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“Security”, nella Top 10 di Netflix il thriller girato in Toscana

Le riprese del film, diretto da Peter Chelsom, si sono svolte nel 2020, in una Forte dei Marmi semideserta e inquietante. Un thriller dai toni noir, appassionante, con grandi attori e qualche pecca registica e attoriale

D’Amore Sansa Bentivoglio Photo_by_Riccardo_Ghilardi - © Foto: Riccardo Ghilardi

Il film “Security”, tra i più visti in streaming

Dopo aver debuttato su Sky e Now, il film Security è sbarcato di recente anche su Netflix, dove è risultato essere, proprio negli ultimi giorni (dal 5 all’11 dicembre), nella top 10 dei film più visti in Italia, precisamente al settimo posto.
Il thriller noir targato Sky Cinema è diretto da Peter Chelsom (Serendipity, Shall We Dance?, Hannah Montana) e ispirato all’omonimo romanzo di Stephen Amidon, lo stesso autore de Il capitale umano, testo che ha ispirato il noto film di Paolo Virzì. Sceneggiato dallo stesso regista insieme a Tinker Lindsay, Silvio Muccino, Michele Pellegrini e Amina Grenci, da un soggetto di Peter Chelsom, Umberto Contarello e Sara Mosetti, il film è interpretato da Marco D’Amore (Gomorra la serie) che ne è protagonista accanto a Maya Sansa, Silvio Muccino, Valeria Bilello, Ludovica Martino, Giulio Pranno, Tommaso Ragno, Beatrice Grannò, Antonio Zavatteri e con la partecipazione di Fabrizio Bentivoglio, mentre il direttore della fotografia è Mauro Fiore, vincitore del Premio Oscar nel 2010 per Avatar.

Protagonista di “Security” una Forte dei Marmi inedita

“In estate Forte dei Marmi è una cittadina tranquilla, un piccolo angolo di paradiso per i suoi cittadini benestanti. In inverno le giornate si accorciano, le notti si allungano e le ville diventano piccole fortezze custodite da sofisticati circuiti di telecamere di sicurezza. Questa è una storia invernale, una storia che sconvolge le vite dei propri personaggi e li cambia per sempre”. Sono queste le parole che aprono il film Security, pronunciate dalla voce narrante di Marco D’Amore, protagonista del film, nel quale interpreta un addetto alla sicurezza che andrà ad indagare nel torbido di una cittadina apparentemente tranquilla, ma che cela misteri indicibili, che causano un brutto episodio di violenza.
Ad aver subito violenza è la giovane studentessa Maria Spezi (Beatrice Grannò). Sulla vicenda comincia a indagare Roberto Santini (Marco D’Amore), responsabile della sicurezza delle tante ville protette dai suoi sofisticati circuiti di video-sorveglianza, che non è convinto della colpevolezza del padre della ragazza, Walter Spezi (Tommaso Ragno) il primo sospettato, già oggetto di pregiudizi e discriminazioni in città, in quanto alcolizzato e con una vita ai margini.
Ma la caparbietà porterà Santini a confrontarsi anche con una verità scomoda: riguarda un suo vecchio amore, Elena Ventini (Valeria Bilello) e suo figlio Dario (Giulio Pranno), proprio mentre sua moglie Claudia Raffelli (Maya Sansa) sta affrontando la campagna elettorale come Sindaco delle città versiliese, sostenuta dall’imprenditore Curzio Pilati (Fabrizio Bentivoglio), nel bel mezzo di un forte contrasto con la figlia adolescente Angela (Ludovica Martino), travolta dall’amore clandestino per il suo professore Stefano Tommasi (Silvio Muccino).

“Security”: un thriller dalle grandi potenzialità e qualche pecca

La trama del film Security è complessa, articolata e precisa come un orologio svizzero, nell’incastrare i diversi elementi: il mistero su una violenza inspiegabile, matrimoni falliti, tradimenti, una gioventù problematica, la politica corrotta, i vizi perversi di chi con i soldi pensa di poter comprare tutto, i pregiudizi, i perbenismo. Il tutto narrato da un “quasi-poliziotto”, l’addetto alla sicurezza Roberto Santini, mago della tecnologia, che saprà mettersi in gioco e, pur rischiano in prima persona, far emergere la verità.
Tutti elementi, ad un’attenta analisi, che avevamo già trovato in un altro giallo di Stephen Amidon, poi diventato un film, il citato Il capitale umano. Anche lì si trovavano le ambientazioni scure, un misterioso omicidio in una cittadina di provincia, perbenista e corrotta, la tecnologia che rivela informazioni fondamentali per arrivare alla verità: insomma una sceneggiatura che si svolge su più piani, andando a toccare le stesse corde, ambientazioni, situazioni, ovviamente con le dovute differenze.
Ma mentre la regia di Paolo Virzì era riuscita a dare fluidità e credibilità agli elementi dissonanti della storia raccontata, la regia di Peter Chelsom è a tratti schematica e farraginosa, poco credibile, salvata dalla una buona recitazione dei protagonisti, Bentivoglio in testa, naturalmente, e poi quella di Maya Sansa, Silvio Muccino, Tommaso Ragno, del giovane e bravo Giulio Pranno e di un’altra promessa del cinema italiano, Ludovica Martino. Marco D’Amore, invece, qui non ha lo stesso piglio deciso e inquietante a cui ha abituato gli spettatori della serie Gomorra, e sembra un po’ forzato il ruolo di un addetto alla sicurezza di provincia, padre amorevole e investigatore caparbio.
Il film Security nel complesso piace e si fa guardare: per la storia che racconta, per la recitazione di alcuni importanti protagonisti del cinema italiano e anche per le ambientazioni, in una Forte dei Marmi come non si era mai vista fino ad oggi e risulta pertanto essere tra i film più visti dal pubblico italiano su Netflix. Nel complesso, però, non convince fino in fondo, e non sviluppa a pieno tutte le sue potenzialità, per qualche carenza registica e attoriale.

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