Ambiente/

Seabin, il cestino che pulisce l’Arno dai rifiuti

È un filtro in grado di catturare circa 500 chilogrammi all’anno di microplatiche e simili. Il primo a Sestri Ponente raccolse più di 1.700 chili di rifiuti in un anno

L’idea arriva dall’Australia, a prima vista sembra un normale cestino. Forse insolitamente grande. Difficile intuirne la grande potenzialità: si chiama Seabin, centino da mare, e una volta immerso è in grado di catturare e togliere dall’acqua circa 500 chilogrammi all’anno di microplatiche e di rifiuti come mozziconi di sigaretta.

Un anno fa il primo Seabin fu posizionate presso la Marina di Sestri Ponente raccogliendo in un anno più di 1.700 chili di rifiuti galleggianti. Da oggi anche l’Arno ha il suo Seabin.

Installato proprio sotto Ponte Vecchio nell’area della storica Società Canottieri,che si è resa disponibile a ospitarlo, questo maxi filtro rientra nella campagna “Le nostre acque” di Coop e LifeGate in collaborazione con la Regione Toscana, la quale si farà anche promotrice di un protocollo d’intesa “Arno Pulito” (con Unicoop Firenze, LifeGate e Società Canottieri Firenze) per individuare tutti gli strumenti possibili per il recupero dei  rifiuti e per sensibilizzare persone e associazioni sulla salute del fiume.

Dopo Firenze la campagna è destinata ad estendersi in altri luoghi della Toscana: i Seabin saranno installati a Castiglione della Pescaia, a Livorno, a Bocca d’Arno – Marina di Pisa e al lago di Bilancino.

Il Seanbin galleggerà e galleggiando pulirà l’Arno 24 ore su 24 pompando fino a 25 mila litri di acqua all’ora. Mantenerlo è semplice perché è sufficiente svuotarlo e pulirlo periodicamente perché continui a ripulire l’Arno efficacemente.

Canottieri dimostrano come funziona il Seabin“Sosteniamo questa iniziativa perché con la nostra campagna Toscana Plastic Free siamo in prima linea contro la plastica. Sappiamo che per conservare bella e pulita la Toscana servono azioni efficaci e collaborative: ognuno deve dare il proprio contributo e tenere pulito, raccogliendo i rifiuti abbandonati in fondo al mare, in un fiume o nei boschi. L’educazione e le buone pratiche sono fondamentali quando si parla di ambiente. Ma non basta ancora. Servono anche idee e innovazione: occorre creare strumenti nuovi e capaci di dare risultati concreti” ha commentato l’assessore alla Presidenza della Regione Toscana Vittorio Bugli che ha ricordato anche le altre campagne di sensibilità ambientale che hanno visto la nostra Regione impegnata in prima linea: #ArcipelagoPulito, progetto sperimentale preso a modello dall’Unione europea e dal Governo per contribuire a ripulire dalle plastiche il mare facendo squadra con i pescatori e #SpiaggePulite per liberare le spiagge della costa dalla plastica.

Adesso tocca ai corsi d’acqua dei fiumi e dei mari con #Toscanapulita. “La cura dei corsi d’acqua e dei fiumi è solo l’ultimo tassello della campagna già avviata Toscana Pulita, con la quale sosteniamo le azioni delle associazioni dei volontari, degli enti e dei Consorzi di Bonifica” – ha concluso Bugli.

I NUMERI. Si stima che almeno 8 milioni di rifiuti finiscono nei mari di tutto il mondo, causando non solo un danno per l’ambiente ma anche per la salute a causa delle ripercussioni sulla catena alimentare, e per l’economia, soprattutto quella legata al turismo. Per quanto riguarda i fiumi, recenti studi sostengono che i rifiuti in essi presenti siano sono responsabili dell’80 per cento dell’inquinamento del mare.

“La pandemia ci ha insegnato che la natura può pensare più in grande di noi e delle nostre abitudini – il commento di Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate – È indispensabile lavorare per un’economia rispettosa e anche rigenerativa degli ecosistemi che abbiamo rovinato”.

I più popolari su intoscana