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Musica e magia: intervista alla ‘strega contemporanea’ Lisa Kant

La cantante che si ispira alla musica antica sarà in concerto sabato 20 aprile al Circolo Arci Il Progresso di Firenze

Autrice, vocal coach, cantante, studiosa di musica antica, di riti magici e alchemici, Lisa Kant è tutto questo e molto altro. Nel suo disco d’esordio ‘Trinus’ esplora la ricerca del canto sacro e profano dal Romano Impero al Rinascimento, traendo ispirazione dai Vangeli Apocrifi, dal Canto Gregoriano e dalla Bibbia, attraversando il Medioevo, le storie sull’Ordine dei Templari e sull’Inquisizione. Dopo anni di ricerca e di sperimentazione, nel suo debutto Lisa miscela una raffinata ricerca elettronica con le melodie dei madrigali, i canti delle streghe dell’Inquisizione, i ritmi delle danze propiziatorie intorno a fuochi. Suoni solenni ma anche tribali e arcaici tra i Mamuthones sardi, il goth dei Dead Can Dance e la dream pop dei Cocteau Twins, prendendo ispirazione dal Libre Vermell de Montserrat e dal gregoriano femminile di Hildegard Von Bingen. La misteriosa Lisa Kant sarà in concerto sabato 20 aprile al Circolo Il Progresso di Firenze. Ecco la nostra intervista.

Ciao Lisa! Come nasce il tuo amore per la musica antica?
Ho cantato leggero tutta la vita ed è una cosa che ho amato profondamente, ma negli ultimi cinque-sei anni ho avuto il desiderio di studiare musica antica, ritornare alle origini profonde musicali, vocali. Sono arrivata fino ai gregoriani che adoro, ma non capivo perché il canto gregoriano fosse pensato solo per gli uomini, erano canti liturgici quindi all’epoca erano solo i maschi che cantavano. Poi ho scoperto questo personaggio incredibile Ildegarda di Bingen, molti cantanti ancora oggi la eseguono. Poi ho studiato anche musica lirica, canto in un coro come soprano e devo dire che è un’esperienza che mi mancava e che mi ha completata non solo vocalmente ma anche a livello di anima, mi ha dato un senso più elevato della musica. Mi mancava e sono felice che adesso ci sia nella vita.

La tua musica si mischia anche con l’elettronica di Alberto Tuzzy, come vi siete conosciuti?
Io e Alberto ci conosciamo da tanti anni ma non avevamo mai collaborato. Lo vedevo spesso in Accademia perché lui tiene corsi di musica elettronica, è un produttore, lavora con le macchine e i computer. Parlando del più e del meno ha saputo che avevo cominciato a scrivere, ha visto dei video e gli sono piaciuti molto, quindi mi ha proposto di provare a fare un esperimento e metterci dell’elettronica. Abbiamo provato a contaminare e ci è piaciuto tanto, così alla fine è nato Trinus.

‘Trinus’ è un titolo un po’ mistico
Sì, ‘tre’, la perfezione, le piramidi, la trinità, Dio. Per me c’è un po’ tutto in questo disco, c’è la lirica, l’elettronica.

C’è anche un grande senso del sacro
Io sono di famiglia cattolica, anche se non sono mai stata troppo vicina alla Chiesa. Ho fatto un percorso negli ultimi anni di ricerca, lo sto ancora facendo e forse non mi basterà una vita per farlo. È una ricerca di spiritualità a 360 gradi, può essere Dio, Budda o Allah. Cerco la perfezione più vicina alla luce che è in me, in ognuno di noi, e ho cercato di metterla in musica. Ci ho creduto, ci credo ancora e non vedo l’ora di suonare live.

Ho letto che ‘Trinus ‘è nato nella Maremma, nelle Necropoli Etrusche. Quali sono i luoghi da cui hai tratto maggiore ispirazione?
Ho una casa nella Maremma laziale, al confine con Pitigliano, lì c’è tantissimo da vedere. Io sono attratta dal mondo antico, da chi c’era prima di noi, gli Etruschi, l’Impero Romano, le popolazioni che hanno lasciato segni di forza e di tradizione, come le molte necropoli. Lì c’è Vulci, la più grande città etrusca che è rimasta che è meravigliosa, c’è la tomba François. Questi luoghi parlano, c’è un’energia incredibile. Non c’è tanta gente che va a visitarli. Quando tu visiti questi luoghi arriva un’emozione che non ti so spiegare. Io arrivata lì sentivo una serie di suoni, ho preso il cellulare e ho registrato delle melodie che mi sono venute in quel momento, per non perderle. Questo viaggio mi ha ispirato tantissimo. Mi piacciono i luoghi selvaggi, la campagna laziale che non è curata come in Toscana, ed è la sua bellezza. Ci sono città dei secoli passati inghiottite dalla vegetazione come i Castrum, ce n’è uno vicino alla mia casa, con la pavimentazione in cotto a lisca di pesce, è incredibile. Io non amo i luoghi molto affollati, faccio fatica a trovare ‘me’. In Toscana amo molto San Galgano.

Cosa dobbiamo aspettarci al concerto sabato 20 al Circolo Il Progresso?
Ci sarà una proiezione di video, che parlano della mia vita professionale, tante esperienze che ho fatto, trasformazioni. Ma ci saranno anche cose da vedere che non hanno a che fare con me, sarà viaggio non solo sonoro ma anche per immagini.

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