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Sabina Sciubba a Firenze: ‘per me la musica è un atto psicomagico’

Sabato 25 gennaio al Teatro della Compagnia la cantante delle Brazilian Girls presenta il suo ultimo disco ‘Force Majeure’

Sabina Sciubba

Sabato 25 gennaio in anteprima italiana al Teatro Cinema La Compagnia di Firenze, arriva ‘Force Majeure’ il nuovo album, progetto musicale e teatrale della cantante, attrice e compositrice italo-tedesca Sabina Sciubba. Sabina è la fondatrice della band di culto Brazilian Girls con cui ha girato il mondo. Il loro album “New York City” è stato nominato a un Grammy Award nel 2008.
È stata definita la ‘Piaf dell’Indie’, una ‘Dietrich dei nostri tempi’ in virtù della sua straordinaria presenza scenica e del suo talento enigmatico e travolgente, con i suoi elaborati ed eccentrici costumi di scena e la sua voce da contralto.
Il disco ‘Force Majeure’ presenta dodici potenti e sofisticati, nei quali l’elettronica si fonde con la musica barocca e il romantic-punk abbraccia il jazz. Ospiti internazionali accompagnano Sabina in questa emozionante avventura musicale. La direzione musicale è affidata a Riccardo Onori, reduce dal grande successo del Jova Beach Party accanto a Jovanotti, suo chitarrista fidato da anni.
Ecco la nostra intervista:

Ciao Sabina! Il titolo del tuo disco mi ricorda un film del 2015, mi chiedevo se per caso l’hai mai visto. In quel caso la ‘forza maggiore’ era una valanga, nel tuo caso che cos’è? La musica?
Una valanga, certo, come anche l’amore, la morte e la nascita, la musica e la bellezza, sono Forze Maggiori. Nel mio caso, parlo di Dio, di ciò che non possiamo controllare, quindi tutto.

Force Majeure è molto elettronico, mi sono divertita moltissimo ad ascoltarlo! Come mai questa scelta? Volevi una maggiore ‘freschezza’ del suono?
In realtà ci sono tanti elementi organici: la spinetta (se non lo conosci: è un clavicembalo più leggero), fiati, violoncello, pianoforte. Ho cercato di usare questi suoni in un modo molto meccanico, per fondere l’editing un po “choppy”, un po’ grezzo e i suoni elettronici. Ho usato i sample della mia voce, che al vivo suono con un sample pad, come una batteria. Tutto sempre nello scopo di ottenere suoni “veri”, analogici in un contesto contemporaneo.

‘Ile Sauvage’ è il mio pezzo preferito, davvero splendido! Cosa ti ha ispirato per comporre questo brano?
Inizialmente suonavo il pianoforte mentre i miei figli erano già al letto, e mi chiedevano una canzone per farli sognare. Così mi è venuta l’dea di questa isola selvatica, in mezzo all’oceano, che nessuno vede mai, che non si trova su nessuna mappa, che nessun avventuriero ha mai visto mentre la sorvolava, nessun grande navigatore ha mai scorto nel cannocchiale. Il vento ci fa scalo quando attraversa i mari. L’unico essere umano che la trova è un naufrago, credendosi condannato, abbandonata ogni speranza, si ritrova arenato sulle rive di questo paradiso.

Dal 2016 al 2019 hai recitato a fianco di Zack Galifianakis in ‘Baskets’, com’è stato partecipare a una serie tv così importante?
È cosi importante? Zack è un amico da un bel po’ di tempo, e mi aveva invitata a partecipare. All’inizio non sapevo bene come recitare, ma la leggerezza e l’aspetto improvvisato (non una ripresa era uguale ad un altra) ha reso questa esperienza veramente magica e divertentissima. Un gioco irriverente da bambini.

Sei stata definita una nuova Marlene Dietrich, riconosci qualcosa di tuo in questa immensa attrice?
In realtà Marlene Dietrich era una donna piuttosto minuta, lo sapevi? La Dietrich era veramente una grandissima interprete, raccontava le canzoni come poche altre, per questo la ammiro molto. I miei cantanti preferiti sono quelli che raccontano bene.

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Quali sono le artiste che ti hanno indicato la via, a cui ti sei ispirata maggiormente nella tua vita artistica o anche personale?
Paolo Conte, Nina Simone, J S Bach, Archangelo Corelli, Johannes Brahms, Caetano Veloso, Franco Battiato, Milton Nascimento, per fare solo pochi nomi. La lista è lunghissima. Poi sono grande amante del cinema di Herzog, Fellini, Sorrentino, Almodovar, Bergman e la musica delle rispettive colonne sonore di Eglesias, Rota ecc.

Il tuo spettacolo al teatro della Compagnia sarà più di un semplice concerto, cosa ci dobbiamo aspettare?
Diciamo che per me è un atto psicomagico, una preghiera. L’arte in generale la vivo come un atto di fede, di comunicazione con l’altro nel linguaggio dell’anima o potrei anche dire, il linguaggio di Dio. Racconto la storia della mia vita, che poi è la vita di tutti gli esseri umani: una storia di speranze, amori, sconfitte e vittorie. E di piccoli e grandi miracoli. Ma la racconto attraverso la musica, attraverso le luci e le ombre. Con me sul palco ci saranno Fabrizio Rat, Riccardo Onori, Daelen Cory (la mia ombra) Lawrence Fancelli, Elena Friedrich Sciubba, Emanuele Bonechi, il coro CANTABILE della scuola ISF di Firenze diretto da Tanya Kustrin e altri musicisti.

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