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Modificare l’attività onirica per dormire meglio: in Toscana si studia “L’arte del sogno”

Giulio Bernardi della Scuola IMT di Lucca ha vinto 1,5 milioni di euro tramite i progetti europei ERC per studiare e capire cosa succede quando non dormiamo bene

Uomo che sbadiglia - © Olha Povozniuk

Da Inception di Nolan a L’arte del sogno di Gondry, da Vanilla Sky di Crowe a Il posto delle fragole di Bergman…molti film negli ultimi anni hanno immaginato un futuro in cui saremo capaci di controllare i nostri sogni. Un’epoca in cui non saremo più da soli in balia dei nostri incubi peggiori, ma capaci di indirizzare i nostri sogni verso quello che desideriamo di più, passeggiate in splendidi paesaggi nella natura o momenti da trascorrere con le persone che amiamo. Tra una decina di anni tutto questo forse sarà possibile.

Giulio Bernardi giovane ricercatore in neuroscienze della Scuola Imt Alti Studi di Lucca ha vinto 1,5 milioni euro per curare i disturbi del sonno modificando l’attività del cervello fino a ‘modulare’ e regolare i sogni. É questo l’obiettivo del progetto di ricerca ‘Tweakdreams’, che sarà portato avanti per cinque anni grazie a un finanziamento assegnato al ricercatore come premio dallo European Research Council (Erc).

La ricerca di Bernardi parte dalla constatazione che secondo alcuni studi spesso persone che dormono anche otto ore, affermano di aver dormito male, di sentirsi stanche fin dal risveglio. La causa è una maggiore attività notturna del cervello che non riesce a ‘spegnersi’, simile a quella della veglia. L’ipotesi alla base del progetto è che una modulazione mirata e non invasiva dell’attività di alcune regioni cerebrali potrebbe indurre in un sonno più profondo (ossia un’attività più lenta), contribuendo a migliorare la qualità del riposo notturno e il benessere generale.

“La mia ricerca è iniziata anni da in America e poi in Svizzera, in cui ero andato a cercare cosa succede nel cervello quando si sogna, un’esperienza che cioè si manifesta a livello cosciente. – ci ha raccontato Bernardi – Questi studi hanno evidenziato che il sogno è un momento in cui una parte del cervello si risveglia. I sogni sono per lo più visivi e quando sogniamo si risvegliano le regioni posteriori del cervello, deputate a processare informazioni visive. Da lì sono stati fatti altri studi e si è scoperto che a seconda di cosa si sogna si attivano altre zone del cervello. Per sogni si intende spesso una storia, noi per ‘sogno’ intendiamo qualsiasi tipo di esperienza che sia una sensazione, un pensiero, un’emozione. Nel caso di un pensiero c’è più attività nelle zone del cervello anteriori. Poi c’è venuto in mente che se si modificasse l’attività di una zona del cervello potremmo avere come effetto anche una modulazione del sogno. Ci sono una serie di tecniche che stanno emergendo negli ultimi anni che potrebbero dare questa possibilità.

In che modo si potrebbe modulare un sogno?

Ci sono diversi modi. Il cervello quando è addormentato ha varie caratteristiche peculiari, specialmente quando ci troviamo nel sonno non-REM. Sognamo di più nella fase ‘REM’, ma lo studio che faremo noi si basa sul sonno non-REM perchè anche in questa fase sogniamo e il sonno è più modulabile, cioè più facilmente modificabile. Se in questa fase il cervello riceve uno stimolo, i neuroni rispondono spegnendosi come reazione protettiva. Ci sono delle tecniche per cui è possibile ‘addormentarlo’ usando solo stimoli sensoriali.

Questo vuol dire che più sogniamo più il cervello ‘si stanca’?

Questa è una delle domande a cui vogliamo cercare di rispondere. Potrebbe essere così, ci sono studi in cui si è visto che persone che dichiarano di avere una forma di insonnia, di non riuscire a dormire, quando poi si analizzano i pattern del sonno, emerge che in realtà hanno dormito per sette-otto ore. Il motivo di questa discrepanza è che queste persone hanno un cervello che rimane più sveglio nelle zone frontali, quindi nelle zone del pensiero. Il sogno è solo una delle manifestazioni di questi parziali risvegli del cervello. Noi andiamo a modificare anche i sogni ma più in generale l’attività mentale. Non sappiamo se il sogno di per sé sia affaticante. Sappiamo che esistono del disturbi del sonno che sono chiamati disturbi del ‘sogno epico’, in cui le persone hanno sogni continui tutta la notte, spesso sono sogni ripetitivi. Chi ha questo disturbo sogna di correre o di lavorare e spesso la mattina si sveglia molto stanco.

Questi studi avranno anche delle applicazioni pratiche? Esisteranno delle cure per chi ha problemi del sonno?

C’è un grande interesse in questo senso. Noi vogliamo andare un passo oltre rispetto a tanti studi che già si stanno facendo. Adesso si sta testando una metodologia, si studia una regione del cervello, quando si vede che il cervello è in un certo stato si manda uno stimolo e così si cerca di potenziare il sonno della persona. Il limite di questa metodica è che si guarda l’attività di una singola parte del cervello e non si tiene conto che il cervello è formato da tante parti. Ci sono risultati interessanti, alcune persone hanno notato dei miglioramenti del sonno. Noi vogliamo andare oltre, guardare tutto il cervello nella sua interezza per capire come correggere alcune anomalie e capire se possiamo modificare i sogni. Per farlo si usano dei caschi, un elettroencefalogramma, che in genere hanno uno o due elettrodi posizionati sulla fronte. Quello che useremo noi è un casco molto più ‘fantascientifico’ che avrà 257 elettrodi, analizzeremo tutta la testa per ottenere un elettroencefalogramma ad alta densità.

Possiamo immaginare un futuro in cui tutti noi prima di andare a letto indosseremo il nostro casco per dormire?

Siamo ancora lontani, ma i risultati preliminari sono incoraggianti, c’è un grandissimo interesse per questa tecnologia. Ci vorrà tempo perchè diventi applicativo. Il nostro studio cercherà di provare a provare se alcuni aspetti del sogno sono modificabili. In futuro raggiungeremo un’ingegneria del sogno molto più complessa. Un domani forse potremo spengere o accendere l’area del cervello che processa i volti, quindi potremmo riuscire a far sognare un volto alla persona che sta dormendo. Modificare lo svolgimento del sogno e dei suoi contenuti potrebbe dunque essere possibile.

Video tratto dal film di Michel Gondry ‘L’arte del sogno’ del 2007

 

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