Cultura/

I capolavori del Seicento napoletano in mostra a Palazzo Pretorio a Prato

Dal 14 dicembre al 13 aprile si apre l’esposizione ‘Dopo Caravaggio. Il Seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito’

Noli me tangere, Battistello Caracciolo

Una ventina di opere, tra cui un dipinto restaurato dall’Opificio delle pietre dure di Firenze, per raccontare la pittura del Seicento napoletano: è quanto propone la rassegna che ruota attorno alle collezioni di Palazzo Pretorio a Prato, che la ospita, e della Fondazione De Vito di Firenze. La mostra dal titolo ‘Dopo Caravaggio. Il Seicento napoletano nelle collezioni di Palazzo Pretorio e della Fondazione De Vito’ sarà aperta al pubblico dal 14 dicembre al 13 aprile 2020.

Il percorso dell’esposizione mette in dialogo i dipinti delle due collezioni secondo una sequenza cronologica che consente anche l’indicazione di legami e corrispondenze tematiche. Tra le opere in mostra la tela di Palazzo Pretorio con il ‘Noli me tangere’ di Battistello Caracciolo a cui si collega il ‘San Giovannino’ dello stesso Battistello della collezione De Vito. Presenti, tra gli altri, anche il ‘San Giovanni Battista con l’agnello’ di Massimo Stanzione e la tela ‘Sant’Antonio abate’ di Jusepe de Ribera, l’artista spagnolo attivo a Napoli. In occasione dell’esposizione tornerà visibile anche il dipinto ‘Giacobbe nel deserto’ di Ribera, del museo di Palazzo Pretorio attualmente in restauro nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure.

“Con il restauro del dipinto l’Opificio – ha detto il soprintendente Marco Ciatti – prosegue nella storica collaborazione con il museo di Palazzo Pretorio”. Giancarlo Schiavone, presidente della Fondazione De Vito, ha spiegato che “è la prima volta che la Fondazione espone un nucleo importante della propria collezione di Seicento napoletano, costituito da quindici dipinti”. “L’investimento culturale come fattore di crescita di un territorio – ha detto infine Matteo Biffoni, sindaco di Prato – passa anche da una mostra come questa dove si dà valore al colloquio tra pubblico e privato”.

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