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Motta al The Cage di Livorno: “Non ci siamo dimenticati come si fanno i concerti”

Sabato 16 aprile il polistrumentista nato a Pisa da genitori livornesi salirà finalmente su un palco dopo due anni di “astinenza” da concerti

Motta

Sabato 16 aprile arriva al The Cage di Livorno il tour nei club di Motta che a distanza di tre anni torna nella sua Livorno, in quella che lui stesso ha definito in una canzone “una città strana, piena di gambe nude e personalissime posture”. 

Partito il 30 marzo da Roma, il tour organizzato da Locusta Booking sta toccando tutte le più importanti città italiane permettendo all’artista di portare in giro per club tutti i suoi ultimi anni di musica, canzoni, concerti e dischi. Dopo Livorno il tour toccherà il 23 aprile Pistoia e il 29 aprile Firenze.

Insieme a Motta (voce, chitarra acustica e percussioni), saliranno sul palco Cesare Petulicchio (batteria), Giorgio Maria Condemi (chitarre), Carmine Iuvone (violoncello), Matteo Scannicchio (tastiere/elettronica) e Francesco Chimenti (basso/violoncello).

Dopo una ricca parabola artistica che l’ha visto in breve tempo vincere due volte la Targa Tenco per due dischi consecutivi (“La fine dei vent’anni” del 2016 e “Vivere o morire” del 2018, prima volta che accade in tutta la storia della manifestazione) e calcare il palco dell’Ariston al Festival di Sanremo del 2019, Motta è diventato un punto di riferimento per una generazione di amanti del cantautorato italiano e del rock.

Una carriera piena di soddisfazioni e successo di fan e di critica fino a “Semplice”, il terzo album dell’artista, uscito nel 2021 per la Sugar.

Il polistrumentista nato a Pisa da genitori livornesi racconta nelle sue canzoni un percorso di crescita che è artistico, ma anche personale, attraverso la riscoperta delle cose semplici e il ritorno ad esse.

Da poco è uscito il singolo “Caro fottutissimo amico” realizzato da Francesco con Andrea Appino il leader dei The Zen Circus. 12 minuti che raccontano un’amicizia lunga 20 anni.

Ecco la nostra intervista

Ciao Francesco come stai?

In forma smagliante!

So che è iniziato da pochissimo il nuovo tour, tu hai scritto su Facebook: “Non ci siamo dimenticati come si fanno i concerti”

Sì, e penso che anche le persone non si sono dimenticate come si va a vedere i concerti. Fortunatamente è sempre un’emozione fortissima ritrovarsi a fare un certo tipo di concerto nei club. L’estate scorsa ho suonato ma non era la stessa cosa, per niente. Nella parentesi estiva c’erano tutte le persone sedute e allo stesso tempo il giorno dopo vedevamo i festeggiamenti per gli Europei e noi non capivamo perchè alcune cose si potevano fare, altre no. Quello che è successo in questi primi concerti è stato proprio ritornare a fare i concerti come si deve, anche con il ritorno non solo di gente che balla e canta, ma anche il ritorno di una comunità. La musica è anche quello sentirsi parte di una comunità. L’estate scorsa è stato come vedere tante persone insieme ma sole.

La musica è anche sentirsi parte di una comunità. L’estate scorsa è stato come vedere tante persone insieme ma sole.

È appena uscito “Caro fottutissimo amico” il pezzo che hai scritto con Appino, cosa c’è dentro questa canzone?

C’è tutto, la cosa bella è che volevamo in qualche modo avere uno sguardo verso il futuro, non era nostra intenzione sembrare nostalgici e raccontare quello che io e Andrea sappiamo che abbiamo vissuto insieme. Si parte da un passato in comune ma con la convinzione di essere ancora insieme in futuro. Con gli Zen ci conosciamo da tantissimo tempo ma non avevamo mai fatto una canzone insieme, scritta a quattro mani. Per me è stato meraviglioso.

Nel pezzo tu canti “Penso a come ci siamo salvati, forse è cambiata l’illusione di restare soli. Quello che prima era importante ora non lo è, l’abbiamo fatto ma senza chiederci perchè. Ma nello stesso sogno siamo ancora qua a difendere un’altra stupida libertà”, è facile leggerci la descrizione di quello che abbiamo passato negli ultimi due anni con la pandemia

La pandemia ha portato a incanalare i testi che parlano di altro in quell’argomento. Però non parla di quello, parla di come cambiano le relazioni di amicizia in relazione a quanto cambiamo noi. Io e Andrea siamo cambiati e il fatto di essere cambiati ed essere ancora insieme secondo me è una cosa meravigliosa per un’amicizia.

La fine dei vent’anni, Vivere e morire e Semplice sono i tuoi tre album, c’è già qualcosa di nuovo in lavorazione?

Sì, sto lavorando a canzoni nuove e sinceramente si discostano da questa trilogia. Non so bene perchè, però è come se avessi chiuso un racconto grazie all’ultimo disco. Adesso sto aprendo altre porte con la libertà che penso un po’ di essermi guadagnato di fare quello che mi pare che penso sia una delle cose più importanti per uno che scrive canzoni.

Quando lo potremo ascoltare?

Ancora non lo so. Quando sarà il momento giusto, conta che con gli Zen ci abbiamo messo 20 anni per fare una canzone insieme, quindi le tempistiche non sono il mio forte. (Ride)

Tre concerti a Livorno, Pistoia, Firenze quest’anno sei generoso con i tuoi fan toscani

Sì, sono felicissimo anche perchè in Toscana ultimamente non è che abbiamo suonato tantissimo. A Livorno, Pistoia, Firenze sono tutti locali che io amo per cui sono molto contento.

Motta

 

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