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Riaffiora la storia di Lucca dagli scavi nell’ex convento di San Nicolao

Grande interesse per la singolare sepoltura collettiva delle suore agostiniane della comunità di Santa Maria della Croce

scavi archeologici nell’ex convento di S. Nicolao

Riemerge la storia di Lucca dagli scavi condotti in questi mesi dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara. L’area interessata è il complesso San Nicolao nel centro storico di Lucca. Le scoperte sono la diretta conseguenza del cantiere edile aperto dalla Provincia di Lucca per i lavori di ristrutturazione, recupero e adeguamento dell’immobile del liceo delle scienze umane Paladini e dell’istituto professionale Civitali di Lucca.

Le scoperte sono state presentate a palazzo Ducale. Ad illustrare i primi risultati il presidente della Provincia Luca Menesini, la funzionaria archeologa della soprintendenza Neva Chiarenza, l’architetta Francesca Lazzari, Rup dell’intervento di recupero del San Nicolao e l’architetto Fabrizio Mechini, dirigente tecnico dell’amministrazione provinciale di Lucca.

L’attuale scavo archeologico a cui sta partecipando un’équipe di archeologi e antropologi diretta dall’archeologa Chiarenza della soprintendenza, sta vagliando testimonianze che vanno a coprire un arco temporale abbastanza ampio nel sottosuolo dell’ex convento.

Si va dal ritrovamento di una strada glareata di epoca tardo antica all’analisi del convento di San Nicolao all’interno delle mura medievali dal XII secolo, dove sono riemerse le tracce degli edifici donati dalla potente famiglia lucchese dei Busdraghi alla comunità monacale agostiniana di Santa Maria della Croce.

La congrega religiosa si stabilì in questi luoghi fra il 1331 e il 1334. A colpire gli archeologi le quattro camere sotterranee usate come “sepoltura collettiva”. Da una prima parziale ricognizione sono riemersi i resti di alcune delle suore agostiniane ospitate nel complesso monastico durante il XVII secolo.

Le ‘sepolture murate’  hanno accolto nel corso del tempo, le salme delle appartenenti all’istituzione religiosa. Almeno 24 persone i resti recuperati. Gli oggetti di corredo sono al vaglio con grande attenzione per conoscere il mondo femminile nella Lucca del XVII secolo.

Già si ipotizza che frammenti di ceramiche medievali, fibbie, lastrine e altri oggetti in bronzo saranno esposti all’interno di vetrine. Alcuni reperti saranno oggetto di ulteriori indagini. Si pensi alla piastrina in ferro sulla quale vi è inciso il nome di Petronilla Guinigi, rappresentante di una delle storiche famiglie lucchesi e badessa del Convento di San Nicolao.

In questi ultimi giorni c’è stata la scoperta di una strada glareata, risalente al IV secolo d.C., messa in luce durante gli interventi in fondazione – spiega Chiarenza –. Per ora è la testimonianza più antica di frequentazione dell’area. Il segno di una viabilità esterna alle mura romane che si raccordava al sistema di ‘cardines’ e ‘decumani’ cittadini e assicura i collegamenti con la campagna e gli assi viari della zona”.

Al pieno Rinascimento potrebbero risalire i resti di alcune peschiere in muratura e un piccolo vano sotterraneo, nell’ala est del chiostro, sotto la grande sala utilizzata come refettorio, destinato a cantina.

Il complesso San Nicolao, ne è convinta la soprintendenza è destinato ad assicurare altri ritrovamenti. Ad oggi per l’area, da un punto di vista archeologico, si parla di palinsesto stratigrafico. Ossia le testimonianze vanno dall’epoca tardo antico fino all’inizi del 1600.

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