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La ricerca è motore dello sviluppo: la Toscana dell’innovazione fa sistema

Il convegno “La ricerca va in scena”, organizzato dalla Regione a Firenze, ha messo a confronto ricercatori e istituzioni sull’importanza degli investimenti pubblici nello sviluppo. Il ministro Fioramonti: “La Toscana può essere un punto di riferimento per il Paese”

Sette atenei, 43 sedi di enti di ricerca, 115mila studenti, oltre 4mila tra docenti e ricercatori e 1.500 assegnisti di ricerca. Sono questi i numeri dell’ecosistema toscano dell’innovazione che è stato al centro dell’evento “La ricerca va in scena”, organizzato oggi dalla Regione al Cinema La Compagnia di Firenze.
Rappresentanti delle istituzioni a ricercatori si sono confrontati sull’importanza degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo, un settore per cui la Toscana ha stanziato oltre 1.500 milioni di euro negli ultimi dieci anni, con un aumento del 41% dal 2006 al 2016, ben al di sopra della media nazionale.

“Stamani vogliamo raccontare una legislatura di politiche a sostegno dell’alta formazione e della ricerca, dall’orientamento dei giovani verso i percorsi universitari al diritto allo studio, fino alla collaborazione con le università sui dottorati Pegaso e sugli assegni di ricerca” ha spiegato la vicepresidente della Toscana Monica Barni, che ha aperto il convegno di oggi. “Sappiamo quanto nel nostro paese gli investimenti pubblici in ricerca siano carenti, ma senza ricerca non si innova, senza ricerca le nostre imprese non stanno sul mercato del lavoro” ha concluso Barni.
La Toscana infatti investe fortemente anche nel diritto allo studio universitario, riuscendo ad assegnare le borse di studio al 100% degli idonei, per un totale di 13-14mila beneficiari in media ogni anno.

RICERCA IN SCENA

La ricerca è cruciale per la crescita dell’economia anche secondo il ministro dell’Istruzione, Università e ricerca Lorenzo Fioramonti, che ha partecipato all’evento fiorentino e in particolare alla tavola rotonda di confronto tra le istituzioni e i rettori delle università toscane.
“La ricerca è il segreto dello sviluppo – ha spiegato Fioramonti – senza ricerca non c’è sviluppo soprattutto in un’economia come quelle moderne estremamente avanzate, sempre più in accelerazione e legate all’innovazione. La Toscana può essere un punto di riferimento per il Paese, soprattutto quando si riesce a costruire modelli di sistema, quando si mettono tutte le risorse insieme e si riesce a fare squadra”.

Spazio anche al valore della ricerca nel settore culturale, un tema su cui la Regione ha investito con il bando “100 ricercatori per la cultura”, che quest’anno ha assegnato 4 milioni e 700mila euro per 111 assegni e 77 progetti di ricerca, realizzati in collaborazione tra università e enti di ricerca toscani. Focus anche su Toscana Open Research, la piattaforma a sostegno della governance che racconta il sistema toscano della ricerca, dell’innovazione e dell’alta formazione.

RICERCA IN SCENA Leonardo Masotti

In occasione del convegno inoltre è stato assegnato il riconoscimento alla carriera a due scienziati attivi in Toscana. Rino Rappuoli, direttore scientifico dell’azienda GSK di Siena che ha sviluppato vaccini importanti come quello contro il meningicocco-C e quello contro la pertosse, e Leonardo Masotti, presidente e fondatore di El.En, azienda di Calenzano che realizza sistemi laser innovativi per la medicina e la conservazione del patrimonio storico-artistico.
“Sono orgoglioso come cittadino oltre che come scienziato di questo premio – ha detto Masotti – perché vuol dire che nel nostro Paese si riconoscono dei valori e si conferma l’attenzione su attività che possono portare a risultati che hanno migliorato la qualità della vita dell’uomo.”

RICERCA IN SCENA

Al Cinema La Compagnia in mostra anche venti progetti innovativi finanziati dalla Regione grazie al bando Far Fas. Come Eolo, che ha messo a punto diversi sistemi per sfruttare il mini-eolico, ovvero lo spostamento d’aria prodotto ad esempio dal traffico della auto, o Vita Nova, che ha realizzato una App per la salute delle donne in menopausa. E ancora Moscardo, che attraverso una rete di sensori tutela gli edifici storici, o Sciadro, che utilizza sciami di droni per il monitoraggio ambientale.
Esempi positivi di come le risorse utilizzate per l’innovazione possano creare posti di lavoro e soluzioni intelligenti che migliorano la vita di tutti.

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