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Profughi afgani, l’assessore Ciuoffo: “Riconoscere subito lo status di rifugiati per inserirli nella rete di accoglienza”

La Regione Toscana ribadisce la sua posizione: “Esiste un’anomalia che deve essere superata. Ci attendiamo una marcia più rapida del Governo”

Padre e figlia, accolti a Montecatini Terme dopo la fuga dall’Afghanistan - © Chiara Bianchini

L’accoglienza dei profughi afgani presenta anomalie che vanno sanate, a partire dal riconoscimento dello status di rifugiato: passaggio questo che deve essere accelerato per inserirli subito nella rete di accoglienza e integrazione (Sai).  È la posizione della Regione Toscana, ribadita dall’assessore all’Immigrazione, Stefano Ciuffo nel corso del Meeting antirazzista di Cecina,  in provincia di Livorno.

L’assessore Stefano Ciuoffo

“I cittadini afgani che sono arrivati nel nostro paese attraverso il ponte aereo organizzato, giustamente, dal nostro Ministero della Difesa non hanno bisogno di seguire l’ordinario percorso per il riconoscimento dello status di perseguitato. La scelta di inserirli nel sistema di accoglienza straordinaria, più noto come Cas, è un’anomalia che deve essere superata”. “Queste persone, che per venti anni hanno collaborato fianco a fianco con i nostri militari, sono salite sui nostri aerei sulla base di elenchi stilati su precisa indicazione dalle nostre autorità”, aggiunge l’assessore che commenta anche la nuova circolare del Ministero dell’Interno.

Pochi cambiamenti rispetto alle indicazioni iniziali e il rimando, di nuovo, ai Centri di accoglienza straordinaria come unica via. “La Regione Toscana si era dichiarata disponibile ad anticipare le risorse qualora il governo avesse voluto potenziare ed ampliare il numero di posti disponibili all’interno della rete SAI. Al fianco dei Comuni e di Anci, abbiamo ribadito nella commissione immigrazione della conferenza delle regioni pochi giorni fa la necessità di uscire da questo inspiegabile paradosso”.

La necessità, sempre più urgente, è, come spiega l’assessore,  di “creare un’alleanza istituzionale tra i territori che ospitano i rifugiati, e quindi i Comuni, e le associazioni del terzo settore, affinché si possa dar vita a progetti condivisi in grado di sviluppare, concretamente e non solo a parole, percorsi di integrazione, di formazione e di emancipazione. Ci attendiamo – conclude Ciuoffo – una marcia più rapida da parte del Governo, perché il tempo è scaduto”.

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