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Sfida all’ultima remata: 150 vogatori su 22 imbarcazioni in gara a Livorno per il Palio Marinaro

Appuntamento alle 18.30 di sabato 2 luglio alla Terrazza Mascagni, otto le cantine che si contenderanno la vittoria

Palio Marinaro - © Marco Filippelli

Il Palio Marinaro di Livorno non si è mai fermato e torna anche quest’anno di scena nella suggestiva cornice della Terrazza Mascagni sabato 2 luglio alle 18.30, a poche ore dal tramonto.

In gara più di 150 vogatori, 22 imbarcazioni a quattro e dieci remi, 8 corsie, sedici boe grandi un metro e profonde 2.5m, fondali che partono da sette a 20 metri, nel campo di regata più difficile e complicato del Mediterraneo.

Il Palio è la più antica delle gare livornesi: si tratta del trofeo che conclude la stagione remiera, una spettacolare festa in mare che esprime meglio di ogni altra manifestazione l’anima più vera di Livorno, tra storia e tradizione.

Si svolge nel tratto di mare al largo della Terrazza Mascagni, spettacolare platea che garantisce una visuale d’eccezione su tutta la competizione.

E’ una sfida all’ultima remata in cui si fondono sudore e salmastro, voglia di vincere e sana competizione, entusiasmo e tanta fatica. Una festa unica e spettacolare che rende vive ancora oggi le antiche tradizioni marinare della città.

Tre le gare previste: palio junior, quello femminile, e il gran finale con i gozzi a dieci remi.

Le premiazioni si svolgeranno il giorno successivo domenica 3 luglio al circolo Arena Astra dove è in programma anche uno spettacolo musicale.

La gara

Al Palio partecipano otto rioni che gareggiano sui gozzi, imbarcazioni a dieci remi formate da un equipaggio di dieci robusti vogatori più un timoniere che si distingue dal resto della ciurma per la posizione a poppa con il compito di coordinare, guidare e dare il ritmo alla sua squadra.

La gara dura all’incirca dieci minuti ma lo sparo che dà il via alla sfida è preceduto da mesi e mesi di duro lavoro, soprattutto per gli atleti che, nell’anno precedente, fanno esercizio nelle Cantine e vogano direttamente in mare o lungo i Fossi, i caratteristici canali d’acqua che percorrono i quartieri livornesi.

La gara ha questo svolgimento: gli equipaggi partono avendo alla propria sinistra la Terrazza Mascagni, che ospita il pubblico, e compiono un primo tratto rettilineo fino alle boe della prima virata, quindi tornano indietro per percorrere il secondo tratto rettilineo  ed effettuare  il secondo giro di boa, ancora un tratto rettilineo in senso inverso per il terzo giro di boa e poi gli ultimo 500 metri di sprint finale in piena vista del pubblico.

La struttura della gara con tre virate esalta la spettacolarità del percorso e sottolinea la preparazione degli atleti e la necessità di intesa fra rematori e timoniere; inoltre rende molto difficile prevedere l’esito della gara stessa.

Ai vincitori, oltre alle coppe, spetta il giro d’onore lungo i Fossi, mentre a chi raggiunge per primo il traguardo di tre edizioni vinte (non necessariamente consecutive), tocca di diritto il simbolico drappo dipinto per l’occasione da un artista.

La storia del Palio Marinaro

Il palio livornese è la rievocazione in mare aperto delle regate che, circa cinque secoli fa, venivano disputate in occasione di grandi eventi davanti alla Fortezza Vecchia, sotto l’occhio appassionato e divertito di Cosimo de Medici, che le seguiva dal Terrazzino della Canaviglia.

Queste gare nascevano probabilmente da estemporanee sfide di equipaggi che correvano su rozze imbarcazioni per allenarsi alla vita in mare, da cui traevano sostentamento.

Di palio vero e proprio, però, si iniziò a parlare nel 1605, in occasione dell’apertura del canale perimetrale alla Fortezza Nuova.

Tra il settecento e l’ottocento le “feste d’acqua” divennero molto conosciute e varcarono i confini cittadini, affascinando i cronisti e pittori dell’epoca.

Un Palio tra i più fastosi della storia di Livorno si svolse il 21 maggio 1766 in occasione della visita di Pietro Leopoldo, da poco Granduca, e fu organizzato dalla comunità olandese alemanna, una delle “Nazioni” che si stabilirono sul territorio favorite dalle Leggi Livornine e dall’istituzione del porto franco.

Il Palio continuò a essere gareggiato con una certa regolarità fino al 1867, finché un incidente a un “montatore” non ne segnò l’abolizione.

Il Palio fu poi ripreso ufficialmente nel 1926, dando inizio alla gara contemporanea con otto rioni.

Nel corso degli anni le regole sono mutate ma il Palio continua ad essere sempre un’istituzione, un appuntamento che scandisce il calendario dell’estate livornese e racconta la parte più autentica di questa città.

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