Salute/

Neurochirurgia robotica: al Meyer salvato un bambino di 11 anni

All’ospedale pediatrico di Firenze è stata rimossa la complessa malformazione cerebrale del piccolo paziente che gli causava crisi epilettiche, utilizzando tecniche mini-invasive

Ospedale pediatrico Meyer di Firenze

Un intervento all’avanguardia con l’ausilio di un robot all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ha permesso di operare con successo un piccolo paziente di 11 anni, con una complessa malformazione cerebrale che gli causava gravi crisi epilettiche resistenti alla terapia farmacologica. 
Grazie a un innovativo intervento neurochirurgico di tipo neuroendoscopico, condotto con l’aiuto del robot stereotassico, i chirurghi del Meyer hanno potuto rimuovere la malformazione.

L’intervento, durato otto ore, è stato condotto con diverse tecniche integrate: utilizzando un casco stereotassico, è stato fatto un piccolo foro nel cranio attraverso il quale è stata inserita una microtelecamera di 6 mm (tecnicamente un neuroendoscopio) dotata di un sistema laser di coaugulazione e mobilizzata da un braccio robotizzato controllato dal neurochirurgo. In questo modo, l’amartoma ipotalamico, malformazione profonda del cervello spesso causa di epilessia farmaco-resistente, è stato disconnesso e in parte distrutto, per circoscrivere e interrompere i circuiti neuronali responsabili delle crisi epilettiche.

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Questo concentrato di tecnologie, gestite da un team multidisciplinare altamente specializzato ha permesso di eseguire con successo l’intervento utilizzando una procedura meno invasiva e più accurata di quella a mano libera adottata tradizionalmente. Il bambino è stato dimesso in benessere e le crisi epilettiche sono controllate. L’intervento apre una nuova prospettiva nell’ospedale fiorentino.

“Il robot stereotassico, già utilizzato al Meyer da più di tre anni per altre procedure stereotassiche di alta complessità come biopsie e impianto di elettrodi cerebrali a scopo diagnostico e terapeutico, si è rivelato estremamente preciso ed efficace anche nelle procedure neuroendoscopiche – spiega Flavio Giordano, responsabile della Struttura Sosa Neurochirurgia funzionale e dell’epilessia, che ha condotto l’intervento – questa triplice combinazione robot stereotassico/ neuroendoscopio /coagulazione laser potrà in futuro essere applicata anche al trattamento dei tumori cerebrali”.

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