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Torna il “Premio Lucia” concorso rivolto a produttori, podcaster e autori radiofonici

C’è tempo fino al 14 novembre per partecipare al bando realizzato da Radio Papesse in collaborazione con la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano

Premio Lucia 2021

Dal 10 al 12 dicembre torna a Firenze la terza edizione di Lucia, il Festival promosso da Radio Papesse per celebrare l’arte di raccontare senza immagini.

Nel 2021 torna per la seconda edizione il “Premio Lucia”, un concorso per la produzione di storie audio realizzato in collaborazione con la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano.

Partecipare al “Premio Lucia” è l’occasione per vincere un premio di produzione, ma significa anche condividere con tutti la passione e l’interesse per il racconto audio, nelle sue forme più sperimentali, attente e curate.

Radio Papesse collabora per il premio con l’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano che conserva un patrimonio storico e culturale unico nel suo genere, fatto di oltre 9000 tra diari, memorie ed epistolari. Sono storie private inedite di gente comune in cui si riflette, in varie forme, la vita di tutti e la storia d’Italia.

Per partecipare al premio viene richiesto di leggere le sinossi di sei storie scelte dall’Archivio insieme a Radio Papesse. Chi partecipa deve sceglierne una e raccontarla con il formato del documentario radiofonico.

Ci sono due limiti: qualsiasi sia la lingua madre degli autori la produzione deve essere in italiano e la durata della produzione audio non deve superare i 30 minuti.

Le storie da raccontare

“Scegliere” è il diario di Houda Latrech, poco più che ventenne, studentessa di giurisprudenza, nata in Marocco e cresciuta in Italia, a Varese. Scrive Houda, scrive poesia, scrive di identità, scrive per suggestioni e immagini rapidissime. La storia di Houda è soprattutto la storia di suo padre, un nomade di fine Novecento, partito dal Nord dell’Africa per giungere al Nord dell’Italia, in cerca di lavoro.

Mamadou Diakité ne “Il candidato” racconta il suo viaggio verso l’Europa. Mamadou ha 32 anni quando si candida ed è tra coloro che ce la fanno a sopravvivere al sistema di sequestro dei migranti: una piramide di trafficanti, corrispondenti, passeurs, taxisti, traghettatori, guardie costiere. Un’umanità disumana che sta i candidati e la terra promessa, che non è una terra, ma un mare, il mare Mediterraneo. Oggi Mamadou vive a Manfredonia, dove lavora come attore in una compagnia teatrale.

Leo Ferlan in “La geometria dei sentimenti” racconta la storia d’amore con Mirjam. Per tre anni si amano a distanza, attraverso un carteggio fitto di racconti, immagini straordinarie, considerazioni sull’amore e sulla vita. Sono gli anni Cinquanta, Leo è un botanista autodidatta di stanza ad Algeri, Mirjam tenta l’emancipazione: lasciare Udine e trovare lavoro. L’amore nasce e cresce per corrispondenza.

La storia di Antonio Cocco da lui raccontata in “Ridotta Isabelle” è a dir poco straordinaria. Il 24 maggio del 1952 esce dalla casa di Dorsoduro a Venezia e invece di andare a scuola, dove teme la bocciatura, parte per un viaggio che gli cambierà la vita: direzione Francia. Non appena vi arriva, lui e l’amico con cui è scappato, sono fermati dalla gendarmeria e messi di fronte a una scelta che suona come un ultimatum: il processo per aver superato illegalmente il confine o la Legione straniera. È così che dopo un passaggio in Africa, Antonio si ritrova per sbaglio a combattere nella guerra di Indocina. Arruolato nell’esercito coloniale francese combatterà contro il movimento Viet Minh, fino all’ultima battaglia di Diên Biên Phu.

Oreste Orlando Tonelli in “Colibrì” racconta tutta la sua vita, dall’infanzia povera irrequieta a Fivizzano all’evasione rocambolesca dalla colonia penale della Caienna, al largo della Guyana Francese. Come le vicende di Antonio Cocco, la vita di Oreste è altrettanto incredibile, un rosario di disavventure, errori, crimini, fogli di via, tra Italia, leggerlo oggi questo diario a cavallo tra XIX e XX secolo, non ci si crede.

Magda Ceccarelli De Grada è poetessa e casalinga, militante e madre di famiglia, intellettuale e vivandiera per la Resistenza. In “Giornale del tempo di guerra” racconta la sua vita che incrocia quella di intellettuali importanti come Guttuso e Vittorini, famiglie altolocate, resistenti straordinari come Venanzi, Ingrao, Pontecorvo, Agostoni e Curiel, ma anche contadini affamati e donne di servizio. Con una scrittura limpida, fatta di potenti folgorazioni poetiche e raffinate analisi politiche, Magda intreccia la sua vita – e quella della sua famiglia – con la storia della Guerra e della Liberazione.

Radio Papesse © Daniela Arielli

Come partecipare al bando

Possono partecipare giovani producer e professionisti consolidati. Sono ammessi anche gruppi di produzione, collettivi e compagnie teatrali con comprovate esperienze di produzione audio.

Le iscrizioni, complete di proposta di progetto, dovranno essere inviate all’indirizzo premiolucia@radiopapesse.org entro e non oltre il 14 novembre 2021, ore 23.00.

La giuria del premio è composta da Radio Papesse – Ilaria Gadenz e Carola Haupt – da Natalia Cangi e Tiziano Bonini per ADN e quest’anno da Sara Poma autrice di podcast e Head of Branded Content per Chora Media e Marco Stefanelli produttore indipendente e menzione speciale Premio LUCIA 2020.

In questa seconda edizione sono confermati due premi: il primo di 2000 € e il secondo di 1000 €. I lavori prodotti saranno presentati a LUCIA Festival 2022 e al Premio Pieve 2022. Saranno inoltre pubblicati su radiopapesse.org e sulla piattaforma di digital storytelling di ADN (online nel 2022).

I vincitori saranno annunciati durante il LUCIA Festival. Le motivazioni della giuria saranno pubblicate sul sito www.luciafestival.org.

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