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Moby Prince, in un quadro l’appello a cercare la verità su quella notte del 10 aprile 1991

È opera dell’artista pratese Francesco Vieri che ha deciso di donarla alla biblioteca regionale “Pietro Leopoldo” dove troverà posto dentro l’Armadio della memoria”. Mazzeo: “Noi istituzioni siamo a fianco delle famiglie delle vittime nel chiedere verità e giustizia”

L’opera racconta la tragedia consumata del Moby Prince. Il traghetto è carbonizzato. È una rappresentazione cruenta di una verità sulla quale ancora deve essere fatta chiarezza”, così Francesco Vieri, artista di Prato ha descritto il quadro che ha intitolato “Vieri “Le verità a terra – 1991” e dedicato a quella che è considerata la più grave tragedia della marineria mercantile italiana.

L’opera donata entrerà a far parte della collezione della biblioteca regionale “Pietro Leopoldo” e troverà posto dentro l’”Armadio della memoria”, inaugurato nel novembre del 2019, un luogo dal grande valore documentale, dove si conservano fotografie, documenti, testimonianze delle tre grandi stragi che hanno colpito la Toscana: il treno di Viareggio, la Costa Concordia al Giglio e ovviamente del Moby prince di cui domenica, 10 aprile, si terranno le celebrazioni per ricordare le vittime di una tragedia le cui ferite sanguinano ancora .

In quella notte di 31 anni fa, quando a poche miglia dalla costa di Livorno, il traghetto della compagnia Navarma, appena partito in direzione Olbia, entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo, morirono in 140 tra passeggeri e equipaggio, le loro famiglie continuano a cercare una verità che per ora è loro negata. “Ero piccolo, non vivevo ancora in Toscana – ha raccontato il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeoma ricordo bene quelle serate attaccati alla tv, le immagini e quella domanda, oggi come allora, senza risposta: “come è potuto accadere?. Compito delle istituzioni è dare una risposta ai familiari delle vittime”.

Il quadro donato alla biblioteca regionale vuole essere un invito anche per le nuove generazioni a continuare a chiedersi e a domandarsi cosa è davvero accaduto quella notte del 10 aprile del 1991. “L’arte, come la memoria, da sole non bastano ma aiutano: ci ricordano il nostro impegno nel ricercare la verità e nel chieder giustizia”, ha commentato l’assessora Silvia Viviani in rappresentanza del Comune di Livorno, da sempre in prima linea, insieme alla Regione Toscana e al Consiglio Regionale nel chiedere che fosse fatta chiarezza sulla dinamica della collisione.

Presenti alla cerimonia anche Francesco Gazzetti, presidente della commissione Politiche Europee della Regione Toscana che ha sottolineato quanto sia forte l’impegno della Regione e delle istituzioni, ricordando a tal proposito il grande lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Andrea Romano, che lo vede impegnato come consigliere regionali, per perorare la battaglia delle associazioni delle vittime rappresentate da Nicola Rosetti, presidente associazione Moby 140. Tra le sedie in prima fila c’è un posto lasciato volutamente vuoto, sarebbe stato occupato da Loris Dispoli. Loris, storico presidente dell’associazione dei parenti delle vittime che sulla Moby Prince perse la giovane sorella, indossando la sua felpa rossa con scritto #iosono141 non avrebbe mancato l’appuntamento. Oggi Loris è impegnato a vincere un’altra battaglia, personale, ma la sua tenacia e il suo fervore, continuano a guidare i tanti impegnati nella ricerca della verità e non si fermeranno finché non sarà fatta giustizia sul disastro del Moby Prince.

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