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Novità tra i colli fiorentini, nasce il Consorzio Vino Pomino: arriva il riconoscimento dal Ministero

Un decreto sancisce la nascita della nuova realtà che avrà funzioni di promozione, valorizzazione, tutela e vigilanza. Diventata Doc nel 1983, la sua storia parte dall’Ottocento

Vino

Novità sul fronte vino, il Ministero della Politiche agricole ha riconosciuto una nuova realtà: il Consorzio Vino Pomino con l’attribuzione di funzioni di promozione, valorizzazione, tutela, vigilanza e cura generale degli interessi della Doc.

Con questo decreto, da Roma si dà il giusto riconoscimento a questa denominazione che nasce e si sviluppa nel territorio fiorentino, in particolare tra i filari di Rufina. Una zona ricca di storia e tradizioni, in cui convergono i saperi del Chianti e insistono alcuni delle principali realtà vitivinicole italiane. Adesso si dà nome e sostanza ad un nuovo Consorzio, per rimarcare le peculiarità singole dei prodotti e darne la giusta valorizzazione.

I luoghi del Pomino Doc e una storia che parte da lontano

La zona di produzione delle uve è nella porzione della provincia di Firenze che dalla Valle della Sieve si estende verso nord est per circa 40 chilometri, nel comune di Rufina. Un territorio collinare ad un’altitudine non superiore a 650 metri per il rosso e a 800 metri per il bianco.

Una storia iniziata secoli fa, le prime tracce risalgono all’Ottocento, quando Alessandro degli Albizi acquistò delle proprietà in Valdisieve, tra cui Pomino che poi, con un matrimonio, confluirono nelle proprietà della famiglia Frescobaldi. Fu il figlio Vittorio a investire davvero su questo terreno, mettendo in atto pratiche agricole più moderne.

Come testimoniato dagli scritti che raccontavano le adunanze dell’Accademia dei Georgofili, dopo la seconda metà dell’Ottocento, tra questi filari si diede vita ad una sorta di sperimentazione con una viticoltura specializzata, come da tradizione francese da cui Vittorio degli Albizi proveniva. Si apprestò dunque a sostituire uve e vitigni con quelli ritenuti per lui più consoni, quelli submontani, adatti a produrre un vino di qualità maggiore per quelle altezze. Vennero quindi introdotti Pinot, Chardonnay e Sauvignon, per ottenere quello che ai giorni nostri ancora chiamiamo Pomino.

Con gli anni, il vino è cresciuto, migliorato fino al riconoscimento della Doc -Denominazione di Origine Controllata il 25 febbraio 1983.

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