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Ricerca contro il Covid-19: 4 progetti toscani all’hackathon europeo

A #EUvsVirus, la maratona di idee innovative contro il Coronavirus organizzata dall’Ue, hanno partecipato anche i ricercatori e i medici toscani

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Ridurre le possibilità di contagio, aiutare i pazienti in crisi respiratoria e studiare l’impatto dei fattori ambientali sulla malattia: sono questi gli obiettivi dei quattro progetti di ricerca contro il Coronavirus provenienti dalla Toscana che hanno partecipato all’hackathon #EUvsVirus, organizzato la scorsa settimana con il patrocinio della Commissione Europea per proporre idee innovative ai problemi legati al Covid-19.
“Sono di grande valore i progetti con cui la Toscana ha partecipato all’hackathon” commenta la vicepresidente ed assessore regionale alla ricerca Monica Barni, nonché ambasciatrice di #EUvsVirus. “Ho molto apprezzato – aggiunge – la presenza durante i dibattiti di diversi esperti delle Università di Pisa, Siena e della Scuola Normale di Pisa, a supporto dei lavori e come membri della giuria”. Una conferma, per Barni, del valore dei ricercatori e degli atenei della regione.

La lotta europea al Covid-19 vede così il sistema della ricerca della Toscana in prima linea.
Hope, presentato dal professor Pierangelo Geppetti dell’Università di Firenze, è un progetto per testare l’efficacia di un preparato sperimentale da applicare a superfici tessili diverse, comprese le mascherine, per renderle permanentemente antivirali. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il professor Mauro Pistello dell’Università di Pisa, CNR-IFC (professor Giorgio Iervasi), Asl Toscana Nord Ovest (dottor Enrico Capochiani) insieme a Nanopool GmbH.

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Il dottor Paolo Roncucci, direttore del reparto anestesia e rianimazione degli Ospedali riuniti di Livorno, ha invece presentato ‘Tolerability and safety of Chlorhexidine and use of Ppe’, un progetto che punta a testare l’efficacia dell’uso di clorexidina insieme ai dispositivi di protezione individuale per proteggere gli operatori impegnati in prima linea, assieme ai normali dispositivi di protezione personale come tute, occhiali, guanti e mascherine. La clorexidina infatti, un antisettico ampiamente utilizzato, potrebbe contribuire ad abbassare la carica virale del Coronavirus, facilitando così la lotta alla trasmissione orale.

Il progetto Respire, ‘REduce cytokine storm in acute reSPIratory DistREss’, presentato dal dottor Capochiani, direttore dell’Unità operativa complessa ematologia dell’Asl Toscana Nord Ovest, riguarda invece le cure ai pazienti sotto assistenza respiratoria.

Infine ‘Nano-Covid 19’ è l’iniziativa per meglio comprendere il funzionamento del virus coordinata dalla dottoressa Antonietta Gatti, capo laboratorio della società modenese Nanodiagnostic srl, che ha visto la partecipazione del professor Francesco Dotta, direttore del Dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell’Università di Siena. Il progetto punta a identificare potenziali cofattori ambientali nella malattia, come i metalli pesanti e gli inquinanti, che potrebbero contribuire ad aumentare la letalità del Coronavirus.

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