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Addio a Polpetta, il cane per la pet therapy del Meyer amato dai bambini

Migliaia i messaggi arrivati per l’ultimo saluto al barboncino che aiutava i piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico fiorentino e le loro famiglie ad affrontare la degenza

Il cane Polpetta al Meyer - © Fondazione Meyer

Tanti saluti commossi a Polpetta, il cane per la pet therapy dei bambini dell’associazione Antropozoa, che era una figura abituale nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze ed è scomparso ieri. L’associazione ha ricevuto migliaia di messaggi e fotografie, con cui le famiglie degli ex piccoli pazienti del Meyer hanno voluto ricordare con affetto Polpetta.

Pet therapy per i piccoli pazienti

“Polpetta non c’è più – sottolinea in una nota l’associazione – il barboncino all’interno degli interventi assistiti con gli animali non entrerà più scodinzolando nei reparti per portare sorrisi, ridurre lo stress, aiutare a diminuire la paura nei piccoli ricoverati”.  Di recente Polpetta sempre al Meyer, all’interno del centro vaccinale, aveva aiutato anche i bambini spaventati dall’ago a superare la paura della puntura, facendo loro compagnia e lasciandosi abbracciare.

Polpetta, insieme agli altri amici a quattro zampe in servizio al Meyer, come Galileo e Mali, era un supporto prezioso per i bambini ricoverati. Sono stati dimostrati da tempo infatti gli effetti positivi della pet therapy, che in Toscana è presente in quasi tutti gli ospedali e sfrutta l’effetto benefico dell’interazione tra l’essere umano e gli animali, capaci di migliorare il benessere psicofisico dei pazienti.

Tanti messaggi commossi per Polpetta

Il ricordo di Polpetta oggi rivive nei ricordi delle persone che lo hanno conosciuto in uno dei momenti in assoluto più difficili: quello della malattia di un figlio o un nipote. “Hai dato tanta serenità a quei bambini, ci mancherai” scrive un utente sulla pagina Facebook di Antropozoa, un’altra aggiunge “L’ho conosciuto in un momento molto brutto, ma il suo arrivo aveva scaldato il cuore”.

Il cane Polpetta al Meyer

Sono solo una piccola parte dei messaggi che l’associazione ha ricevuto alla notizia della scomparsa del barboncino. Da poche ore si è diffusa la notizia e siamo stati letteralmente travolti da messaggi, pensieri, ricordi, fotografie” racconta Francesca Mugnai, presidente di Antropozoa, che viveva da sempre con Polpetta nella fattoria socioterapeutica di Antropozoa. “Abbiamo capito che il nostro Popi non ha lasciato solo un immenso vuoto in noi, la famiglia con cui è cresciuto in ogni momento di questi 12 anni. Polpetta ha lasciato un vuoto in tantissime persone che ha incontrato nel suo cammino negli ospedali, nelle carceri, nelle scuole, nelle residenze per anziani. Ovunque entrava, lasciava un segno nel cuore e nella memoria”.

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