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Palazzo Serristori a Firenze torna a vivere: ospiterà residenze extralusso

Il restauro partirà la prossima primavera, i prezzi delle future dimore variano da 2 a 7 milioni di euro, della vendita si occuperà in via esclusiva Lionard Luxury Real Estate

Parte il recupero dello storico Palazzo Serristori a Firenze. Rimasto a lungo senza inquilini ora è destinato a ospitare residenze extralusso. Acquistato a marzo dal gruppo Ldc residences di Taiwan – già impegnato a Firenze nella riqualificazione a residenze di un altro storico edificio, Palazzo Portinari Salviati – sarà recuperato grazie a un imponente restauro che partirà a primavera prossima per ricavarne appartamenti prestigiosi.

I prezzi delle future dimore variano da 2 a 7 milioni di euro, della vendita si occuperà in via esclusiva Lionard Luxury Real Estate. Il recupero prevede un investimento di decine di milioni di euro, impegnate imprese italiane e del territorio per alcuni anni. Palazzo Serristori si estende su 5.500 metri quadrati di interni e ha un giardino di 3.000 metri quadrati.

Tutti gli ospiti nobili di Palazzo Serristori

Il Palazzo è stato l’ultima dimora di Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, re di Spagna e di Napoli, che vi si rifugiò in esilio, e anche residenza, sempre nell’800, della nobile famiglia russa dei Demidoff a cui è pure intitolata la piazza prospiciente.
Ma Palazzo Serristori a Firenze, nato come villa rinascimentale in riva all’Arno, non lontano da Ponte Vecchio, ha avuto tra i suoi ospiti anche papa Leone X dei Medici – di cui si conserva lo stemma nell’atrio principale -, Puccini e Rossini, lord Byron e Shelley, Richard Strauss e Wagner.
Vi soggiornò spesso pure la regina Elena di Savoia: la sua dama di compagnia era la marchesa Hortense de la Gandara, sposata con il conte Umberto Serristori, casato a cui si deve la costruzione del palazzo e che lo ha abitato fino alla seconda metà del secolo scorso.

La storia di Palazzo Serristori

La costruzione risale a inizio Cinquecento, per volere di Lorenzo Serristori, a testimonianza dell’importanza raggiunta dalla famiglia di banchieri fedeli alleati dei Medici. La villa fu edificata dove sorgeva già un casino di caccia, sotto la collina dell’attuale piazzale Michelangelo, affacciata sull’Arno, nella zona delle ‘mulina’ (e resti di un mulino sono ancora visibili nei sotterranei). Dai documenti rinvenuti nell’archivio Serristori è presumibile, si spiega, che gli architetti che misero mano al nucleo originario siano stati Giuliano e Antonio da Sangallo assieme a Benedetto da Maiano.

Secondo alcuni studiosi sarebbe poi da attribuire a Michelangelo la bellissima scala elicoidale che ancora collega i sotterranei all’ultimo piano. La residenza vantava anche il più grande giardino all’italiana della città. Subì poi grandi trasformazioni ai tempi di Firenze capitale: per la costruzione del nuovo lungarno, che porta il nome Serristori, furono espropriati parte del parco e del palazzo.

Ai secoli e al cambiare del gusto sono però sopravvissuti elementi originali a partire dal magnifico salone affrescato delle feste, il più grande di Firenze, 250 mq di ampiezza e 12 metri e mezzo di altezza, più 150 mq circa di foyer (destinato a spazio comune per tutti i futuri appartamenti), costruito nel 1600, quando il palazzo fu ampliato sotto la guida del Buontalenti. Ancora al loro posto nel salone, integri, due splendidi lampadari di Murano del 1700 così come i pavimenti lignei originali.

Ugualmente la ‘Sala degli Specchi’ e i caminetti della residenza realizzati in marmi preziosi con lo stemma dei Serristori e la stufa in terracotta invetriata della manifattura Ginori: ne esiste solo un altro esemplare al mondo. Tra le altre curiosità dello storico edificio anche alcuni passaggi segreti, uno dei quali, parzialmente riportato alla luce, congiungeva il palazzo all’altra riva dell’Arno. 

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