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Durante la pandemia “esplode” il biologico, in Toscana aumentano consumi e coltivazioni

Non solo in Toscana è cresciuto il consumo di prodotti bio (e biodinamici), ma anche le superfici biologiche (4%) e gli operatori (0,7%) Gli ettari coltivati nella regione sono ormai 144 mila

Agricoltura in Toscana (Pelago, Firenze) - © Giuseppe Mondì / Unsplash

L’emergenza Covid-19 ha fatto aumentare i consumi di prodotti bio dell’1,7% in Toscana, con una crescita tendenziale anche per i vini rossi come il Chianti Classico Docg (+1,7%), il Chianti Docg (+3,8%) e il Toscana igt (+3,1%) e per i bianchi con il Toscana Igp (+0,6%). È quanto afferma la Coldiretti Toscana, in riferimento al Ddl sul biologico approvato dal Senato. “Crescono le superfici biologiche in Toscana del 4% e anche gli operatori dello 0,7%, un chiaro segnale di quanto sia gli agricoltori che i consumatori credano fortemente nel valore aggiunto delle produzioni biologiche” commenta il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi. “Ora serve un’azione di informazione mirata ai consumatori per aiutarli a leggere attentamente le etichette e stanare eventuali prodotti tarocchi che non sono italiani né tantomeno biologici, perché sono ancora ingenti le importazioni dall’estero di cui non si ha piena tracciabilità”, aggiunge il presidente.

I record

In Toscana le superfici biologiche hanno raggiunto 144 mila ettari e gli operatori sono oltre 5 mila con le colture foraggere (30%), cerealicole (17%), viticole (10%) e olivicole (11%), che fanno la parte da leone in termini percentuali. Un contributo importante per raggiungere questi record è dato anche dall’agricoltura biodinamica, un metodo produttivo di elevato valore ambientale ed economico la cui applicazione consente di ottenere prodotti di eccellenza qualitativa, apprezzati in ogni parte del mondo. “L’attenzione della scienza sui più diversi aspetti della produzione del cibo è sempre auspicata per comprendere e valorizzare le migliori pratiche agricole che possono essere messe a disposizione degli agricoltori, in modo da favorire scelte imprenditoriali sempre più consapevoli”, spiega Filippi.

Le norme

Le aziende biodinamiche, infatti, a prescindere dallo specifico disciplinare di produzione, devono rispettare ed essere conformi ai requisiti europei e nazionali dell’agricoltura biologica, a partire dal regolamento europeo 834 del 2007 cita espressamente i preparati biodinamici e ne consente l’uso nelle norme di produzione regolamentate. Come spiega Coldiretti, tutte le aziende biodinamiche utilizzando un chiaro riferimento al termine “bio” in etichetta, termine tutelato dalle norme europee, e devono essere certificate prima di tutto ai sensi della normativa comunitaria sul biologico.

L’agricoltura biodinamica

Il disciplinare dell’agricoltura biodinamica, anche se richiama alcuni aspetti di chiara derivazione filosofica, prevede delle regole di base di assoluto rigore agronomico come la presenza di animali in azienda con l’obiettivo del ciclo chiuso, la cura per la gestione della fertilità del suolo ed una manicale attenzione alle lavorazioni dei terreni, l’applicazione rigorosa di rotazioni colturali, la gestione dei patogeni e delle malattie senza ricorso ad input chimici di sintesi. “Si tratta di regole che, prendendo come base il disciplinare europeo per il biologico – conclude Coldiretti – ne valorizzano i principi attraverso prescrizioni specifiche e vincolanti”.

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