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Primavera, viaggiare open air: cinque cammini in Toscana

La Toscana è una terra solcata da strade antiche in cui natura e cultura si fondono in un paesaggio che racconta la nostra storia, cinque itinerari da fare con tutta la famiglia

Trekking - © Halfpoint

La Toscana è una terra di sentieri, oltre alle città d’arte, ai borghi, ai luoghi della fede e alle splendide coste, ancora oggi la nostra regione è una terra solcata da strade antiche in cui natura e cultura si fondono in un paesaggio che racconta la nostra storia.

Se la Via Francigena che attraversa da nord a sud la regione è oggi la più frequentata, i camminatori apprezzano da sempre i tracciati delle alpi Apuane e dell’Appennino, i sentieri del Chianti, delle Crete Senesi e delle colline fiorentine.

Ecco cinque cammini che potrete affrontare con tutta la famiglia per riscoprire le bellezze nascoste della nostra ricchissima regione.

1-Dalla Doganaccia al lago Scaffaiolo fino al Corno alle Scale

LAbetone viene spesso ricordato come una meta amata dagli sciatori toscani, ma anche d’estate è capace di sprigionare una bellezza incontaminata.

L’itinerario che vi proponiamo ricalca l’antica strada che collegava Cutigliano a Fanano in Emilia Romagna.

Si parte dell’arrivo della funivia di Doganaccia dove si può arrivare in auto da Cutigliano e poi prosegue per una strada sterrata che passa dal Monte Spigolino.

Il sentiero di crinale arriva al Passo della Calanca e dopo una selle si raggiunge il Lago Scaffaiolo meta amatissima dagli escursionisti e citato anche da Giovanni Boccaccio.

Proseguendo si sale al rifugio Duca degli Abruzzi, aggirato poi il cocuzzolo del Cupolino si tocca il Passo delle Tre Termini sul crinale dell’Appennino.

Il sentieri si conclude passando dal Passo dello Strofinatoio per arrivare poi a alla vetta principale dell’imponente massiccio del Corno alle Scale sormontato da un’altissima croce da cui si ha una visuale impressionante sul ripidissimo versante orientale della montagna.

Il percorso ha una durata di circa 5 ore tra andata e ritorno, è consigliato da maggio a ottobre.

Lago Scaffaiolo – © Francesco De Marco/Shutterstock

2-Monti pisani: dalla Certosa di Calci alla Verruca

Il cammino che vi proponiamo è un anello parte dalla splendida Certosa di Calci fondata nel 1366 che oggi ospita il Museo di Storia naturale dell’Università di Pisa con i suoi giganteschi scheletri di balena e che arriva fino alla vetta rocciosa della Verruca.

Si prosegue girando a sinistra verso via degli Omberaldi e attraversando Montemagno. Si raggiunge poi Prato a Ceccottino da cui sono visibili i ruderi della Badia di San Michele.

Tornati sulla strada si prosegue per la sterrata verso il rudere di Castel Verruca fortilizio medievale della Repubblica di Pisa, restaurato nel 1509 da Antonio da Sangallo. Il tracciato scavalca un crinale e arriva fino a Colle Focetta.

La strada piega a destra e dopo aver toccato Torre degli Upezzinghi arriva a Caprona.

Lasciata a destra via di Crespignano, con un sentiero che costeggia il torrente Zambra si raggiunge la frazione di Rezzano da cui è visibile la Certosa.

Il percorso è fattibile in circa tre ore e mezza, è adatto ad ogni periodo dell’anno tranne le giornate più calde dell’estate.

La Certosa di Calci

3-Da Vallombrosa al Monte Secchieta

Nel cuore del Pratomagno si trova uno dei luoghi di fede più importanti della Toscana. Stiamo parlando dell’Abbazia di Vallombrosa fondata nel 1028 da San Giovanni Gualberto da dove parte il nostro itinerario.

Qui fu fondata la prima Scuola forestale d’Europa, oggi i religiosi sono tornati ad abitare nel monastero che si trova all’interno di una riserva naturale ricca in primavera di giochi d’acqua, cervi, scoiattoli, daini e lupi immersi in foreste di faggi, castagni e abeti.

Il cammino ad anello parte costeggiando a destra l’abbazia, fino ad arrivare alla torre, dove si trova l‘ingresso all’arboreto.

Da qui parte un sentiero che passando dal valico di Bocca del Lupo raggiunge il crinale di Poggio alle Ghirlande. Dopo una breve discesa si torna sulla sterrata che sale dall’abbazia e porta fino al rifugio abbandonato di Macinaia.

La strada prosegue a mezza costa e raggiunge il crinale del Pratomagno, fino a un piazzale dove si affaccia il ristorante Giuntini, vicino al Monte Secchieta sovrastato dai ripetitori.

Continuando si raggiunge il Poggio alla Risala, si torna indietro al piazzale del ristorante, si prosegue per la Secchieta e dopo un bosco si ritrova la strada che scende a Vallombrosa.

Scavalcato il Poggio Stefanieri si raggiunge il rifugio forestale del Metato, qui la strada volge a sinistra e arriva al Fosso dell’Abate e l’antico rifugio di Capanna Massa al Monte. Da qui si prosegue fino all’abbazia.

Il percorso ha una durata di circa 4 ore e mezzo ed è consigliato da maggio a ottobre.

Bosco di Vallombrosa – © Stefano Cellai/Shutterstock

4-Da Radda a Gaiole tra i vigneti del Chianti

Le dolci colline del Chianti tra Siena e Firenze solcate da filari di vite che regalano ottimo vino sono tra i luoghi simbolo della Toscana.

L’itinerario che vi proponiamo parte dal centro storico di Radda in Chianti stretto intorno al palazzo del Podestà del XV secolo e arriva fino a Gaiole sede ogni ottobre della celebre “Eroica” la ciclostorica sulle strade bianche che ha reso questo piccolo borgo famoso in tutto il mondo.

Usciti dal borgo medievale di Radda si segue in discesa la strada provinciale, si lasciano a destra le strade per Gaiole e Siena e si prosegue sull’asfalto verso il castello di Albola.

Dopo poco un cartello segnala l’ingresso nella Chianti Cashmere Farm un allevamento di capre che merita sicuramente una visita. Si prosegue sulla tranquilla strada per Selvole che entra nel bosco.

Dopo aver raggiungo il minuscolo borgo si piega a destra passando sotto un arco, dopo una rapida discesa si risale nel bosco e si esce sulla strada che unisce Radda a Badia a Cotibuono.

Si imbocca la via che porta alla villa di San Donato in Perano e si prosegue in discesa fino al bivio per Gaiole.

Si continua sulla strada di destra che scende fino ad arrivare al borgo medievale di Vertine sorvegliato da un poderoso torrione. Da qui una panoramica strada asfaltata scende tra cipressi e vigneti e conduce a Gaiole in Chianti.

Il percorso ha una durata di 3,30 ore circa ed è consigliato tutto l’anno, tranne nelle giornate troppo calde dell’estate.

Gaiole in Chianti, castello di Meleto – © Marco Bicci/Shutterstock

5-L’anello di Populonia e Baratti

Il promontorio di Piombino è uno dei posti più affascinanti della Maremma. Conserva al suo interno lo straordinario Parco della necropoli etrusca di Populonia e sulla costa l’incantevole golfo di Baratti.

L’itinerario che vi consigliamo inizia proprio dalla necropoli di San Cerbone, la strada si addentra in un bosco dove potrete ammirare le stupende tombe a grotta, una parete intera con due piani di sepolture.

Dopo questa escursione si torna indietro e si riparte verso Baratti seguendo la via che costeggia la strada. Prima di girare a sinistra verso Populonia (dove è possibile rifocillarsi nei deliziosi ristoranti vista mare) si prosegue dritto e si sale nel bosco fino alla Sella del Reciso sul crinale.

Imboccando a destra una strada sterrata che sale a mezza costa nel bosco si scoprono i resti del Monastero di San Quirico. Si riparte e si raggiunge la costa a Cala San Quirico. Scendendo si incontra lungo la strada la suggestiva necropoli delle Buche delle fate.

Si prosegue e mezza costa tra sali e scendi sulla strada dei Cavalleggeri, passando da punta Saltacavallo, poi aggirata la punta delle Pianacce si torna a Baratti e si è pronti per un bel tuffo nel mare.

Il percorso dura più o meno 4 ore, è consigliato tutto l’anno tranne nelle giornate più calde dell’estate.

Parco archeologico di Baratti e Populonia – © Parchi Val di Cornia S.p.A.
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