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Istituto in Consiglio regionale l’Osservatorio della legalità. Mazzeo: “Saremo sentinelle contro la criminalità”

Oggi l’insediamento dell’organismo istituito con legge regionale 42/2015. A presiedere l’osservatorio don Andrea Bigalli. L’istituto dovrà anche elaborare linee guida per la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata

La legalità è un valore che sta alla base della convivenza civile e democratica e la nostra priorità è stata e sarà sempre quella di operare per scongiurare ogni tipo di infiltrazione criminale nella società toscana.Con questo obiettivo oggi si è insediato l’Osservatorio regionale sulla legalità, presieduto da Don Andrea Bigalli, che il Consiglio Regionale della Toscana ha fortemente voluto come strumento di monitoraggio e di supporto alla scelte politiche che faremo. La Toscana combatte senza se e senza ma ogni tipo di mafia e, come Istituzioni, vogliamo rafforzare sempre più il nostro ruolo di sentinelle della legalità“, così sul proprio profilo Facebook il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo annuncia la costituzione dell’Osservatorio per la legalità, istituito con legge regionale 42/2015, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sul progredire dell’eventuale presenza, anche sotto forma di infiltrazioni, delle organizzazioni malavitose sul territorio toscano e avanzare proposte per contrastare ogni forma di criminalità organizzata .

I compiti dell’Osservatorio

Nel giugno 2021 il Consiglio regionale ha approvato una legge che, aggiornando la legge che lo istituiva, estende i compiti dell’Osservatorio all’analisi delle cause principali dei fenomeni di infiltrazioni malavitose del lavoro irregolare, della corruzione, dell’usura, dell’estorsione e del riciclaggio presenti nel territorio regionale. L’istituto dovrà anche elaborare linee guida per la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata, da condividere con la Regione e gli enti locali e raccogliere informazioni e dati utili ai fini della valutazione della trasparenza negli appalti, dalla genesi alla conclusione dei lavori.

La commissione

Oggi si è insediata la commissione che guiderà l’Osservatorio del quale fanno parte, oltre a Mazzeo don Andrea Bigalli, che ne era già stato designato presidente dalla deliberazione del Consiglio regionale, con la quale sono stati nominati membri dell’organismo anche i consiglieri regionali Jacopo Melio, Valentina Mercanti e Luciana Bartolini, e ancora Salvatore Calleri, Gabriele Berni, Ilaria Santi, Liuba Ghidotti e Sara D’Ambrosio.

“Saremo sentinelle della lotta alla criminalità e faremo la nostra parte insieme alle associazioni e a tutti coloro i quali, con il proprio impegno e dedizione, lo fanno da molto tempo ha aggiunto Mazzeo ricordando che la scelta di istituire l’Osservatorio è stata fatta nella scorsa legislatura, “anche se non si era riusciti a dargli gambe. Appena eletto presidente del Consiglio regionale dichiarai che volevo che l’Osservatorio partisse formalmente. Oggi, dopo che il confronto tra le forze politiche è giunto a individuare la soluzione migliore, finalmente partiamo. Sono convinto che don Andrea Bigalli saprà rappresentare tutte le cittadine e i cittadini della Toscana e noi fare un lavoro importante e attento sulla base del percorso che decideremo di portare avanti, perché questo è un tema centrale e fondamentale affinché la Toscana continui a essere la regione che è che, anzi, ambisca a essere, su questi temi, avanguardia rispetto alle altre regioni d’Italia”.

Per il presidente dell’Osservatorio, don Andrea Bigalli, l’Osservatorio,”crea un ambito che ha lo scopo di interagire con la società civile, in particolare con la sua dimensione associativa, quella degli enti amministrativi e delle realtà che di volta in volta saranno convocate. Si tratta di un’attività che permetterà all’Osservatorio stesso di orientarsi con le varie attività di ricerca, di esplorare il territorio, di comprendere i meccanismi dell’infiltrazione e la dimensione del contrasto alle infiltrazioni criminali. E sarà un’attività che svolgerà con tutte le realtà che, in altri ambiti sociali, lavorano su questa tematica. È quanto mai importante, perciò, che questa commissione svolga il lavoro più ampio e aperto possibile coinvolgendo tutte le molteplici voci che al riguardo arrivano dal territorio”.

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