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Origaming, così la visita al museo diventa un gioco ad arte

Il progetto ha vinto il Playable Museum Award bandito nel 2020 dal museo Marino Marini: iscrizioni aperte alla terza edizione

Origaming, la guida multimediale interattiva per il museo Marino Marini

Origaming si ispira all’arte tutta orientale di piegare la carta giocando su colori, forme e piegature. E’ uno strumento che consente di rendere interattiva la visita ad un’esposizione: non è la solita audioguida. Infatti è un oggetto che viene aperto, un passo alla volta, così da svelare nuovi significati e conoscenze sfruttando al meglio le potenzialità del multimediale. Si tratta di un progetto, destinato al museo Marino Marini di Firenze, che porta  la firma di Greta Attademo, dottoranda in architettura ed esperta di nuove tecnologie e gamification nell’ambito della comunicazione del patrimonio culturale.

Greta Attademo è stata la vincitrice della seconda edizione del Playable Museum Award: in questi giorni è stata a Firenze per mettere a punto il software per la sua guida interattiva proprio mentre il Museo Marino Marini di Firenze lancia la terza edizione del concorso: una “call for ideas” rivolta a creativi e visionari da tutto il mondo per sviluppare un’idea di Museo del Futuro. A giudicare i progetti esperti di fama internazionale dalle istituzioni culturali più prestigiose. Il termine ultimo è il 31 dicembre 2021. In palio un grant di 10.000 euro e il supporto per l’implementazione del progetto vincitore.

Origaming si trova proprio in questa fase di sviluppo del prototipo. Oltre all’hardware e al software, si sta lavorando anche al contenitore, alla scatola in alluminio da aprire un po’ alla volta durante la visita per relazionarsi con lo spazio museale in cui ci si trova. Con questo strumento si supera il concetto stesso dello storytelling e si sposa la filosofia dello storydoing. “Origaming è un oggetto magico che porta su ogni faccia il dettaglio di un’opera contenuta nel museo – conclude la Attademo – Chi lo utilizza può scegliere di partecipare al gioco, individuando e raggiungendo l’opera corrispondente; in caso la scelta sia corretta, grazie ad un software scritto appositamente si attiverà un audio con informazioni e particolari curiosi. Si rielaborano così i concetti fondamentali del gaming: l’agency, la partecipazione attiva. Il giocatore è protagonista e l’Origaming è il suo strumento. Non c’è un percorso prestabilito, il visitatore è narratore della sua stessa storia”.

Lo strumento rende onore al meglio al secolo ludico proponendo una diversa chiave di lettura dei luoghi della cultura: spazi non solo destinati a essere preservati e restaurati ma “hub di interazione e costruzione di rapporti dove comunicare in modo giocoso“.

Origaming, il progetto per il Museo Marini

Nell’attesa di Origaming, è in corso la selezione dei progetti per la terza edizione di Playable Museum Award. Tanti i lavori già pervenuti, come Landed, presentato dalla designer for kids & toys Cristina D’Apollonio, dalla biologa Eleonora Lallo e dalla biotecnologa Delfina Varando: qui l’osservazione artistica va a braccetto con l’astronomia, tra torce RGB, piattaforme interattive e speciali telescopi; Floathings, l’installazione inclusiva progettata dai musicisti Antonio Aiazzi e Gianni Maroccolo insieme al team di progettazione composto dall’architetto del paesaggio Diego Repetto, dalla space architect Valentina Sumini, dal semiologo Paolo Bertetti e dall’illustratore Federico Bria, oltre che dal sound designer Federico Anselmi e dalle start up VVR Srl e Hybrid Reality Srl: lo spettatore, dotato di visore VR, fluttua in un ambiente virtuale tra suggestioni sonore e rielaborazioni grafiche delle opere del museo.

Patrizia Asproni e Greta Attademo

Siamo particolarmente orgogliosi – dichiara Patrizia Asproni, Presidente del Museo Marino Marini di Firenze – di poter lanciare una nuova edizione del Playable Museum Award in un momento così complesso in cui, ai nostri musei, è richiesto un cambio di paradigma quanto mai significativo. Da luoghi dedicati alla contemplazione e al mero consumo” culturale , i tempi sono maturi affinché le istituzioni museali diventino spazi di azione e interazione in cui immaginare nuovi scenari e coinvolgere le giovani generazioni, grazie alle infinite possibilità offerte dalla proficua sinergia fra creatività e tecnologie digitali. Il Museo Marino Marini – prosegue Asproni si posiziona come laboratorio di futuro, luogo in cui si sperimentano idee, in cui l’arte e l’architettura si coniugano, appunto, alle innovazioni tecnologiche per una fruizione più ‘playable’ del museo, più coinvolgente e inclusiva”.

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