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Poseidone torna in mare: la tartaruga sarà liberata a Castiglione della Pescaia

L’esemplare maschio era rimasto impigliato una decina di giorni fa in una rete: un localizzatore satellitare lo seguirà nei prossimi mesi

La tartaruga marina Poseidone

Tornerà in libertà in mare domani la tartaruga marina Poseidone, sperando di non rimanere di nuovo impigliato in quella rete di pescatori dove, per caso, è rimasto imprigionato una dozzina di giorni fa. Poseidone è un aitante maschio adulto di tartaruga marina – sessantacinque chili di peso, il carapace lungo 75 centimetri, un’età tra i 35 e 40 anni (degli 80 fino a cui può vivere una Caretta Caretta, la specie più comune di tartarughe di mare) – e sarà liberato la mattina del 25 aprile nelle acque di Castiglione delle Pescaia al largo del porto.

Un gps seguirà il viaggio di Poseidone

Nei prossimi mesi un sofisticato localizzatore gps lo seguirà nel suo girovagare per il Mediterraneo (e forse anche oltre), fornendo importanti informazioni ai ricercatori dell’Università di Pisa. Il progetto è regionale e per questo all’evento parteciperanno due rappresentanti della giunta.
“Sarà per me una grande emozione assistere al tuffo di Poseidone” dice l’assessora all’ambiente della Toscana, Monia Monni. “Una bella storia di solidarietà e amore” commenta l’assessore al turismo, Leonardo Marras.

Poseidone, che oggi ancora sguazza nella piscina del centro di recupero dove ha potuto riprendere forze, sotto lo sguardo attento e amorevole dei biologi che lo hanno in cura, sarà liberato esattamente lì dove, martedì della passata settimana, era rimasto accidentalmente impigliato nelle reti del peschereccio Mareblu. Una fortuna nella sfortuna, perché i pescatori, i fratelli Vincenzo e Giuseppe Temperani, amici e preziosi collaboratori di TartAmare, hanno subito contattato l’associazione per trasferire la tartaruga al centro di recupero di Grosseto.

Il prezioso lavoro dei volontari

“I volontari dell’associazione, diventata oramai un punto di riferimento importante per gran parte della costa toscana, mettono amore nella loro attività. E questa storia – racconta l’assessore Marras – ci spinge ad investire ancora di più in progetti di turismo sostenibile come “Costa e Isole toscane” o “Toscana plastic free”, perché un ambiente marino pulito e sano, che specie come le tartarughe caretta caretta scelgono ogni anno per nidificare, è il miglior biglietto da visita per la nostra regione nel mondo”.

“Assieme a Tartamare, che ringrazio per l’infaticabile impegno dei volontari ed esperti nel recupero degli animali spiaggiati – aggiunge Monni -, in Toscana sono presenti altre tre onlus che si adoperano in questa attività: il Parco della Maremma a Talamone, il Wwf a Massa e l’acquario di Livorno. Quest’anno abbiamo stanziato 16mila euro per finanziare queste quattro realtà fondamentali per la cura e preservazione delle specie marine e della biodiversità e che organizzano anche progetti per sensibilizzare i cittadini”.

Il primo maschio seguito in Toscana dal satellite

Trovare un esemplare di Caretta Caretta come Poseidone, un adulto e soprattutto di sesso maschile, non capita molto spesso. I maschi sono infatti meno numerosi della tartarughe dell’altro sesso e vivono in mare aperto, avvicinandosi alle coste solo nel periodo primaverile per potersi accoppiare.

Le femmine invece si spiaggiano più facilmente, perché si spingono fin sulla riva per deporre le uova. E lo fanno anche in Toscana, nonostante nelle acque della penisola la presenza delle tartarughe marine, protette proprio perché a rischio estinzione, si sia fatta oramai rada: l’anno scorso sono comunque stati individuati lungo la costa da Grosseto a Livorno sei nidi, uno proprio a Castiglione della Pescaia, e dodici tentativi altrove di nidificazione. Una speranza per la sopravvivenza della specie, la cui difesa impegna così tanti volontari.

Poseidone è il primo maschio recuperato nelle acque della Toscana che sarà seguito tramite telemetria satellitare. La tartaruga sarà studiata dai ricercatori del dipartimento di biologia dell’Università di Pisa nell’ambito del progetto “NatNet”, finanziato dalla Regione e che prevede il monitoraggio degli animali riabilitati dai centri di recupero.

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