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Prima messa in Duomo a Firenze, Betori: “Ci attende un mondo nuovo”

Dopo il lockdown oggi l’arcivescovo di Firenze ha celebrato la messa in Cattedrale alla presenza di circa 300 fedeli

“Un mondo nuovo ci attende. Ci ispirino i nostri padri che non si lasciarono sconfiggere dalle ricorrenti pandemie, ma da esse risorsero con frutti di progresso, di bellezza e di carità fraterna sempre nuovi. Il Signore benedica il nostro impegno” così l’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, si è rivolto ai 200 fedeli che oggi hanno partecipato nel Duomo di Firenze alla prima messa in cattedrale dopo il lockdown. 

Nella navata centrale della basilica le panche sono state sostituite con sedie e posizionate a distanza. Sull’altare sacerdoti, diaconi e seminaristi hanno indossato le mascherine così come i fedeli. I sacerdoti hanno distribuito la Comunione sulle mani dei presenti dopo aver indossato i guanti e aver disinfettato la mani.
“Lo sguardo sull’oltre, – riprende Betori – che l’odierna solennità ci invita a coltivare, è anche utile a muoverci al di là dell’attuale emergenza sanitaria e a guardare alla realtà sociale ed economica verso la quale dobbiamo incamminarci, meno con lo spirito di una ripartenza, quasi che si possa ricominciare come se nulla sia accaduto, ancora meno con il respiro corto della ricerca di una sopravvivenza, che durerebbe poco, quanto piuttosto con lo sguardo coraggioso della costruzione di un cosa nuova. Non per rinnegare il nostro passato e i suoi caratteri, ma per reinterpretare quei caratteri tutti nostri nelle forme nuove che ci attendono”.

“Riprendiamo oggi le celebrazioni eucaristiche domenicali con il popolo in questa cattedrale – ha detto Betori – lo facciamo con la gioia di una comunità che può tornare a condividere il cuore della sua fede; lo facciamo con responsabilità per la salute di tutti, accettando alcune limitazioni che non offuscano tuttavia l’incontro dei credenti con il mistero della Pasqua del Signore; lo facciamo portando nel cuore le morti e le sofferenze di questi giorni come pure i gesti di amore di cui molti stanno dando prova, segni nel tempo della forza della risurrezione”.

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