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Shad Shadows in concerto al Glue: la notte si tinge di dark electro

Intervista al duo formato da Alessandra Gismondi e Luca Bandini che sarà in concerto sabato 19 gennaio a Firenze

Dagli Schonwald agli Shad Shadows, il duo composto da Luca Bandini e Alessandra Gismondi, raddoppia con un nuovo progetto. I due musicisti di Ravenna hanno realizzato quattro album come Shonwald, Amplified Nature, Dream For The Fall, Between Parallel Lights e il più recente Night Idyll del 2017, in una parabola stilistica che dall’inconfondibile mix di post-punk e shoegaze in chiave teutonica si è via via aperta a una psichedelia dreamy. Un’avventura, quella degli Schonwald che con esperienza e classe si è guadagnata importanti spazi all’estero, con centinaia di concerti tra Gran Bretagna, Germania, Belgio, Olanda, Francia, Portogallo, Spagna, Austria, Svizzera, Svezia, Danimarca, Grecia, Malta, Repubblica Ceca e, ovviamente, Italia.

Il progetto Shad Shadows è nato nell’inverno 2014 come ‘doppelgänger’ degli Schonwald. Cioè una seconda identità, speculare e complementare alla prima. I riferimenti sono in questo caso coldwave, industrial e synthwave, le colonne sonore dei film di genere e la musica elettronica, che sia orientata alla sperimentazione o al dancefloor degli anni ‘80/‘90. Mentre negli Schonwald la voce principale è quella di Alessandra, negli Shad Shadows è poi Luca a impossessarsi del microfono. A novembre 2018 è uscito Nocturnal, per l’etichetta tedesca Young & Cold Records. Un titolo emblematico per una creatura della notte che, armata di synth e drum machine, che si muove con algida eleganza tra beat marziali e minimalismo ossessivo, avanzando nelle nebbie artificiali, nell’oscurità di una decadenza retro-futurista. Ecco la nostra intervista a Luca Bandini.

Ciao Luca, da Schonwald a Shad Shadows, a cosa è dovuto questo cambio di identità? Per una maggiore libertà creativa?
Il progetto Shad Shadows è nato cinque anni fa: dopo aver scritto alcune musiche per un’agenzia di New York che si occupa di trailer e colonne sonore, ho deciso di dare forma e voce alle idee e al mood sonoro nato in quel periodo e, dopo aver composto una prima bozza di lavoro, ho deciso di coinvolgere Alessandra con il suo prezioso contributo.

Qual è l’ispirazione che ha guidato la scrittura di Nocturnal? Quando e come avete scritto i pezzi…raccontateci un po’.
Il nostro ultimo album “Nocturnal” è stato scritto l’estate scorsa a Marina Romea, proprio dove sono state girate alcune scene di “Deserto rosso” di Michelangelo Antonioni. Nonostante sia una località marittima, il luogo è completamente isolato e immerso nella natura quindi è ideale per concentrarsi, lavorare senza troppi pensieri e comporre un brano dietro l’altro riuscendo a disegnare scenari sonori diversi con lo stesso filo conduttore. Da qui è nata l’idea di pubblicare un concept album che trattasse i temi di una società distopica che mettesse sotto i riflettori alcune tracce di realtà contemporanea. I testi sono rapidi flash su inquietudini, sogni, illusioni e speranze.

Se Nocturnal fosse la colonna sonora di un film, di che film si potrebbe trattare? Un horror? Un film esistenzialista?
Siamo affascinati dalle colonne sonore e ci ispiriamo a compositori come Carpenter, Goblin, Badalamenti, Morricone e Cliff Martinez, quindi se “Nocturnal” fosse una colonna sonora la vedremmo ben collegata a “Mulholland Drive” di David Lynch.

Il vostro è un sodalizio artistico, un’unione che va avanti da oltre 10 anni, in effetti sappiamo che siete anche felicemente sposati. Come si lavora in coppia? Capita di litigare o trovarsi in disaccordo? 
Esatto, siamo una coppia nella vita e nella musica e ti possiamo confidare che nella nostra relazione ci troviamo a discutere solo su questioni di scelte musicali, ma purtroppo entrambi non ne possiamo fare a meno quindi continuiamo a suonare e continuiamo a litigare per la musica.

Il genere musicale che potremmo ampiamente definire ‘Wave’ o ‘post Wave’ continua ad avere un grande seguito in Italia e all’estero, secondo voi a cosa è dovuto?
Si tratta di un movimento culturale e musicale estremamente sfaccettato. Musicalmente non è un genere ben preciso e determinato, prende spunto dagli anni 80 ed è contaminato da nuove tendenze musicali di musica elettronica, per questo pensiamo che venga considerato un “genere” contemporaneo. Inoltre anche la moda ha subito il fascino di questo immaginario estetico, basti pensare a stilisti come Anthony Vaccarello ma ancor più Hedi Slimane che ne hanno esaltato le caratteristiche stilistiche contestualizzandole ai giorni nostri in maniera unica.

Siete sempre in giro a suonare, sembra che la dimensione live vi calzi a pennello. È così? Vi piace l’esperienza del palco?
Amiamo suonare, questo ci dà la possibilità di portare ovunque la nostra musica, di mettere in scena uno show che include una performance che spesso ci porta in un’altra dimensione. Suonare ci rapisce!

So che vi interessate anche alla videoarte, al Glue di Firenze vedremo qualcosa di particolare?
Siamo molto interessati all’arte in generale. Io sono diplomato in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e Alessandra ha conseguito diversi Diplomi di Danza Classica e Danza Contemporanea. Troviamo coinvolgente associare immagini video ai live musicali. Solitamente usiamo visuals che hanno un filo conduttore con la nostra musica, come il ritmo robotico della drum machine ed elementi geometrici o poliformi ma anche psichedelici. Siamo davvero felici di poterci esibire sul palco del Glue di Firenze e proprio qui proporremo una nuovissima selezione di immagini ipnotiche che ben ci rappresentano.

Gli Shad Shadows saranno in concerto sabato 19 gennaio al Glue Alternative Concept Space di Firenze, a seguire Outsider dj set.

Ingresso gratuito con tessera del locale.

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