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“Poco pane e mirabili sogni” Napoli incontra Firenze nelle “micromeraviglie” di Antonio Maria Esposito

Solo per un giorno mercoledì 16 novembre sarà possibile ammirare alla Certosa di Firenze le preziose micro-opere del sacerdote della parrocchia di San Bartolomeo a Castellammare di Stabia scomparso nel 2007

È possibile racchiudere in un guscio di noce la Divina Commedia? Le straordinarie miniature di Antonio Maria Esposito rispondono positivamente a questa domanda a riprova del fatto che l’arte può superare ogni limite e confine.

Per chi fosse incuriosito da questa introduzione mercoledì 16 novembre potrà vederle solo per un pomeriggio “arrampicandosi” dalle ore 17 alla Certosa di Firenze, al Galluzzo.

L’evento unico porta in anteprima assoluta fuori dai confini della Campania l’esposizione delle minuscole opere in miniatura del sacerdote della parrocchia di San Bartolomeo a Castellammare di Stabia scomparso nel 2007 a 90 anni.

Le micro-opere, una dozzina in tutto, sono dedicate al tema della Natività e alla Divina Commedia, e per l’occasione saranno presentati anche i due volumi che la casa editrice Olschki ha dedicato a tale mirabile esempio d’arte spirituale.

Ad accompagnare i visitatori in questa esplorazione delle micromeraviglie di Padre Esposito saranno presenti Marco Collareta (Università degli Studi di Pisa), Silvia Corsi Andreani (Museodivino di Napoli), Giorgio Cossu (etnofotografo), Carlo Ossola (Collège de France), Léa Vagner (Associazione Progetto Sophia. Donne verso la Bellezza); sarà presente l’editore Daniele Olschki.

Le opere in mostra

Le opere simbolo dell’infinitamente piccolo sono state realizzate da Antonio Maria Esposito su un guscio di noce, un nocciolo di ciliegio, un semino di canapa con goccioline di pittura a olio, granelli di polpa di pera, frammenti di muschio.

Materiali semplici da cui, nel silenzio del suo studiolo e lontano dagli sguardi del mondo, il sacerdote stabiese creò nella seconda metà del ‘900, come esercizio di pazienza e preghiera, un intero cosmo di personaggi evangelici e danteschi che affollano vasti paesaggi.

Sono millimetriche e dinamiche sculture di pastori in corsa verso la capanna del Bambin Gesù e filiformi anime, dannate e quasi trasmutate in serpenti, oppure salve e volenterose in ascesa sulla montagna del Purgatorio sul costone di un guscio di noce.

Per vedere le opere in mostra ogni visitatore sarà dotato di una lente d’ingrandimento e di una torcia per ammirare sei tra le opere presepiali e sei tra le noci dantesche di Antonio Maria Esposito, tra cui la minuscola natività in seme di canapa di 3 millimetri e l’unica opera dedicata dall’artista al Paradiso.

I cataloghi

L’apertura della mostra è prevista alle ore 17, mentre alle 17.30 appuntamento con la presentazione dei volumi editi presso Leo S. Olschki Editore di Firenze: “Il Santo Natale Nella novena di Alfonso Maria de’ Liguori e nei presepi di Antonio Maria Esposito” a cura di Giacomo Jori e Laura Quadri, con l’introduzione di José Tolentino de Mendonça e la postfazione di Carlo Ossola e “La Divina Commedia di Antonio Maria Esposito. Tra miniatura, scultura e spiritualità” a cura di Silvia Corsi Andreani, con immagini fotografiche, a misura reale e in dettaglio, di Giorgio Cossu; saggi critici di Marco Collareta, Fara Autiero, Serena Picarelli, Teresa Prudente e Véronique Mattiussi, un’intervista a Lucia Battaglia Ricci e un saggio introduttivo di Carlo Ossola.

Le gioiose e luminose Natività di “don Antonio”, come lo chiamavano i pochi amici a cui le mostrò quand’era in vita, sono state scelte nel 2020 a corredo iconografico della fortunata riedizione critica delle Novene di Natale di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori autore umile ma in realtà famosissimo che ha creato il semplice canto “Tu scendi dalle stelle”, che accompagna ancor oggi il Natale.

Il secondo volume che si presenta alla Certosa, interamente realizzato con il contributo del comitato per le celebrazioni dantesche del 2021, guida invece il lettore nella stupefacente Divina Commedia che Esposito realizzò in 42 gusci di noce, dove l’illustrazione di Doré pare incontrare il Novecento di Giacometti in un confronto vivo e creativo con la poesia dantesca e con gli artisti ad essa ispirati.

Le peculiarità di quest’opera riassunte nel sottotitolo “miniatura, scultura e spiritualità” vengono anche esplorate in rapporto alla Commedia stessa nel ricco apparato critico che spazia dai miniaturisti medievali ai primi romantici, da August Rodin a Virginia Woolf.

Natività

 

 

Informazioni sull’evento:

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