suo unico libro di poesie che viene totalmente ignorato dall’ambiente letterario fiorentino e dal pubblico.

Viaggia moltissimo in Italia, Uruguay, Argentina, alternando ai suoi pellegrinaggi lunghi ricoveri negli ospedali psichiatrici. Nel 1915 incontra la scrittrice Sibilla Aleramo, con la quale vivrà una tormentata storia d’amore.

Dino Campana muore nel manicomio di Castel Pulci presso Scandicci nel 1932. Nel giro di pochi anni i “Canti Orfici” vengono riscoperti e celebrati fino ai giorni nostri come una delle opere più incredibili della letteratura italiana.

A distanza di 90 anni dalla sua morte il cantautore fiorentino Massimiliano Larocca ha approcciato le sue poesie in un modo totalmente inedito, fuori dagli accademismi musicali e letterari.

Il disco “Un Mistero di Sogni Avverati” pubblicato dal cantautore nel 2016 crea in tredici canzoni un itinerario musicale che ripercorre quello che il poeta di Marradi percorse nel corso della sua intensa vita di viaggiatore vagabondo.

Un progetto così ambizioso ha accolto ospiti importanti tra cui Nada che presta la sua voce per la lettura di una delle più celebri poesie campaniane: “La sera di fiera”. Oltre a Nada, c’è anche il premio Tenco Cesare Basile, doppia voce e chitarra in “Poesia facile” e l’ex collaboratore di Nick Cave con i Bad Seeds, Hugo Race, nella insolita veste di narratore ne “Il Russo”.

Per produrre, arrangiare, supervisionare il progetto Max Larocca ha chiesto la collaborazione di uno dei grandi maestri della tradizione popolare italiana contemporanea: Riccardo Tesi a cui si sono aggiunti i romagnoli Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli, membri dei Sacri Cuori, la band strumentale oramai nota a livello mondiale.

Un incontro, quello tra Tesi, Larocca e Sacri Cuori, non casuale che rinnova il “confine” geografico tra Toscana e Romagna, luogo-chiave nella vita e nella vicenda di Dino Campana.

Riccardo Tesi e Max Larocca

Ecco la nostra intervista a Max Larocca

So che Dino Campana è un amore antico per te, che risale all’adolescenza, come l’hai conosciuto?

Nei concerti ho raccontato spesso questa storia. Ero destinato al liceo classico ma poi mi ritrovai a fare Ragioneria, in cui ero totalmente un ‘corpo estraneo’ e Dino Campana fu la mia salvezza. Incontrai una professoressa di italiano che mi prese a cuore, vedendomi un po’ diverso dagli altri. Scoprendo il mio amore per i poeti maledetti francesi mi consigliò di leggere questo poeta italiano “più maledetto dei maledetti che piacciono a te” mi disse. Così ho scoperto Dino Campana, intorno ai 16-17 anni, e me ne sono innamorato subito. Mi affascinava la sua vita dissipata e tragica, e da quel momento in poi è stato una costante della mia vita. I Canti Orfici è uno di quei libri che rileggo tutti gli anni, e porto sempre con me.

Canti Orfici è un’opera che più che darti delle risposte ti crea ulteriori domande. È un ottimo strumento soprattutto per i più giovani per scoprire le ombre dentro di sé, i nostri lati oscuri, ma al tempo stesso è un libro che ti aiuta a trovare la luce

Campana è stato un poeta molto sfortunato, per i suoi disturbi mentali ma soprattutto perchè il suo talento non fu mai riconosciuto in vita…

Proprio negli anni in cui ho cominciato a leggere Dino Campana iniziavo anche a suonare le prime canzoni e a conoscere il mondo del rock’n roll. Rivedevo in lui le caratteristiche di tutti i personaggi rock che piacevano a me, un outsider, sempre fuori dal coro, indipendente suo malgrado. Aveva fatto un’opera totalmente ignorata all’epoca che addirittura si stampò da solo perchè i circoli letterari fiorentini lo denigrarono e lo esclusero. Personalmente rividi in questa dedizione totale alla sua arte un input fortissimo per me che iniziavo in quegli anni a fare le prime cose. Per me è stato un esempio e uno stimolo per costruire quello che era il mio rapporto con l’arte.

Nel 2016 hai pubblicato il tuo disco-omaggio a Dino Campana: “Un Mistero di Sogni Avverati”, come sono nate queste 13 canzoni?

In realtà è un lavoro iniziato molti anni prima quando iniziai a frequentare i Chille de la Balanza a San Salvi. Fui incuriosito da loro, andai a vedere cosa facevano, e restai a far parte della compagnia teatrale proprio perchè loro lavoravano su Dino Campana. Per i loro spettacoli iniziai a comporre questo lavoro musicale, così nel tempo mi sono trovato un gruppo di canzoni che ho lasciato da parte per molti anni. Nel 2016 parlando con Riccardo Tesi nacque l’idea di recuperare questo progetto e portarlo a compimento. C’è una componente molto forte di Riccardo nel disco, fu lui a spingere per realizzarlo. Sono 13 canzoni ma di fatto sono le poesie che si trovano nel libro cantate e musicate. Posso dire che si sono scelte da sole e anche le melodie sono venute fuori da sole, come se le parole avessero già una melodia scritta tra le righe. Lo stesso Dino Campana definiva la sua poesia la “poesia europea musicale colorita”. Lui già parlava di una poesia che fosse internazionale, musicale, colorita e quindi con tante sfumature. 

Penso a te che leggi i Canti Orfici per la prima volta a 16 anni e mi chiedo che messaggio può lanciare Dino Campana, che cosa può ancora comunicare agli adolescenti che lo leggono oggi?

Spesso se approcci certe grandi opere così giovane cerchi delle risposte ai grandi dubbi della vita. Canti Orfici inverte questa prospettiva, è un’opera che più che darti delle risposte ti crea ulteriori domande. È un libro che vive di luci e di ombre, un ottimo strumento soprattutto per i più giovani per scoprire le ombre dentro di sé, i nostri lati oscuri, ma al tempo stesso è un libro che ti aiuta a trovare la luce. Inizia con un poema che si intitola “La notte” dunque nell’oscurità e si chiude al porto Genova, con un’alba davanti al mare, una fuga verso mete ignote. Un percorso dalla notte, dal dubbio, fino alla luce, quasi un percorso dantesco.

Max Larocca, Un mistero di sogni avverati

 

 

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