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Pitti Uomo: il fatturato del menswear italiano è in lieve crescita

Dall’8 all11 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze tutto il meglio della moda maschile contemporanea

Il fatturato della moda maschile italiana dovrebbe archiviare il 2018 con una lieve crescita, secondo i dati elaborati da Sistema Moda Italia e diffusi oggi, primo giorno di Pitti Uomo 95 la manifestazione che porta a Firenze il meglio della moda maschile contemporanea.

Il fatturato è atteso sperimentare una dinamica pari al +1,5%, oltrepassando dunque i 9,4 miliardi di euro. Dopo una prima parte dell’anno particolarmente soddisfacente oltreconfine (il primo semestre si è chiuso con un export in aumento del +5,5%), la performance annua risulta in decelerazione.

Il valore della produzione assiste a un’inversione di tendenza, con una contrazione nell’ordine del -2,8% rispetto al 2017. Per l’export si stima una decelerazione, che porterebbe il ritmo di crescita al +3,9%, corrispondente ad un livello complessivo di vendite estere superiore comunque ai 6,3 miliardi di euro. Nel caso dell’import si prospetta una crescita stimata al +6,4%, l’ammontare totale oltrepasserebbe così i 4,2 miliardi.

Analizzando i primi 9 mesi del 2018 e i singoli mercati di sbocco, le crescite risultano generalizzate e tra i “top20” solo pochi Paesi si rivelano in flessione. Con riferimento al Vecchio Continente, la Germania mostra un aumento del +3,5%, il Regno Unito del +8,1%, la Francia del +2,2%. Nota a sé merita la Svizzera, in primis piattaforma logistico-commerciale per molti operatori del settore, in aumento del +20,5%, a testimonianza di un mercato globale complessivamente favorevole alle produzioni italiane.

Per quanto riguarda i mercati extra-europei, gli Stati Uniti assistono a una crescita delle esportazioni di moda maschile pari al +2,8%. Similmente, la Russia si rivela positiva per la moda maschile, archiviando un +6,4%. Se si guarda al Far East, Hong Kong e Cina crescono rispettivamente del +3,6% e del +27,7%.

Per il 2019 le rilevazioni campionarie condotte dal Centro Studi di Confindustria Moda su un campione di aziende di moda maschile associate a SMI, indicano una “stabilità” delle condizioni congiunturali sperimentate nel corso del 2018. 

“Non possiamo dare i numeri” sulle risorse che il governo destinerà al sistema moda, “ma sarà una sorpresa penso positiva”. Lo ha affermato Michele Geraci, sottosegretario allo Sviluppo economico, parlando coi cronisti a margine dell’inaugurazione di Pitti Immagine Uomo. “Prego tutti voi – ha aggiunto, rivolto alla platea degli imprenditori durante la cerimonia – di dirci di cosa avete bisogno, quali sono le criticità: io sono qui personalmente a cercare, per quello che è possibile, di soddisfare questi desideri”. La moda, ha ricordato Geraci, “è uno dei settori fondamentali del Made in Italy, e rappresenta il 15% delle esportazioni e più della metà del surplus commerciale, quindi si deve enfatizzare l’importanza fondamentale di questo settore: non solo per l’impatto diretto, ma anche come supporto a tutto il resto del Made in Italy. Nell’immaginario dei nostri partner commerciali stranieri il settore moda genera acquisti su tutti gli altri prodotti, fa parte della costruzione della narrazione del Made in Italy che stiamo cercando di focalizzare”.

“Fare i conti con le potenzialità e andare oltre la manovra economica” e, da questo punto di vista il ruolo della moda è centrale nell’affermare l’importanza italiana: “La moda rappresenta lo stile del Paese, quello stile italiano che il mondo ci invidia”. Ha dichiarato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, durante l’inaugurazione di Pitti Immagine Uomo 95, a Firenze. L’Italia “deve puntare su un’industria ad alto valore aggiunto e in questo la formazione, a partire dagli istituti tecnici specializzati e passando per le università, diventa un elemento essenziale”, ha concluso Boccia.

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