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Scuola, il lockdown può essere un’opportunità: “Investiamo negli insegnanti”

Intervista ad Andrea Chiaramonti, amministratore delegato di Giunti Scuola, società della storica casa editrice che prima della pandemia ha lanciato una piattaforma per dotare docenti e studenti di strumenti e materiali che oggi sono una utile risorsa per la didattica integrata da remoto

Forse l’unico requisito per avere studenti appassionati, curiosi e formati non sono le lezioni in presenza. Certo nulla può sostituire il rapporto docente-alunno ma, in una situazione di pandemia mondiale, dove il futuro della scuola è sempre più incerto, potrebbe valer la pena smettere di demonizzare il digitale e iniziare a chiederci come trasformare quanto sta accadendo in un’opportunità, soprattutto sul piano della formazione degli insegnanti.

Ne è convinto Andrea Chiaramonti, amministratore delegato di Giunti Scuola, che ci tiene anche a precisare che il termine corretto, quando parliamo di didattica da remoto, non è Dad ma Did, così come stabilito anche dal Miur perché è proprio quella I (che sta per integrata nell’acronimo di “didattica integrata digitale”) che fa la differenza.

Da inizio anno la Dad è diventata Did e anche se non ce ne siamo accorti questo ha segnato un decisivo cambio di passo: il focus non è più sulla distanza ma sulle modalità di fruizione e sul digitale .

Ed è proprio nel digitale che la scuola potrebbe individuare nuove occasioni di miglioramento e rinnovamento.

Giunti Scuola è sicuramente tra le voci più autorizzate a parlare di innovazione in campo di editoria scolastica, già prima dell’emergenza sanitaria, la società del gruppo Giunti, storica casa editrice fiorentina, ha lanciato IO+, piattaforma online che mette a disposizione circa 35mila strumenti per la didattica – lezioni, articoli, file multimediali – in un unico ambiente digitale.

Il progetto nasce proprio dalla volontà di far fronte alle esigenze dei docenti di oggi ed ha come obiettivo quello di creare un’esperienza digitale su misura per insegnanti e ragazzi. “Il nostro progetto è nato prima del Covid, è nato dal confronto sul tema del digitale con insegnanti, famiglie studenti. Volevamo fare un salto di qualità nell’editoria scolastica”, spiega Chiaramonti che alla domanda “che tipo di apprendimento è quello che avviene per mezzo del digitale?” risponde così: “Diverso. Semplicemente diverso. Il nuovo non sostituisce il vecchio, il libro continua ad essere lo strumento chiave insieme alla formazione degli insegnanti. Il digitale mette a disposizione strumenti veloci, immediatamente fruibili e gli insegnanti dovrebbero essere aiutati per maneggiarli e trarne il meglio per le proprie lezioni: la storia di Roma può essere raccontata in tre pagine per un bambino di terza elementare, in tre volumi per un professore o ricercatore. Sento spesso dire che oggi si legge meno che in passato, io credo che invece si legga molto di più, lo si fa in modo diverso: si legge il giornale sul tablet, il libro sull’ipad. Il rischio, a mio avviso, non è che si smetta di leggere, ma che si legga solo il titolo. Occorre quindi spingere i ragazzi ad approfondire e in questo il digitale può giocare un ruolo importante”.

L’importanza della formazione per i docenti

Per l’Ad di Giunti Scuola sarebbe preferibile smetterla di chiederci “dad o non dad” e iniziare ad investire seriamente sulla formazione del corpo docente: “Oggi l’aggiornamento degli insegnanti è delegato alla volontà personale, i nostri professori sono molto bravi, a marzo quando hanno chiuso le scuole si sono armati di pazienza e hanno imparato da soli a fare lezioni in remoto. Ma forse avremmo potuto evitare difficoltà a famiglie e professori se l’aggiornamento fosse stato da sempre obbligatorio come già avviene per altre categorie di professionisti”.

Un aggiornamento che potrebbe riguardare anche le lezioni da remoto: come impostarle, come catturare l’attenzione dei ragazzi, come realizzare materiali dinamici per migliorare il loro approccio allo studio.

“Devo dire – aggiunge Chiaramonti – che tutti i corsi di formazione diretti ai professori che organizziamo come Giunti Scuola riscuotono grande successo. Gli insegnanti apprezzano le risorse a disposizione sulla piattaforma IO+ dove trovano anche consigli pratici non solo per impostare la loro lezioni ma anche per se stessi, ad esempio sulla normativa contrattuale. Inoltre, adattando il materiale alla situazione che la scuola sta vivendo, abbiamo messo in rete anche lezioni pronte e studiate appositamente per la didattica a distanza, lezioni approfondite che gli insegnanti possono a loro volta approfondire con grafici, mappe interattive, infografiche, ecc, che sono la grande risorsa del digitale”.

Il nodo delle infrastrutture digitali

Resta però un nodo da sciogliere, quello delle infrastrutture digitali, soprattutto in ambito scolastico.

Dalla Regione Toscana n arrivo 2 milioni e mezzo di euro a favore delle scuole per interventi di connessione e per acquistare pc, tablet e webpocket

La Toscana su questo fronte è molto impegnata: recentemente, ad esempio, sono stati destinati due milioni e mezzo di euro per interventi di connessione degli istituti scolastici toscani e per sopperire alla mancanza di pc, tablet, webpocket .

“La Toscana – hanno commentato gli assessori regionali all’istruzione Alessandra Nardini e alle infrastrutture digitali Stefano Ciuoffo – sta lavorando attivamente già da anni per consentire l’accesso alla banda larga ad alta velocità alla totalità della popolazione, basti pensare che dal 2011, nelle aree prive di connessioni in banda larga, sono state create 238 dorsali in fibra ottica con un investimento pubblico di oltre 53 milioni di euro, tramite intervento diretto e la posa in opera della rete da parte di Open Fiber. Ma adesso occorre accelerare e siamo impegnati su questo. Siamo consapevoli che tale intervento ulteriore non sarà esaustivo delle criticità presenti, ma indica in modo chiaro l’impegno concreto che la Regione Toscana vuole assumersi in questa legislatura”.

Resta vero, tuttavia, che l’Italia è un Paese che corre a due velocità sia in termini di accesso alla rete che di competenze digitali, con un sud più mortificato rispetto al centro e al nord. Ma anno dopo anno il digital divide, seppur ancora evidente, si assottiglia. Dovremmo essere pronti ad accogliere i futuri nativi digitali, abituati ai devices già da piccoli, per loro serviranno infrastrutture capaci di assecondare la loro smania di navigare e scoprire navigando.

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