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Quirinale, nulla di fatto anche nella terza votazione. Il più votato è Mattarella

Fumata nera per l’elezione al Quirinale. Da domani però cambierà il quorum: dalla quarta votazione infatti non è più richiesta la maggioranza dei due terzi bensì quella assoluta più uno

Sergio Mattarella

Altra giornata di nulla di fatto per l’elezione del Presidente della Repubblica. Dopo tre votazioni non c’è ancora chiarezza e condivisione sul nome da proporre per prendere il posto di Sergio Mattarella. Iniziate intorno alle 11, il presidente della Camera Roberto Fico ha finito lo spoglio dopo le 15,30: 411 le schede bianche, poi Matterella. Il Presidente uscente ha ottenuto 126 preferenze ed è il più votato di questa giornata. Dopo di lui il candidato di Fratelli d’Italia, Guido Crosetto.

Bocciata la lista chiusa del centro destra (Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordi) le forze politiche non hanno ancora individuato una personalità su cui compattarsi e probabilmente non servirà a questo scopo neppure l’indicazione da parte del centrodestra di Maria Elisabetta Alberti Casellati che attualmente ricopre la seconda carica più alta dello Stato, motivo per cui la sua non sarebbe una candidatura qualsiasi soprattutto se proposta da una sola parte politica.

Sulle schede bianche

“In questo momento, partiti politici stanno lavorando per trovare soluzione unitaria sia giusto così, mi auguro però che questa soluzione, la più alta possibile, una figura istituzione che rappresenti i bisogno dei cittadini, possa essere trovata già giovedì, al quarto scrutinio, per fare questo però non servono gli scatti in avanti”, così il presidente del Consiglio della Regione Toscana, Antonio Mazzeo in un video pubblicato sulla propria pagina Facebook da Roma dove si trova in veste di grande elettore insieme al presidente Eugenio Giani e al portavoce delle opposizioni in consiglio Marco Landi, per spiegare ai cittadini lo stallo attuale del Quirinale.

Niente proposte di parte insomma, per Mazzeo le forze politiche devono trovare una quadra su un nome che sia di alto profilo e che possa rappresentare al meglio gli interessi di tutto il Paese, non quelli di una parte politica e già è proiettato a domani, giovedì, la quarta votazione potrebbe essere infatti quella decisiva.

Da domani basterà la maggioranza assoluta

Non sorprende comunque la fumata nera di oggi, solo in due casi dopotutto nella storia della Repubblica il Capo dello Stato è stato eletto al primo scrutinio: fu il caso di Francesco Cossiga nel 1985 e di Carlo Azeglio Ciampi nel 1999. Le cose cambiano di solito dalla quarta votazione in poi, perchè cambia il quorum per ottenere la maggioranza dei voti.  Dalla quarta votazione, quella in programma domani, infatti non sarà più necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti dell’assemblea, sarà sufficiente la maggioranza assoluta più uno dei grandi elettori. In numeri, il quorum per l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica scenderà da 673 voti a 505.

In passato sono stati eletti al quarto scrutinio: Luigi Einaudi nel 1948, Giovanni Gronchi nel 1955, Giorgio Napolitano (il primo) nel 2006 e Sergio Mattarella nel 2015. Per eleggere Giovanni Leone, nel 1971, ci vollero invece ben 23 scrutini. Per ora l’elezione più lunga.

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