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Qualità dell’ambiente in Toscana: bene fiumi e balneazione, criticità per il Pm10

In Toscana il quadro complessivo è sostanzialmente positivo. Ecco i dati presenti nell’Annuario Arpat 2021 sullo stato di salute dell’ambiente toscano. Monni: “La vera sfida è la transizione ecologica”

Calci - © Fabio Santaniello Bruun - Unsplash

La qualità dell’aria in Toscana nel 2020 si è rivelata “nel complesso positiva” anche se “come in passato rimangono alcune criticità per Pm10, ossidi di azoto e ozono”. Lo rileva l’Arpat nell’Annuario dei dati ambientali 2021 della Toscana, presentato nei giorni scorsi a Firenze. Invece non risulta “buono lo stato chimico delle acque marino costiere nel 2020, per la presenza di metalli nei pesci”.

La balneazione? Eccellente

Tuttavia la qualità delle aree di balneazione nel 2020 si è mantenuta ad un livello “eccellente” con quasi il 99% delle aree (271 su 275) e oltre il 99% dei chilometri di costa controllati che si colloca in questa classe. Nel documento di Arpat – che contiene circa 100 indicatori suddivisi in sei aree tematiche (aria, acqua, mare, suolo, agenti fisici e sistemi produttivi) relativi al 2020 – riguardo alla qualità dell’aria si legge inoltre che il limite “dei 35 superamenti della media giornaliera del Pm10 non è stato rispettato nella sola stazione di fondo di Lucca-Capannori, come l’anno precedente. Permane il superamento del limite sulla media annuale di biossido di azoto nella sola stazione di traffico Firenze-Gramsci. Per quanto riguarda l’ozono, il limite per la protezione della popolazione non è stato rispettato nel 20% delle aree, in aumento rispetto al 2019”.

In riferimento ai fiumi, il 9% di quelli toscani monitorati raggiunge nel 2020 l’obiettivo di qualità ecologica elevata e il 57% lo stato buono. Sul consumo di suolo sono 191 i nuovi procedimenti di bonifica attivati a marzo 2021. Ci sono poi il controllo ed il monitoraggio del rumore generato dalle strade, effettuati nel 2020, che “riportano un 22% delle infrastrutture controllate fuori norma”.

L’annuario Arpat

L’annuario è uno strumento chiaro e semplice, consultabile da tutti coloro interessati allo stato di salute dell’ambiente toscano. Ma anche per orientare decisioni e scelte che non possono più essere rimandate, con particolare attenzione all’individuazione di modelli diversi di consumo e produzione e alla promozione di una reale transizione economica ed ecologica.

“Il ruolo di Arpat riguardo alla rappresentazione degli aspetti legati all’ambiente è fondamentale. Come lo è, anche e soprattutto, rispetto alla qualità e professionalità nell’effettuazione dei controlli” ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che a Palazzo Strozzi Sacrati ha partecipato alla presentazione insieme, tra gli altri, all’assessora all’ambiente Monia Monni, al direttore generale dell’Agenzia Pietro Rubellini, al direttore tecnico Arpat Marcello Mossa Verre e al presidente di ISPRA-SNPA Stefano Laporta.

“L’Annuario è uno strumento ben concepito e realizzato. Grazie a grafici, illustrazioni, testi comprensibili e dati statistici permette di avere, ormai da dieci anni, una fotografia accurata dell’ambiente in Toscana” ha aggiunto Giani. “Proprio per questa sua chiarezza e facilità di comprensione non deve essere limitato e confinato ad addetti ai lavori e operatori, ma va diffuso perché ritengo sia giusto che i cittadini avvertano il ruolo che l’istituzione pubblica, attraverso Arpat, svolge a tutela della loro salute e benessere“.

Clima e innovazione

“In questo momento a livello mondiale assistiamo a tre diverse transizioni: demografica, quella legata all’innovazione tecnologica e climatica” ha proseguito Giani. “Tutte e tre strettamente correlate tra loro, ma quella che maggiormente interessa in questa sede è l’ultima, ponendo tutta una serie di obiettivi (contrasto ai disastri ambientali, emissioni zero nel 2050) che anche Pnrr e fondi europei mettono al centro, legandola a quella della trasformazione e riorganizzazione del modello produttivo e di sviluppo. Grazie al lavoro di Arpat siamo in grado di valutare e prendere decisioni che, pur nel nostro piccolo, possono comunque avere un impatto sullo scenario globale“.

Nuovi modelli di sviluppo

Secondo Monia Monni l’Annuario “è il risultato del lavoro attento e trasparente, fatto di controlli, prelievi e analisi, condotto da Arpat nel 2020, tanto più importante in un anno segnato dall’emergenza sanitaria. Un volume che permette a tutti una lettura semplice e veloce e quindi di farsi un’idea immediata dello stato delle matrici ambientali. Uno strumento utile non solo a conoscere le condizioni del proprio territorio ma anche per mettere in atto azioni e comportamenti per tutelarlo e migliorarlo”.

L’assessora ha quindi sottolineato la necessità di ripensare i modelli attuali di sviluppo e di ricondurre gli obiettivi verso la transizione ecologica all’interno di un unico piano regionale.La sfida della transizione ecologica non è più soltanto una questione di opportunità, ma di necessità” ha aggiunto. “La Toscana è una piccola fonte di emissioni, ma questo non la esenta dal poter fare la propria parte. Occorrono una strategia che renda attuali, precisi e misurabili gli interventi di riduzione delle emissioni, e soprattutto azioni immediate per arrivare, ancor prima del 2050, ad un bilancio emissivo pari a zero. Come? Superiamo il modello di economia tradizionale, con modalità circolari di produzione e consumo, promuoviamo la transizione dell’economia dall’utilizzo delle fonti fossili a quelle rinnovabili. E adottiamo interventi di adattamento per fronteggiare i cambiamenti climatici già in atto“.

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