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Lotta al Coronavirus: da Pisa il robot che disinfetta gli ambienti sanitari

Il drone mobile, progettato dalla Scuola Sant’Anna, sarò sperimentato a settembre e abbatterà il rischio di contaminazione da Coronavirus per gli operatori

Dalla robotica pisana arriva un contributo innovativo nella lotta al Covid-19. Un robot in grado di disinfettare gli ambienti in modo da garantire la totale sicurezza per gli operatori, che possono controllare i robot volanti distanza: è quanto prevede il progetto Robotica REstart, la cui sperimentazione è prevista entro settembre a Pisa, presso la Fondazione Monasterio e l’Azienda ospedaliero-universitaria Pisana.
Il progetto è sostenuto e finanziato da Reale Mutua, capogruppo di Reale Group, attraverso la fondazione filantropica “Il Talento all’Opera”, lanciata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Il drone robotico sarà utilizzato per la disinfezione ambientale, anche in ambienti esterni non sanitari. Il progetto sarà portato avanti con la supervisione scientifica di Antonio Frisoli, docente di robotica al Laboratorio di Robotica Percettiva dell’Istituto TeCIP della Sant’Anna e attiverà tutte le capacità di ricerca applicata presenti nei laboratori di ingegneria e di robotica della scuola.

“È cruciale investire già oggi nello sviluppo delle nuove tecnologie – spiega Antonio Frisoli, responsabile scientifico del progetto – che garantiranno la nostra sicurezza di domani nei luoghi e spazi condivisi, quali gli ambienti sanitari, di lavoro, o di attività culturali e sociali. I robot possono rappresentano un presidio fondamentale per svolgere le attività di sanificazione e igienizzazione, e con questo progetto vogliamo appunto testarne le potenzialità con una sperimentazione pilota che verrà condotta presso la Fondazione Monasterio e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana”.

Robotica_restart Esterni

L’obiettivo è arrivare alla sperimentazione di robot che riducano il rischio di contagio per gli operatori sanitari che operano in un contesto ospedaliero come in altre strutture sanitarie sul territorio. Il robot mobile sarà in grado di muoversi in modalità teleguidata, dunque da un operatore a distanza, o in modo semiautonomo e potrà mettere in sicurezza le superfici di ambienti potenzialmente contaminate, grazie al suo equipaggiamento che oltre a sensori di visione artificiale includerà a bordo strumenti di disinfezione, quali lampade UV-C o erogatori spray di soluzioni disinfettanti.

“Questa è una esperienza importante di collaborazione fra imprese e università pubblica, da replicare – sottolinea Sabina Nuti, rettrice della Scuola Sant’Anna – abbiamo sviluppato in sinergia un progetto di ricerca subito applicabile, abbiamo raccolto risorse tutte private tramite fundraising e ci accingiamo a offrire alla collettività uno strumento immediatamente utilizzabile nelle strutture sanitarie. Tempi brevissimi, ottima risposta da parte del tessuto imprenditoriale, elevati impatti sociali: queste le linee lungo le quali ci vogliamo muovere come università.”

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